In che modo avere un blog, usare i Social Network, essere in rete e conoscere alcuni linguaggi del web mi è servito per lavorare? In che modo la mia esperienza può essere l’exemplum dell’esperienza di altre persone? Quali sono le opportunità della Rete per le donne?
Queste sono solo alcune delle domande e delle riflessioni che – fatte in progress – insieme ad altre donne (GGD Bologna, Mara Cinquepalmi) – hanno portato all’idea e alla realizzazione (io per conto dell’associazione Donne Pensanti) di un evento che si terrà sabato 15 ottobre 2011 a Bologna: Le nuove professioni delle donne e a cui siete tutti invitati e dove spero di incontrare parecchie delle donne che seguono questo blog.
Tutte le volte che mi chiedono: “Ma tu precisamente che lavoro fai?” oppure “Ma si può campare di blogging?” rispondere a parole non è affatto facile, eppure credo che per chi verrà ad ascoltare le relatrici di quell’evento, sarà tutto abbastanza manifesto.
No. Non si può vivere di solo blogging. Sia chiaro. E infatti io non faccio solo quello e infatti io sono sempre alla ricerca di nuove partnership (a buon intenditor…;-)) e oltre alla parte di scrittura, che è senz’altro quella che preferisco, affianco anche il lavoro sui Social Media, di pubbliche relazioni – che cerco di fare secondo un codice etico preciso – e di valorizzazione di contenuti editoriali.
Ma è vero che il blog è un biglietto da visita importante se hai delle idee. Sia che l’idea sia la stessa per cui apri un blog, ovvero scrivere, sia che l’idea sia una lampadina geniale, accesa nel cervello, che vuoi riuscire a fare conoscere.
Perché il blog, in quanto strumento in progress, racconta un divenire ed è molto difficile trasformarsi in ciò che non si è, in un divenire. Il bluff riesce per tempi limitati.
La rete oggi si crea sui Social, il tuo blog (e quindi la tua idea) la promuovi sui Social e attraverso i legami deboli puoi far conoscere il valore di quello che dici, di quello che fai e di come lo fai. Ne ho parlato altre volte, si chiama anche Personal Branding.
A molti sembra scontato quanto possa essere importante il web per la propria professione, ma non lo è affatto per un sacco di gente. L’idea di raccontare (attraverso speech e anche attraverso workshop pratici) quanto alcune donne sono riuscite a fare grazie alla rete, affinché sia di esempio e sprone per altre donne, vuole essere un modo concreto di condividere esperienze e conoscenza e di coinvolgere persone che – in particolari momenti della vita – sono “esiliate” dal mondo del lavoro. Volenti o nolenti.
I dati sull’occupazione femminile e sul divario salariale tra uomo e donna nel nostro Paese, non sono confortanti e se da una parte dobbiamo pretendere dalle Istituzioni leggi e provvedimenti che invertano la rotta, dall’altra bisogna rimboccarsi le maniche e diventare anche artefici del cambiamento, in prima persona.
La rete in questo può aiutare.
Sottolineo quel “può” perché troppo spesso viene invocata illusoriamente come panacea di tutti i mali, specie delle donne, specie delle mamme in cerca di lavoro. Le mamme sono oggi il target più ghiotto per moltissime aziende e le blogger che hanno figli diventano spesso l’obiettivo di qualsiasi tipo di engagement che può diventare, quando non trasparente, anche illusione di un possibile lavoro futuro (in alcuni casi sottopagato), per ciò occorre attenzione e consapevolezza, entrambe competenze che si sviluppano con la conoscenza e la partecipazione dei/ai fenomeni.
Se dal punto di vista professionale, i lavoratori del settore ICT sono prevalentemente uomini, tra gli utenti la presenza femminile è fortissima (in Italia il 45% delle donne naviga in Rete): vogliamo lasciare che un ambiente dove puoi modellare la tua professione e la tua idea creativa come la Rete rimanga appannaggio professionale prevalente degli uomini?
Negli ultimi 3 anni (lo so bene) si è parlato moltissimo di “mamme blogger”, codificando un’etichetta e uno stile: la mamma blogger è ironica, multitasking, rimpiange l’aperitivo mentre cambia i pannolini e i pannolini mentre beve l’aperitivo, gira con I-pad ed è tecnologicamente molto attiva in rete, frequentando community di altre mamme geek.
Questa etichetta e tutti i suoi decalages hanno creato un modello al quale molte nuove protagoniste della Rete tendono a volere assomigliare. Il modello – fatto nascere anche da molti Media tradizionali – è legato alla necessità (sociologica, ma anche di marketing) di dover creare stereotipi che servano a contenere i fenomeni, a descriverli.
Ha degli aspetti positivi (ha valorizzato certamente una fetta della rete italiana e ha moltiplicato l’informazione legata ai temi della genitorialità) ma anche degli aspetti negativi: rischia di diventare un’arma a doppio taglio per le donne in rete che se non aderiscono a quel modello (successo e lavoro compreso), rischiano di sentirsi inadeguate, fuori posto un’altra volta.
Dopo aver colonizzato il web, l’imperfezione a cui abbiamo tessuto lodi in tante, si fa perfettibilità per altre, diventando un cane che si morde la coda e che alimenta la paura delle donne di fare squadra.
Lo dico con cognizione di causa perché sono certa di aver fomentato – in parte – anche io quel modello (sono in fase outing).
Ebbene, questo evento “Le nuove professioni delle donne” non vuole essere una vetrina per blogger e professioniste affermate, tutt’altro.
Vuole essere un modo per ribadire l’importanza di fare modello a se’, anche professionalmente, trovando il proprio “posizionamento” on line che è – soprattutto – conseguenza di una forte identità di idea.
Chiunque può avere un idea imprenditoriale: la rete ci offre l’occasione per provare a realizzarla. Per farlo non servono magie, non è necessario assomigliare “a quella blogger che è tanto brava e ha avuto successo” ma occorre tenere i piedi per terra, saper riconoscere l’ecosistema in cui ci si inserisce, creare legami ma con la consapevolezza del fatto che lo si sta facendo professionalmente (e dunque saper riconoscere gli amici dai contatti professionali) e affermare la propria identità con orgoglio e passione.
Dati questi primi ingredienti, poi c’è tanto lavoro di costruzione e disciplina che ha poco a che vedere con frasi mitologiche (o da buzz marketing di ultima categoria) del tipo “Diventa ricco con il tuo blog”! che fanno ridere anche i polli.
Vi aspettiamo sabato a Bologna. Ci potete seguire anche su twitter #NPDonne e se volete, nel frattempo potete leggere su Articolo37 le interviste ad alcune delle ospiti che si avvicenderanno quel giorno o – domani, ascoltare l’intervista in diretta su Radio Città del Capo a Linda Serra delle GGD che racconterà come è nato e si struttura l’evento.
L’evento sarà anche in streaming, per ciò se siete troppo lontane da Bologna e volete seguirlo, potete farlo dal vostro PC!
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