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Social Network: dipendenza, disintossicazione, giusto mezzo

Ieri ho letto questa bellissima intervista ad Alex Giordano che riflette criticamente sulla Social Innovation e sul suo rapporto con i Social Network, reduce da una “disintossicazione” di 3 mesi e mi sono messa a pensare al rapporto che ciascuno di noi ha con Facebook, Twitter e tutti i canali di condivisione digitale che oggi fanno parte del nostro quotidiano. Un’affermazione di Alex continua a martellarmi nella testa:

Tra tanta enfasi della socialità in realtà quello che ci piace celebrare sono solo “ipotesi di relazione”. Stiamo preferendo la pornografia alla sensualità, in un’orgia evolutiva al ribasso: abbiamo tecnologiche e strumenti che utilizziamo per scimmiottare quello che già esiste, per far peggio quello che altri strumenti anche primitivi facevano già piuttosto che metterci tutti a studiare come questi strumenti possano migliorare la nostra condizione umana”.

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Wikipedia e le donne #Bologna

Sabato 23 Marzo 2013 presso lo Urban Center di Bologna si terrà l’incontro Marilyn, Rita, Caterina: Wikipedia e le Donne, volto ad affrontare il tema della presenza e della partecipazione femminile all’enciclopedia online più famosa di sempre.

Incontro organizzato dalle associazioni Girl Geek Dinners Bologna e Wikipedia Italia.

Il nome dell’evento si collega a tre pagine di Wikipedia che verranno analizzate durante il workshop, per mostrare diversi esempi di copertura di voci riguardanti figure femminili sull’enciclopedia: Marilyn è Marilyn Monroe, la cui pagina è segnalata come voce di qualità, cioè una voce ritenuta particolarmente accurata e completa dalla comunità wikipediana; Rita è Rita Levi Montalcini, la cui voce è molto buona ma richiede ancora qualche aggiustamento; Caterina, infine, è Caterina Enrichetta di Borbone, una nobildonna italiana la cui pagina ha bisogno di diverse correzioni e miglioramenti.

Secondo gli ultimi dati sulla comunità della Wikipedia in inglese è emerso come la presenza femminile si attesti al di sotto del 15%: la sensazione è che la versione italiana non si discosti di molto da questo scenario. Inoltre, è senza dubbio riscontrabile un divario di genere sui contenuti: tra tutte le biografie di qualità, ad esempio, solo 8 su 57 riguardano figure femminili.

L’evento si articolerà in due momenti differenti:

Uno in cui ci saranno dei brevi speech a cura di Linda Serra Presidente di Girl Geek Dinners Bologna, Leda Guidi Responsabile di Agenda Digitale Bologna, Frieda Brioschi Presidente di Wikimedia Italia, Emma Tracannella responsabile per Wiki Loves Monuments Italia e GGD milanese.

Nella seconda parte dell’evento si terrá un workshop a cura di Ginevra Sanvitale di Wikipedia Italia.

Il workshop partirà con una breve spiegazione del funzionamento base di Wikipedia, ovvero quali sono i principi su cui si basa, cosa significano “libera” e “collaborativa”, cosa si intende per fonte secondaria, come funziona la comunità. Dopo di questo procederemo alla modifica concreta di alcune pagine riguardanti figure femminili che contengano errori o abbiano bisogno di essere formattate, in modo da imparare i primi elementi di sintassi attraverso la loro applicazione diretta. Lo scopo è quello di mostrare attraverso la pratica come editare Wikipedia sia molto più semplice di quanto si pensi, e come anche correggere una virgola o un grassetto siano operazioni importanti per lo sviluppo e l’autorevolezza dell’enciclopedia.

Girl Geek Dinners Bologna è un’associazione di promozione sociale che opera sul territorio bolognese dal 2009. L’associazione ha come obiettivo la promozione di internet e della cultura digitale come principali driver di emancipazione femminile, democrazia e libertà.

Per informazioni:

staff@girlgeekdinnersbologna

www.girlgeekdinnersbologna.com

il tag ufficiale è #wikidonne

 

Rappresentanza femminile

Stando ai dati del Censimento 2001 (quello del 2011 deve essere ancora completato) in Italia ci sono 100 donne ogni 93,8 uomini (fonte Censimento2011.blogspot).

Eppure

Eppure la rappresentanza femminile in azienda, sui Media (giornali, tv) e nella società è sempre nettamente inferiore a quella maschile.

Siamo proprio sicuri che l’emancipazione non si realizzi reclamando spazi, come ha scritto qualcuno in un commento al mio post Wired e le donne? Siamo sicuri che in questo paese non ci sia invece bisogno di fare emergere questa ANOMALIA che configura e racconta un mondo fatto dagli uomini per tutte le persone?

Nessuno crede nelle quote rosa a tutti i costi, lo si ripete di continuo, lo sento dire da uomini e anche da donne. Anche io ero perplessa fino a qualche mese fa. Ma siamo sicuri che non stiamo scambiando ipotetiche quote rosa con qualcosa di più complesso, ovvero una rappresentanza femminile che rappresenti la totalità del mondo? Siamo sicuri che – visto che in Italia – non riusciamo a ottenerla naturalmente, non possa essere utile “imporla” per legge, almeno a certi livelli (consigli di amministrazione, quote in azienda)?

Le due notizie di oggi, che hanno fatto scaturire questa riflessione sono:

Una recente ricerca mette in relazione i compensi più bassi delle donne con una minore POSSIBILITA’ di FARE RETE con persone influenti, possibilità nettamente superiore per gli uomini. Io sono sempre più convinta che sottovalutiamo (per comodo o per pigrizia) la fondamentale importanza della RAPPRESENTAZIONE che si traduce in RAPPRESENTANZA di tutti gli attori coinvolti.

Donne, lavoro, discriminazione

Domani sera alle 22.30 circa sarò ospite, a Bologna, di Salotto Precario, alla Festa Provinciale dell’Unità del Parco Nord per affrontare il tema delle discriminazioni sul lavoro lette in chiave femminile:

VENERDÌ 10 SETTEMBRE, ore 23.00

DISCRIMINAZIONE: NEL LAVORO E NON SOLO

Salotto Precario sulle discriminazioni, con particolare riguardo al punto di vista precario e femminile

Con contributi di Daniela Bortolotti, Francesca Rossi, Francesca Sanzo (network Donne Pensanti) e tante altre.

E’ un’occasione di confronto e per riflettere su un tema complesso e stratificato. Io ho scelto di partire dalle testimonianze raccolte in community per cercare di individuare elementi comuni alle molte donne che hanno partecipato all’inchiesta. Con le socie fondatrici di Donne Pensanti e dialogando con Stefania Boleso abbiamo anche pensato a qualche proposta per le Istituzioni e per agire attivamente, come donne, sul problema.

Ma il contributo vero lo daranno tutti coloro che vorranno partecipare alla serata, con racconti, riflessioni, punti di vista.

Vi aspettiamo domani e ringrazio Daniela Bortolotti per avermi voluta invitare.

Colgo l’occasione per ringraziare anche Eloisa Morra che ha ritenuto interessante intervistarmi per Cronache Laiche. Ne è uscito un articolo che riassume obiettivi, presupposti e storia di Donne Pensanti. Grazie!

Donne e lavoro: discriminazioni e altro

Donna al lavoro

Il 10 settembre 2010 sarò ospite di Salotto Precario, nell’ambito della Festa provinciale dell’Unità di Bologna.

Il tema è quello del lavoro e delle discriminazioni nei confronti delle donne. Mi piacerebbe riflettere su casi concreti, le vostre storie quotidiane, quello che pensate come donne e uomini sull’argomento.

Sul SOCIAL NET di Donne Pensanti ho attivato un forum dedicato all’argomento e mi piacerebbe che in molti rispondessero ad alcune domande sul tema per avviare un confronto che sarà utile a noi e da cui vorrei trarre considerazioni da mettere sul piatto anche nell’ambito della serata a Salotto Precario.

Il forum è: http://donnepensanti.ning.com/forum/topics/donne-e-lavoro-stipendi

Troppo spesso le donne tacciono situazioni discriminanti perché temono per la propria indipendenza e stabilità professionale e perché SOPRATTUTTO non sanno di NON ESSERE SOLE.

Discutendone e facendo uscire il tema dal tabu, forse ci accorgeremo che in tanti possiamo provare a cambiare le cose. Ci proviamo?

Ho disattivato i commenti qui perché vorrei che si attivasse la discussione  sul social net dove ho segnato anche alcune domande generali che possono essere uno spunto per raccontare la vostra esperienza


Pubblicità svilenti e offensive: come si segnalano?

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Non dobbiamo subire in silenzio (uomini e donne) gli stereotipi imposti da un certo genere di pubblicità che ha abdicato alla creatività a favore delle facili metafore sessuali.

Possiamo confrontarci e affrontare con determinazione chi produce contenuti che sviliscono l’immagine femminile, la cultura e l’immaginario collettivo contattando direttamente tutti coloro che sono coinvolti: pubblicitari, politici, televisioni.

Possiamo far emergere i casi emblematici affinché si allarghi la discussione e lo spirito critico, gli occhi nuovi con cui vedere a queste cose siano sempre di più: se la maggioranza delle pubblicità usa lo stesso messaggio che mercifica il corpo, dopo un po’ ci abituiamo, lo consideriamo normale. Ogni giorno un pezzettino di noi si assuefà e ci svegliamo una mattina che non riteniamo più di poter agire attivamente ma solo subire.

Se SMONTIAMO queste pubblicità, le guardiamo con occhi obiettivi ma critici e cerchiamo di cogliere TUTTI I SENSI contenuti in un determinato messaggio, ci accorgeremo che per fare pubblicità al caffè non serve ventilare ipotetici favori sessuali dell’immagine femminile mostrata sul manifesto. Non occorre, per vendere un telefono a Natale, trasformare Babbo Natale e le renne in pettorute ragazzine in posizioni invitanti.

Se SMONTIAMO i messaggi, ci accorgeremo che spesso le frasi associate alle immagini dicono molto più delle immagini stesse e che in maniera pervasiva, sottile ma costante, il messaggio va in una direzione ben precisa che è svilire la donna, il suo ruolo nella società e nelle relazioni con l’altro sesso, per ridurla a oggetto di desiderio o bramosa pantera che ha un unico obiettivo: accapparrarsi i favori dell’uomo.

Quando, dopo aver smontato una pubblicità o una trasmissione di questo genere, ci rendiamo conto che il caso è proprio questo:

POSSIAMO FARE QUALCOSA!

In una società matura è necessario che possano convivere le contraddizioni e le dicotomie e che si sviluppi la possibilità del confronto e della riflessione, anche in base ai punti di vista di coloro che non la pensano come noi.

Dato che l’obiettivo di questo progetto è soprattutto AMBIRE a questa società matura, in cui la questione culturale sia fortemente rivalutata e di cui l’immagine della donna (ormai monotematica) è la cartina di tornasole, quello che ci interessa è DIMOSTRARE che insieme possiamo fare molto, che LA RETE può dare voce anche alle persone come me (Francesca Sanzo che scrivo), a chi posta fotografie scattate al volo nella propria città e a tutti coloro che hanno voglia di fare qualcosa.

Se non vogliamo diventare censori possiamo diventare SEGNALATORI.

Istituto di autodisciplina publicitaria

Le pubblicità che offendono un gruppo di persone, un genere, una categoria in particolare possono essere segnalate, facilmente, all’Istituto di Autodisciplina pubblicitaria che prenderà in carico la nostra segnalazione e deciderà se quella campagna è davvero offensiva, obbligando, nel caso a rimuoverla dalle nostre città, da giornali e televisioni.  Riguardo alle donne, lo IAP ha stipulato un protocollo d’Intesa molto interessante.

E questo è il MODULO da compilare per le segnalazioni.

Dialogo

Esiste poi la possibilità di scrivere mail alle aziende coinvolte affinché sappiano che la cosa è emersa, che non abbiamo intenzione di stare in silenzio. Mail che devono richiamare al dialogo e far capire che oggi il potere del PASSAPAROLA è fondamentale per la buona riuscita o meno di qualsiasi prodotto, sia di comunicazione che commerciale.