La violenza sulle donne parte anche dalla comunicazione

Non servono grandi proclami se non cambia il modo di intendere la donna come oggetto. E deve cambiare anche nella comunicazione: ideologismi e prese di posizione politica rimangono e sono FUFFA. Parliamo con le persone, con il linguaggio delle persone. Perché l’istinto triviale che ci porta a commettere violenza si forma, cresce e promuove anche su questo humus fertilissimo che è la COMUNICAZIONE, ovvero la cornice di contesto con cui intendiamo il mondo.

L’ennesimo esempio di una pubblicità davvero brutta, per la quale vale la pena di scrivere allo IAP. L’azienda è la Bioexen e chi si è occupato del video (non so se anche del cartaceo) Emme Comunicazione

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2 commenti
  1. Emme Comunicazione dice:

    Emme Comunicazione ci tiene a precisare che ha realizzato lo spot su indicazioni precise e storyboard del cliente.
    Non abbiamo realizzato la pubblicità cartacea. Buon lavoro.

  2. Annamaria Arlotta dice:

    Gentile Emme Comunicazione,
    ognuno si deve prendere le proprie responsabilità, si può dire al cliente “no, la mia agenzia non produce pubblicità sessista, contribuendo a far identificare la donna sempre e solo con l’erotismo”. Ci sono fior di agenzie che lo fanno. Non si può scrivere, come fate voi, le parole che incollo qui, e poi comportarsi all’opposto.

    “Filosofia
    EMME COMUNICAZIONE riflette. Le lettere si specchiano, nella semplicità di una scelta stilistica ispirata dal primario concetto che le cose possono essere giuste anche se rovesciate. Un’apertura mentale che induce a cercare sempre soluzioni alternative ed innovative, un invito a noi stessi e ai nostri referenti a guardare da altre direzioni per colpire il medesimo obiettivo”

    Alternative? Innovative? O vecchie come il cucco?

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