Mentuccia e favole al telefono, anzi su skype

La mia cosa bella di oggi, qui a AngoloB, è una piantina di menta dell’anno scorso che sta spuntando nuova, nuova: per una che fa morire anche le piante finte, questa è una specie di laurea in giardinaggio. Ho fatto una foto e l’ho regalata alla mia migliore amica, a Padova, ma volevo mostrarla anche qui che magari tra voi che leggete c’è un naso fino, fino, di quelli che hanno trovato il modo e la magia di sentire il profumo dei bit. 

La mia mentuccia, mi sono detta, non mente, ammanta, mentore di speranza: adesso devo solo stare molto attenta a non morirla di troppa acqua e amore. Per fortuna accanto a lei c’è il mio nano guardiano che pisola quando non ci sono ma adesso fa doppio lavoro che sono sempre qui e bada alla mia casa e a me e alla mia bambina che bambina più non è. 

Ma la cosa più bella di oggi siamo Lui e io che ceniamo su skype e ci leggiamo Gianni Rodari a distanza: sono le nostre favole al telefono, anzi su skype. Una leggo io, una la legge Lui: il nostro modo di farci le coccole a distanza, di stare accanto e di sostenerci.

Che c’è una cosa che è diventato l’Amore di questi tempi ed è sostegno: una volta caschi tu e io ti tiro su, una volta casco io e tocca a te.

È un segreto, questo, che stiamo imparando tutti quanti, non serve un fidanzato o un marito, una moglie o una compagna: basta qualcuno che ci chieda “E tu come stai?” e lo faccia sul serio. 

E poi. 

Poi ci si può sempre leggere le favole su Skype o al telefono, hai mai provato?

Lo fa anche il regaz dell’ultimo piano, sono favole diverse, ma lo sento bisbigliare paroline in terrazza a qualcuno a cui tiene e sono paroline tonde, che rotolano e non hanno bisogno dell’autocertificazione per viaggiare lontano: mi immagino che arrivino almeno fino a via Turati a Bologna o forse sono le Due Torri o addirittura a Castenaso e fin verso Medicina, che giù di là ne hanno un gran bisogno. 

Io mi prendo quelle del mio Lui che ha un voce di vellutino e delle volte deve mettere gli occhiali per leggere e delle volte no, che noi siamo anziani a singhiozzo, di quelli che un po’ si  adeguano e un po’ fanno la resistenza all’occhio che si incaglia. 

L’altra cosa bella di oggi – e fanno tre – sono io che lavoro in terrazza nello sprazzo del sole e scrivo, scrivo e un po’ chiacchiero con i vicini a destra, per aria, a sinistra e in ogni dove e la signora elegante del piano di sopra, sporta per guardarmi, mi confida che si è messa in pantaloncini e che se non può uscire di casa e lavorare, almeno prende la tintarella e poi mi dice: “Guarda che tu hai la faccia tutta rossa, se non ti metti la crema ti ustioni!”. 

Nel frattempo nel palazzo dell’altro cortile qualcuno se la prende con un cane che abbaia e gli dice: “Zitto cane, non abbaiare che almeno tu puoi andare fuori a pisciare.”

Io vado davanti allo specchio e ha ragione lei, Miss Tintarella, sono tutta rossa come un peperone. 

 

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