Web e tecnologie alle elementari: intervista a Caterina Moscetti

Il web mette in circolo idee, pratiche educative, riflessioni e stimoli per la crescita e l’innovazione. Il web è entrato nella didattica di classe come strumento di conoscenza e di  condivisione, come una finestra sempre aperta sul mondo; non ha sostituito i tradizionali canali di ricerca ma li ha integrati e resi più articolati ed attuali.

Caterina MoscettiCon Caterina Moscetti ci siamo conosciute l’anno scorso, grazie a un comune amico. Entusiasta di CoderDojo, è venuta a Bologna in occasione del lancio dell’iniziativa in città e abbiamo avuto l’occasione di passare qualche ora insieme. Ci accomuna l’interesse per la didattica ai tempi del digitale e abbiamo entrambe a cuore la diffusione della cultura digitale e tecnologica come opportunità di crescita personale per gli adulti e per le generazioni di bambini e adolescenti. Sempre molto attiva, il suo lavoro di insegnante elementare che si mette in gioco con un approccio didattico collaborativo, mi ha entusiasmato fin da subito. Lei è stata tanto gentile da rispondere ad alcune domande e raccontare qui la sua esperienza, da cui i molti educatori interessati ad integrare il proprio modello didattico con il digitale, potrebbero davvero trarre spunti interessanti (a me, per esempio, sono già venute un sacco di idee!).

E se alla fine dell’intervista, avrete voglia di conoscerla meglio, consiglio la partecipazione all’hangout #Parliamone con lei e Agnese Addone, mercoledì 11 giugno alle 17.

Una breve biografia

Insegnante di scuola Primaria presso Istituto Comprensivo di Sigillo (Pg), alla continua ricerca di nuovi percorsi didattici. Il coding applicato all’educazione è l’ultima, entusiasmante, scoperta.

Champion di CoderDojo Sigillo

In che modo il web ha influito sul tuo approccio alla didattica in classe?

Ho sempre considerato la tecnologia uno strumento da utilizzare nella didattica. Ricordo le presentazioni fatte insieme ai bambini con programmi di videoscrittura: foto, musica e testi per raccontare una conoscenza maturata in classe, cercata sui libri di scuola e nel mondo circostante, quello vicino ai nostri sensi. Poi il web è entrato nella mia vita quotidiana e ha influenzato il mio modo di pensare la didattica, sia con i suoi strumenti e  suoi contenuti, sia con la formazione e gli scambi che esso mi permette di sperimentare quotidianamente. Il web mette in circolo idee, pratiche educative, riflessioni e stimoli per la crescita e l’innovazione.Il web è entrato nella didattica di classe come strumento di conoscenza e di  condivisione, come una finestra sempre aperta sul mondo; non ha sostituito i tradizionali canali di ricerca ma li ha integrati e resi più articolati ed attuali.

Insegno in una scuola Primaria e con gli alunni navighiamo il web in tanti modo possibili. Abbiamo iniziato qualche anno fa utilizzando un wiki per la scrittura collaborativa: da allora non ci siamo più fermati. La cassetta degli attrezzi digitali è in continua evoluzione: cose che entrano, cose che escono e alcune che rimangono. Nelle ultime esperienze didattiche abbiamo utilizzato la Scratch community per programmare animazioni e giochi, Liber.io per sperimentare la costruzione di e-book.

Il web alimenta anche l’orientamento alla condivisione. Guidare gli alunni alla produzione di contenuti educativi da rendere disponibili online è un passaggio importante che rende i ragazzi costruttori attivi della conoscenza e individui disponibili a fare qualcosa per contribuire alla diffusione del sapere.

La consapevolezza che esiste una quantità enorme di dati, di notizie e di persone è lo stimolo dal quale partire per dotare i ragazzi dei fondamentali strumenti di analisi critica per utilizzo consapevole delle potenzialità del mondo digitale.

I genitori dei tuoi studenti come hanno accolto le tue proposte di uso attivo del digitale?

Quando si tratta di web e minori occorre un approccio prudente e che tuteli la sicurezza dei ragazzi. Prima di iniziare ad utilizzare il digitale e la navigazione web, ne ho sempre dato comunicazione ai genitori, che insieme alla scuola hanno l’importante compito di accompagnare l’ingresso dei ragazzi nel mondo del digitale e della Rete.

I genitori si sono mostrati da subito favorevoli all’utilizzo attivo del digitale nella didattica,  atteggiamento confermato dopo la realizzazione delle attività, avendo valutato positivamente i risultati ottenuti. Con i genitori degli alunni è quindi corretto adottare un comportamento aperto alla collaborazione ed alla trasparenza rispetto ai metodi ed ai percorsi didattici.

 (Tra i tanti) Se dovessi dare un consiglio agli educatori meno propensi all’uso delle tecnologie in classe, quale sarebbe?

 Agli educatori meno propensi all’uso delle tecnologie racconterei che ci sono dei ragazzi di undici anni che vengono a scuola dopo l’orario di lezione. Hanno scelto volontariamente  di partecipare al laboratorio di competenza digitale che abbiamo progettato insieme: orario, strumenti e cose da fare. Se un giorno salta l’incontro chiedono di recuperare, organizzandosi tra una partita di calcio ed una lezione in piscina! Io trovo che questo racconto dovrebbe togliere ogni dubbio! C’è qualcosa che i ragazzi adorano e che hanno una curiosità infinita di conoscere: la tecnologia. Dunque:

non lasciamoci sfuggire questa occasione, abbiamo in mano una forte leva motivazionale;

non fermiamoci di fronte alle prime difficoltà dell’utilizzo degli strumenti, siamo bravi ad aggiornarci ed abbastanza curiosi da riuscirci;

non adagiamoci sulla scarsità delle dotazioni tecnologiche ma integriamo ciò che abbiamo con i dispositivi personali dei ragazzi ( cit. “Possiamo portare il nostro computer a scuola? Che bello! );

non contrapponiamo il digitale e l’analogico, il libro di carta con quello digitale, il reale e virtuale. Credo che equilibrio ed integrazione siano una buona strada da percorrere;

valutiamo sempre come consentire un utilizzo corretto e sicuro dei dispositivi collegati al web;

l’importante è iniziare. Programmate una attività, scegliete una tecnologia che vi è familiare e sperimentate. Mi direte come è andata a finire e dove sarete arrivati!

Digitale e creatività: in che modo pensi che fino dalle elementari questo possa essere un binomio vincente?

Il digitale consente ai bambini di esprimere  la propria creatività permettendo loro di costruire oggetti utilizzando i numerosi strumenti disponibili.

Trovo che sia interessante e costruttivo utilizzare il digitale per realizzare percorsi didattici che definisco Upside down, sottosopra. Il ribaltamento avviene perché la lezione frontale è sostituita  dall’ analisi collettiva  del nuovo da conoscere, analisi che ha l’obiettivo di creare oggetti digitali che approfondiscano i temi in discussione o che raccontino attività scolastiche. Gli strumenti scelti dai ragazzi variano secondo le loro preferenze e gli obiettivi da raggiungere (Prezi, Scratch, creazione video, software Lim,…). In questi percorsi, l’uso della tecnologia digitale non è finalizzato al funzionamento dello strumento, ma è mezzo per esprimere la propria creatività, per sistematizzare e condividere il risultato dei percorsi di conoscenza. Il digitale facilita, inoltre,  vie di ricerca personali, alimentando lo sviluppo del pensiero divergente e la propensione ad osservare i fenomeni da diversi punti di vista. Il ruolo dell’educatore è quello di colui che pone domande senza dare delle risposte immediate.   Durante una ricerca, poco proficua, di materiale video su un argomento specifico, una bambina di 8 anni mi ha detto: “Maestra se non lo troviamo come ci piace, costruiamocelo da soli!”.

 

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