Giochi online per bambini: stereotipi di genere

In questi giorni a Bologna il calendario è ricco di eventi legati al Festival La violenza illustrata che fino al 7 dicembre porta in città convegni, arte e cinema per raccontare la violenza sulle donne e riflettere su un’emergenza nazionale degli ultimi anni.

Anche io sono stata invitata, ieri,  a parlare in un posto inusuale, un salone di bellezza che da alcuni anni partecipa attivamente alla manifestazione.

L’evento l’ho presentato su sito di GGD Bologna.

Ho voluto condividere qualche riflessione sugli stereotipi legati al web e mi sono concentrata anche sull’offerta ludica online dedicata a bambini e bambine.

Ecco cosa ho scoperto durante la mia ricerca.

I giochi online dedicati ai bambini e alle bambine in età scolare sono differenziati.

Giochi per ragazzi

Giochi per ragazzi

Giochi di Macchine
Giochi di Moto
Giochi di Abilità
Giochi Sport
Giochi di Memoria
Giochi di Camion
Giochi Didattici
Giochi da Colorare
Giochi Classici
Giochi Cartoni Animati
Giochi Divertenti
Giochi di Intelligenza

 

 

 

 

Giochi per ragazze

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Giochi per ragazze

Giochi da Vestire

Giochi di Ristoranti

Giochi di Cucina

Giochi di Decorazione

Giochi di Trucco

Giochi per Pettinare

Giochi per Disegnare

Giochi di Baby Sitter

Giochi da Colorare

Giochi di Musica

 

Esistono altri siti esclusivamente dedicati alle bambine come Giochi per bambine e la logica è la stessa, anche se – a onor del vero – qualche minoritario gioco di logica c’è.

Giochi per bambine

giochiperbambine

Giochi per bambine

Vestire
Decorare
Cucina
Trucco
Barbiere
Bellezza
Mascotte

Ci sono anche: Rompicapo,  Moda,  Danza,  Musica,  Disegnare,  Colorare,  Disegno,  Simpatici,  Tavola,  Unghie,  Carte,  Bambole,  Memoria, Ristoranti, Principesse, Abilità, BellSimulazione,  Divertenti, Per Ragazze,  Disegni da Colorare,  Giochi di Puzzle, Unisci i Puntini.

 

Abilità e Memoria vrs Bellezza e Cura

Questa veloce ricognizione del web per bambini offre uno spaccato chiaro di come lo stereotipo di genere resista fortissimo anche online.

Da una parte i bambini vengono coinvolti in attività che ne mettono a fuoco l’abilità, le capacità costruttive, la dinamicità (Macchine, Moto, Sport, Memoria) dall’altra ci si rivolge alle bambine cercando di interessarle a giochi legati all’estetica (Trucco, Bellezza, Moda) o alla cura degli altri e al cibo (Ristorante, Cucina, Baby Sitter).

Il web riflette il mondo facendone parte a pieno titolo e il mondo è un posto in cui gli stereotipi di genere cominciano a conformarci come persone a partire dalla giovanissima età.

La comunicazione, anche online, deve rimanere in allerta di fronte a questi segnali e chi – come la sottoscritta – ci lavora, ha un ruolo fondamentale nell’immissione di punti di vista diversi e critici.

Perché ciò che è più pericoloso è ciò che cominciamo a considerare normale in quando SFONDO e questo non può essere il nostro sfondo.

Su ispirazione di un bel post di In genere (che vi invito a leggere)  ho fatto anche io (ieri) una ricerca su Google.

Ho scritto “Le donne sono” ed ecco come il motore di ricerca (che riflette ciò che viene maggiormente digitato) ha risposto:

 

La strada è ancora molto lunga, anche quella digitale.

COMMENTA CON FACEBOOK
9 commenti
  1. Fabio dice:

    Buongiorno Francesca, mi chiamo Fabio e sono il responsabile dei contenuti che vengono pubblicati su http://www.giochi.com. Il sito in questione, essendo posizionato molto bene su Google con il nome di un personaggio prettamente per bambine (Baby Hazel), ha un target appunto femminile e in età scolare. Dalle statistiche il tempo medio di permanenza sul sito è di circa 10 minuti e l’orario di punta è dalle 17 alle 19. Questi dati farebbero intuire che prima si fanno i compiti e poi ci si collega ad internet per giocare, per un tempo limitato. Penso che la televisione sia molto più dannosa e conformante, ma questa è una mia opinione personale.

    • Francesca Sanzo dice:

      Buongiorno Fabio,
      grazie mille per aver voluto commentare e aprirti al confronto qui. La mia analisi non voleva assegnare un punteggio a cosa sia più o meno conformante o più o meno stereotipato, ma si concentrava sull’offerta ludica online per bambine e bambini. Perché differenziarla? Perché i “giochi di cucina” o quelli di “baby sitter” si rivolgono SOLO alle bambine e alle ragazze, mentre per i maschietti la scelta spazia dai giochi di abilità a quelli di costruzione? Forse saranno le donne a doversi occupare della cura della casa e della famiglia e gli uomini potranno lavorare a progetti logici, matematici e di progettazione? E’ questo che a me non piace, che sposa gli stereotipi secondo i quali esistono delle differenze di ruoli, delle differenze di genere rispetto alle possibilità e alle tipologie di cose che possono fare l’uno o l’altra. Fino a quando esisteranno giochi per bambini e giochi per bambine e non giochi per tutti, ognuno secondo la propria inclinazione e gusto, credo che difficilmente potremo aspirare a un cambiamento più generale, che ci scrolli di dosso una cultura fondata non sulla diversità (che quella, spero, sarà prima o poi un valore) ma sul ruolo. Ecco Fabio, spero con il mio post di avere quanto meno attivato una riflessione in chi, come te, si occupa di pensare all’intrattenimento online dei nostri bambini, che io per prima apprezzo, se gestito in maniera consapevole da parte delle famiglie alle spalle dei bambini stessi 😉

  2. gaia dice:

    Reputo molto interessante l’analisi condotta da Francesca Sarno, che porta alla luce, quella che vorrei definire come una situazione retrograda, che si basa ancora sulla differenza uomo-donna, che plasma le coscienze sin dalla prima infanzia,attraverso il gioco on-line per bambini. Vorrei capire se tale “diversità” viene portata avanti, (da strumenti che a prima vista potrebbero sembrare innocui), in maniera consapevole, cioè per ottenere proprio questo risultato o per una superficialità nei riguardi della pedagogia, sottovalutandone quindi i risultati.

  3. Fabio dice:

    Di nuovo buongiorno Francesca,
    il discorso è molto semplice e non si tratta di conformare un sesso o un altro. Un sito funziona bene se è ben posizionato su Google. Quindi se un sito compare ai primi posti con giochi per ragazze, dovrà offrire giochi di quel tipo. L’utente che cerca giochi per ragazze, saprà già che arriverà su di un sito che avrà al suo interno giochi di cucina, giochi di vestire, giochi di baby sitter, ecc…Scommetto 1000 euro ma anche di più che se al suo interno ci fosse la categoria giochi di soldati, questa verrebbe snobbata alla grande e qualche utente potrebbe anche muovere qualche critica. Quindi è il sito che si conforma alla richiesta e non viceversa. Un test infallibile è quello riferito alle immagini. Senza mettere scritte di alcun tipo, un immagine di un gioco di un soldato, di un carro armato o di un pallone di calcio, sarà cliccata dai maschietti. Viceversa dalle femmine una immagine di una mamma che tiene in braccio un neonato o di un gattino ammalato…D’altronde se io cerco cravatte, entro su di un sito e oltre alle cravatte, mi trovo pagine di scarpe da uomo e camice da uomo, risulta probabile che io magari un salto su queste pagine lo faccio. Quasi impossibile sarebbe visitare eventuali pagine di pochette, smalto per unghie o collant 🙂

  4. Francesca Sanzo dice:

    secondo me Fabio stiamo proprio parlando di cose diverse 😉 e francamente non auspico che le femmine sposino giochi come quello del soldato ma che cominci a diffondersi una cultura del gioco “senza sesso” e che questa cultura traspaia anche dalle scelte che vengono fatte da chi opera online. E’ un problema culturale quello degli stereotipi e il web semplicemente riflette quanto si è naturalizzato in noi. Il fatto che in tanti clicchino non significa che sia giusto, non significa che abbiano ragione quelli che differenziano per sesso i giochi, significa solo che quella cultura è totalmente ancorata alla realtà. Io sogno e lavoro per fare in modo (nel mio piccolo, con mia figlia) che si superi un concetto davvero arretrato di ruolo e differenza di genere, portato avanti a tutti i livelli, anche online. E le tue risposte, Fabio, scusami ma lo confermano. Le scelte di marketing di solito sono conservative, credo che si possa invece provare ad avere coraggio. Il coraggio è premiante e spesso valorizza chi ha a cuore, oltre che i clic, un diverso approccio al mondo, meno stereotipato e che non preveda, per forza, che i bambini debbano giocare con il pallone o i soldati e le bambine con i pentolini e i bambolotti. A volte capita il contrario, a volte questi giochi non piacciono a nessuno dei due. La differenziazione è comunque una proiezione culturale degli stereotipi introiettati dagli adulti. Oggi è la giornata dei diritti per l’infanzia, auspico che si pensi anche al diritto dei bambini e delle bambine ad essere qualcosa di unico, non predeterminato in base al sesso di appartenenza. A partire dal gioco. 😉

  5. Anna dice:

    C’è chi usa le esigenze e chi esige il cambiamento.
    Alla luce del post e dei commenti mi sorge un dubbio: Chi fa le ricerche online? Chi compra? Chi sceglie? L’adulto, o almeno dovrebbe essere così.
    Tradotto: il primo che osa regalare il mocio vileda in miniatura (esiste) a mia figlia perché rientra nei “giochi per bambine” si ritroverà a gestire anni di femminismo e pensiero della differenza (lasciati in eredità da mamma e zie molto attive) concentrati in essenza di rabbia mai vista prima.

  6. Fabio dice:

    Il discorso è molto complicato ma le differenze fra i sessi ci sono. Parlo come persona e non come gestore di un sito di giochi online. Io da piccolo, mi ricordo che avevo macchinine, trenini ma anche il Big Jim e la Barbie con relativo camper. Avevo anche il “Dolce Forno”, dove mi divertivo a preparare biscotti. Non giocavo da solo, ma anche con altri maschietti. Non ci siamo mai sognati di pitturarci le unghie o di giocare alla parrucchiera…Secondo me ci sono giochi per tutti e giochi ben definiti per un sesso o l’altro. Sono padre e anche zio. Quando ci troviamo tutti insieme un pallone non manca mai…Ad un certo punto arriva la nipotina che annoiandosi a morte: “Zioooo, giochi insieme a me alla parrucchiera, poi facciamo la spesa e poi ti posso pitturare le unghie”.

  7. Fabio dice:

    Faccio un altro intervento e poi stoppo un attimo la discussione, perché ho del lavoro da mandare avanti. Gestisco anche un sito dedicato alle piante. L’utenza è 75% femminile e 25% maschile. Come mai questa differenza? Forse agli uomini non piacciono o piacciono di meno i fiori e le piante? Dai dati di accesso, direi di si.

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