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Il metodo alimentare che sta sistemando il mio intestino (e intanto mi rimetto in forma)

Quando la dottoressa Annapaola mi ha proposto di avvicinarmi al metodo alimentare kousmine per rimettere a posto il mio intestino sballato dall’avere smesso di fumare e ricominciare a stare meglio (il colon irritabile cominciava a diventare invalidante per dolori acuti che mi prendevano, subito dopo pranzo e non mi abbandonavano fino a sera), all’inizio ero un po’ scettica. 

Al di là della chiarezza dello schema (tante verdure crude e cotte, carboidrati e proteine sia a pranzo che a cena), mi sembrava davvero faticoso dover disporre e preparare verdure crude e cotte a ogni pasto. Poi c’era questa cosa della crema Budwig per la colazione: una pappetta da preparare ogni giorno, improponibile per una come me che al mattino fatica a fare 2+2.  Continua a leggere

Da domani mi metto a dieta

La dieta non è necessariamente privazione, molto spesso per raggiungere i risultati sperati, rieducarsi a una corretta alimentazione e a un sano stile di vita, perdendo i chili in eccesso, non bisogna togliere cibi, ma arricchire e differenziare la propria dispensa. Oggi ce ne parla la Dott.ssa Elettra Martelli, biologa e nutrizionista.

Ho conosciuto telefonicamente Elettra, perché ha apprezzato il mio approccio, durante la lettura di 102 chili sull’anima e io ho molto apprezzato il suo nei confronti di chi ha bisogno di recuperare un corretto stile di vita e vuole perdere peso.

Da un po’ avevo in mente di portare su questo blog qualche parere “autorevole”, di specialisti che si occupano di corretta alimentazione e nutrizione e così ho chiesto a lei se voleva inaugurare la mia nuova rubrica “Il parere del nutrizionista” con un guest post a sua firma. Eccolo qua! Continua a leggere

Mantenere il peso giusto con una nuova cultura corpo e mente

Corpo e mente: chissà perché li percepiamo sempre come qualcosa di separato l’uno dall’altro, anche se sappiamo che non possono vivere separati e ci occupiamo o dell’uno o dell’altra.

La nostra cultura tratta il corpo – prevalentemente – come qualcosa da mantenere “perfetto”, di cui è necessario preservare la bellezza. La mente è considerata il motore e ne parliamo come di qualcosa che possa lavorare in piena autonomia.

Per anni ho pensato di essere solo mente, che il vero senso di una vita piena fosse quello di coltivare la mente: il corpo, un involucro che le persone intelligenti devono trattare tanto basta a farlo funzionare.

Ci sono i cultori del corpo, considerati ossessionati dall’estetica o salutisti talebani e poi ci sono gli intellettuali, un po’ gobbi, con l’aria emaciata di chi passa troppo poco tempo all’aria aperta.

Questi alcuni degli stereotipi in cui siamo immersi – nella maggioranza dei casi.

Invece da un po’ ho trovato un centro nuovo, non permanente, ma che mi ha aperto a nuova consapevolezza: l’energia può nascere solo dall’armonia tra corpo e mente e l’intelligenza passa dal corpo e dalla mente, così come la bellezza e il benessere.

Corpo e mente hanno bisogno di integrare competenze, passioni, pratiche: solo in questo modo si può liberare il potenziale che ognuno di noi porta in sé, nessuno escluso.

Chi non vive a un livello di potenziale tale da farlo sentire bene, da farlo esprimere per quel che vorrebbe, spesso è ingabbiato in una mente che dimentica il corpo o in un corpo che dimentica la mente. 

Quando i miei muscoli si sono addormentati, ero comunque una persona creativa, piena di interessi e curiosa del mondo e delle sue espressioni, ma ero ingabbiata: non riuscivo a fare uscire le energie che mi permettevano di realizzare me stessa. La mia gabbia era fatta di paure e le paure si nutrivano di troppo cibo: piano, piano ho interrotto la relazione con il mio corpo e lui si è sentito abbandonato. Credo che sia stato questo il motivo principale del fatto che sono diventata obesa. Credo fosse questo il motivo principale del fatto che evitavo di realizzare i miei progetti, i miei obiettivi professionali, la mia carica relazionale. 

Quando si è ristabilito, lentamente e con molta pazienza, il contatto con il corpo, anche la mia mente è esplosa a nuove possibilità.

Oggi che – in linea di massima – faccio lavorare attivamente e con gioia il mio corpo, anche la mia mente ha trovato una dimensione più sana. Oggi l’intelligenza scorre nei miei muscoli, esattamente come nei miei neuroni. 

Oggi produco pensiero quando corro e quando nuoto, esattamente come quando leggo, scrivo, mi informo.

E in questa armonia ho scoperto che non c’è realizzazione personale senza un buon matrimonio tra corpo e mente. Questo il motivo principale perché non mi piace la parola “dieta”, ma preferisco parlare di muta e stile di vita, questa la ragione per la quale sono convinta che un cambiamento personale possa passare solo dall’unione di 2 fattori: pensieri attivanti e sport.

Dimagrire molti chili senza fare attività fisica (o facendola per il tempo limitato della dieta ipocalorica) è un errore in cui cadiamo in molti, ciò non di meno, è un errore. Se non riprendiamo consapevolezza del nostro corpo, il nostro corpo si sentirà sempre straniero.

Se ci concentriamo troppo sui motivi che ci hanno spinto a ingrassare, senza considerare le opportunità offerte da un corpo che cambia e una rieducazione al movimento e allo sport, ugualmente rischiamo di impantanarci, deprimerci e decidere che siamo dei falliti.

Mentre è nell’esperienza dell’ingrassare che possiamo trovare la chiave per dimagrire e mantenere un nuovo peso: se ripercorriamo al contrario il percorso, ci accorgeremo che c’è un punto preciso in cui abbiamo dimenticato il corpo, a favore della mente, e – per paura – lo abbiamo abbandonato a sé stesso. Mutata Mutandis, solo ricordando il corpo e recuperando un rapporto con esso, potremo dimagrire.

I grassi sono stupidi, altro stereotipo nel quale anche noi obesi ogni tanto ci siamo crogiolati. No, forse i grassi sono solo molto sensibili, molto attenti ai pensieri che si attorcigliano nella testa, tanto da scollegarsi dal corpo e dal rimanere spaventati dall’energia che esso potrebbe produrre.

Tutto il resto sono le polpettine bavaresi di Fantozzi, i 7 chili in 7 giorni e quelle robe lì, da riviste di terza categoria, che ci fanno credere che il benessere sia legato all’estetica, mentre invece la bellezza può nascere solo da benessere e armonia, ovvero corpo + mente.

Sto leggendo il saggio che ha scritto, a metà del secolo scorso, l’ideatore della bioenergetica Alexander Lowen ed è illuminante:

Se voi siete il vostro corpo e il vostro corpo è voi, allora il corpo esprime chi voi siete. È il vostro modo di essere nel mondo. Più il vostro corpo è vivo, più siete nel mondo.

Tutti possono dimagrire, ma solo con un grande amore egualitario per il corpo e la mente, possiamo mantenerci in armonia e non ricadere nel circolo vizioso che ci ha già disconnesso in passato.

Rimanere in forma sotto Natale: ecco la mia strategia

 

É il terzo Natale che attraverso in regime di nuovo stile di vita: il primo (2013) ero a dieta, quindi ho cercato di trattenermi il più possibile, mentre nel 2014 avevo appena perso 40 chili e l’obiettivo era “mantenere”, oggi è un anno che ho raggiunto il peso giusto per me e l’obiettivo è sempre quello di non sforare troppo dal peso che ho addosso, stare bene, mangiare cose buone ma non ritrovarmi con 5 chili sul groppone a gennaio.

Un po’ forse l’obiettivo di molti.

Ecco allora che ho elaborato una strategia che metterò in pratica in queste due settimane di pranzi, cene, ritrovi con gli amici e doni alimentari che girano per casa.

Ho piacere di condividerla con te: magari ti vuoi unire e a gennaio poi ci confrontiamo per capire come è andata!

(E se va come spero, il prossimo anno replichiamo!) e la chiamerò la “Strategia Natale a Panzallaria” (per modo di dire).

Pranzi e cene in compagnia: cosa fare?

Natale arriva una volta all’anno e anche le vacanze non sono un evento così scontato: tanta la voglia di ritmi tranquilli, di stare con chi amiamo e passare giornate in allegria. Fioccano gli inviti a cene, la suocera da una settimana sta preparando il pranzo del 25 dicembre e proprio ieri sera siamo stati da amici per una cena tematica davvero simpatica: perché dovrei farne a meno????

La risposta è “No, non voglio farne a meno!”.

Voglio godere, davvero, di quanto le persone prepareranno per me, del piatto speciale e del momento di condivisione. Certo, questo non significa che mi strafogherò, ma può essere che arrivi a fine mangiata satolla e con qualche peccato di gola a cui non ho saputo resistere.

AMEN!

La vita è anche questo e voglio viverla bene, dato che si tratta di un periodo di eccezioni.

E per mantenermi in forma?

Per mantenermi in forma e tornare al mio peso in un tempo accettabile (fine gennaio) ecco quali sono le cose che farò:

  • 1 ora di sport tutti i giorni (di solito la faccio a giorni alterni o – minimo – 3 volte a settimana)
  • eviterò di mangiare “fuori pasto” e cercherò di trattenermi rispetto ai (troppi) dolciumi che circolano in casa
  • quando non ho appuntamenti sociali (pranzi o cene), i miei pasti saranno costituiti prevalentemente da verdure cotte e crude, proteine e un carico minimo di carboidrati complessi, in modo da equilibrare il carico che farò nelle occasioni di festa.

Ma che tipo di sport?

Io amo correre e nuotare, questo faccio regolarmente e questo farò durante le vacanze: secondo la possibilità e i tempi a disposizione, alternerò nuoto e corsa, per un’ora al giorno. Se tu che leggi non ami questi sport, puoi anche scegliere di camminare tutti i giorni 1 ora, magari in salita e a passo veloce, funziona benissimo lo stesso!

Ovviamente se non sei allenato, evita eroismi: fai qualcosa alla tua portata, incrementandolo un po’, perché quello che ti serve non è ucciderti o punirti, ma stare bene, mantenere attivo il metabolismo e goderti le vacanze!

Il peso

Il mio peso normale (da 1 anno e mezzo a questa parte, dopo che sono dimagrita 42 chili, uscendo dall’obesità) è 60,5 kg per 1 metro e 68 di altezza. Così mi sento benissimo, sono scattante, respiro bene, ho un po’ di ciccia nei punti giusti ma sono tendenzialmente molto asciutta e tonica. Questo quindi è il peso che mi rappresenta (e non ha nulla a che fare con tabelle, ecc) e il peso che voglio mantenere più a lungo, consapevole delle oscillazioni naturali, sia sul mese che sul ciclo biologico di una donna di 42 anni.

Il mio obiettivo è riuscire a stare in queste due settimane in un intervallo di peso che va dai 60,5 kg ai 62 kg massimo e poi scendere e tornare a 60,5 kg entro fine gennaio.

Io sono convinta che con la mia strategia ce la farò e se hai voglia di metterti alla prova con me, poi nei commenti a questo post mi racconti come è andata!

[25-09-2014 bologna – Ritratti di Francesca Sanzo dimagrita di 41 chili in un anno. Foto credits: Borella Federico]

 

Una buona dieta è lenta

Una delle cose che ho imparato grazie al mio percorso di dimagrimento è che sono riuscita a calare 42 chili grazie alla lentezza che mi sono concessa. Malgrado all’inizio, convinta di VOLERE cambiare, io mi sentissi un po’ frustrata dal fatto che si trattava di un percorso difficile e lungo e invisibile (quando sei in grave sovrappeso, i primi chili persi sono davvero un ago nel pagliaio), forse proprio il fatto che la massa da perdere era tanta mi ha assicurato la possibilità di introiettare il percorso, farlo mio e acquisire con calma un nuovo stile di vita.

C’erano state altre occasioni in cui avevo fatto una dieta ma i chili da perdere volavano via talmente in fretta che spesso si trattava di parentesi della vita: a parte il regime alimentare, non modificavo nulla nello stile.

E quei chili, invariabilmente, tornavano a fare capolino nel giro di qualche anno.

Quello che non capivo allora era che non basta mangiare meno per mantenere i risultati: una buona dieta è un mix di tanti fattori, in primis “culturali”.

  • Bisogna cambiare regime alimentare, adeguarsi al fatto che per un periodo (che dipende dalla quantità di massa grassa che dobbiamo perdere) dovremo mangiare meno e imparare a capire quello che mangiamo, la sua qualità intrinseca e il suo apporto calorico.
  • E’ necessario capire che la dieta ipocalorica non durerà per sempre. Quando entreremo nella fase di mantenimento  – pur mangiando in quantità maggiori – dovremo mantenere le regole che stiamo imparando, come per esempio che è meglio non mangiare un piatto di pasta a cena. A qualcuno sembrerà una banalità, ma per chi è abituato a mangiare in maniera disordinata e “consolatoria” come la sottoscritta, non lo è affatto.
  • Bisogna iniziare a fare sport, moderatamente prima, poi in maniera più aggressiva. Il nostro corpo ha bisogno di muoversi, i muscoli vanno tonificati e – specialmente se i chili da perdere sono molti – dobbiamo assicurare tono alla nostra pelle.
  • Non guardiamo al risultato finale ma a tanti piccoli risultati intermedi e sfruttiamo ogni occasione per camminare, andare in bicicletta, fare una passeggiata.

In fondo avere tanti chili sulla gobba è stato forse il modo migliore per assicurarmi, ora che quei chili non ci sono più, un buon mantenimento. Sono ormai alcuni mesi (da maggio) che sono passata a un regime alimentare di mantenimento, eppure nel frattempo ho perso altri 10 chili grazie allo sport e a un sano stile di vita. Ogni tanto mangio un dolce, ogni tanto mi concedo qualche extra, ma se per qualche giorno ho un regime alimentare disordinato (può capitare), poi mi rimetto in riga nelle settimane successive, con piccole strategie detox. Mangio molta verdura, limito i carboidrati e faccio sport con maggiore impegno. In generale comunque, attualmente mangio 1800/2000 calorie al giorno che crescono quando vado in piscina e nuoto tanto o corro 10 km.

Qualcuno mi dice: “Si ma tu sei stata fortunata: hai sempre continuato a dimagrire costantemente!”. E’ vero, sono stata ANCHE fortunata, ma non significa che non abbia avuto momenti di stanchezza o in cui, di fronte a un obiettivo così lontano (tornare entro limiti “normopeso”) io non mi sia sentita scoraggiata.

Capita.

Ma proviamo un attimo a pensare alla dieta non a quello che è ma a un percorso di scoperta di sé stessi, di evoluzione interiore prima che fisica. Questo differente punto di vista cambia tutto e ci mette in una predisposizione diversa: stiamo crescendo, non ci stiamo punendo. Stiamo diventando persone nuove, speriamo migliori, non stiamo rinunciando a ciò che più amiamo.

Credo che lo sport in questo abbia un ruolo fondamentale: lo sforzo che si compie per imparare uno sport (nel mio caso la corsa) o per riprendere uno sport che abbiamo abbandonato da anni (io l’ho fatto con il nuoto) è altamente “sfidante”, ci costringe a misurarci con la pazienza necessaria a riprendere in mano quell’attività, a capire come funziona. Poi lo sport offre anche l’occasione di ricavarci tempo “tutto per noi”, di fare qualcosa di totalmente diverso da quello che facciamo abitualmente.

Per me l’ultimo anno è stato un anno di formazione, oltre che di grande successo personale nel raggiungimento dell’obiettivo. Ora è iniziata una nuova fase: sono una persona “magra” che sta cercando di superare alcuni limiti nello sport, che vuole sviluppare alcune qualità che non conosceva e che sta imparando a godersi un pranzo o una cena senza troppi sensi di colpa perché domina quella che mangia e non ne è dominata.

C’è un continuum tra quella che ero 42 chili fa e quella che sarò e mi esalta pensare a quante cose posso ancora imparare sullo stile di vita, sul mio modo di mangiare, su quello che mangio e sul modo in cui affronto lo sport.

Se vogliamo dimagrire occorre prenderla con calma, concediamoci lentezza e capiamo che la bilancia non è che il primo passo, poi ce ne sono altri mille da fare, molto entusiasmanti se presi con lo spirito giusto, che hanno a che fare con il mantenimento.

La settimana scorsa mi sono presa un paio di jeans stretti. Taglia 42. Pensavo non fossero un modello adatto a me, poi me li sono provati  e mi sono piaciuta. Ho imparato a osare e a non dare per scontato che qualcosa “faccia per me”, e non solo quando si tratta di pantaloni. La muta è stata anche questo e credo di essere – grazie all’ultimo anno – una persona decisamente più simile a quello che vorrei essere. E non solo perché indosso la 42.

 

L’importanza dello sport per mantenere un sano stile di vita

Qualcuno ha seguito in diretta il mio percorso di muta per un nuovo stile di vita, qualcuno mi contatta oggi per sapere come io sia riuscita a dimagrire 42 chili senza trasformarmi in un cane razza Shar Pei e così ho deciso di scrivere un post per raccontare quanto sia stato importante fare sport durante la mia dieta e come continui oggi a farne per mantenermi in forma e per rimanere in equilibrio nel mio nuovo corpo.

Shar Pei

[foto in licenza CC – flickr.com – Bill Frazzetto]

Intanto qualche precisazione e un riassunto delle puntate precedenti: a settembre 2013 pesavo 102 chili e ho iniziato un percorso di dimagrimento, insieme a una nutrizionista specializzata. A maggio 2014 pesavo 70 chili e ho interrotto la dieta dimagrante per iniziare il “mantenimento”. Ho continuato comunque a dimagrire e oggi peso 60 chili esatti. Sono alta 1,68 cm, ho (quasi) 41 anni e il peso raggiunto è quello più adatto alla mia costituzione (forse potrei perdere un altro paio di chili sull’addome, ma già così sto fisicamente benissimo).

ATTUALE STILE DI VITA ALIMENTARE

In questo periodo (ma già da maggio 2014) non sto seguendo diete ipocaloriche. Mangio tutto (a parte dolci, sui quali mi contengo molto e che sono solo per le occasioni speciali). Mi limito nel consumo di formaggi e latticini in generale e non mangio MAI pasta a cena, tranne quando ho mangiato poco durante il giorno e alla sera faccio un allenamento intenso. La mia è una colazione ricchissima che parte con un bicchiere d’acqua e spremuta di limone a stomaco vuoto e prosegue con caffè e yogurt (grassi 0%) con cereali croccanti e gocce di cioccolato. Alterno e certe mattine mi mangio una/due fette di pane con la marmellata di mirtilli senza zuccheri aggiunti. La colazione è il pasto in cui bado meno alla quantità di quello che mangio. (E ci tengo a precisare che sono abbastanza convinta che una delle maggiori cause del mio aumento di peso fino all’obesità sia stato proprio NON fare colazione appena sveglia ma poi andare al bar tutte le mattine).

Non zucchero nessuna bevanda e bevo pochissimi alcolici. Quando finisco periodi di intensa vita sociale (tipo l’ultima settimana) e dunque vado spesso fuori, nei giorni successivi mi regolo e mangio meno di quanto faccia normalmente per “riequilibrare” le tante eccezioni che ho fatto al mio stile di vita.

Malgrado io non faccia più la dieta, ho continuato a perdere peso (10 chili in 5 mesi). Perché? Credo che le risposte siano sostanzialmente due:

  1. il mio metabolismo ha invertito la rotta e il corpo sta naturalmente arrivando al peso che ritiene adatto alla mia costituzione
  2. mi muovo e faccio sport in maniera adeguata alla mia età e costituzione

LA MIA SETTIMANA IN MOVIMENTO

Premetto che in famiglia abbiamo scelto di non possedere un’automobile: questo significa che io uso in maniera intensa la bicicletta per qualunque spostamento di lavoro e piacere me lo permetta. Sono andata – in bicicletta – a riunioni a 20 chilometri da casa mia, per intenderci. Se non posso usare la bici, cammino. Anche tanto.

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#bici

Ogni giorno vado al lavoro in bici: sono 10 minuti all’andata e 10 al ritorno ma fanno partire bene la giornata anche per i muscoli delle mie gambe. Qualcuno non ama andare in ufficio in bici, non solo per il rischio maltempo, ma anche perché – dice – arriva “sudato” ad eventuali impegni professionali. Per la mia esperienza posso dire che si suda solo all’inizio, il primo mese, perché non si è abituati, poi il corpo prende il suo ritmo e questa attività entra a pieno titolo nella routine della giornata. Bisogna imparare a vestirsi in maniera furba (per non avere freddo quando si scende dalla bici, per non avere caldo quando si pedala) e a trovare il percorso a “rischio minimo” (perché la vita dei ciclisti non è sempre facilissima) ma oltre a fare bene è anche comodo, economico e non inquina.

#sport e tempo libero

Ho iniziato a camminare un mese esatto dopo avere iniziato la dieta: pesavo troppo per fare sport più “violenti” ed erano troppi anni che non facevo qualcosa di serio. Preso atto dei miei limiti, ho iniziato con un’attività integrabile in maniera semplice con la mia vita. Quando di chili ne avevo persi circa 23 (dunque pesavo già sotto gli 80, anche se di poco) ho voluto provare a correre. Ho iniziato con distanze molto piccole (il tempo di una canzone) intervallate con passeggiata a ritmo sostenuto e dopo circa 3 settimane (con molta calma quindi) mi sono sentita pronta per unire tutti i pezzetti di corsa e la prima distanza che ho percorso sono stati 2,5 km. Oggi ne corro 10 in un’ora circa. Ho corso a giorni alterni – SENZA SALTARNE UNO – da maggio a settembre, arrivando a percorrere i 10 chilometri, ma soprattutto riuscendo a rimanere in pista per un’ora intera. Durante le stagioni calde ho corso, preferibilmente, al mattino perché si conciliava meglio con la mia giornata lavorativa e familiare. Sveglia alle 6, corsa dalle 7 alle 8 (Frollina condotta a scuola da Tino), doccia, bici e ufficio per le 9.

Quando ha cominciato a rinfrescare mi sono seduta a tavolino per decidere come affrontare l’inverno e ho scelto di iscrivermi a un corso di nuoto, due sere alla settimana. Avendo praticato nuoto agonistico fino ai 19 anni, è uno sport che amo e conosco e ho scelto un corso serale (compatibile con impegni familiari e lavorativi) nel quale sapevo che avrei potuto fare un allenamento intenso e in un’ora faccio circa 100 vasche, alternando velocità e stili.

Il lunedì e il giovedì sera quindi nuoto, il sabato vado a correre un’ora e la domenica mattina faccio una passeggiata in salita e discesa (alto dislivello) per 35 minuti circa. Quando – per qualche motivo – non riesco ad andare a nuoto, trovo il modo di correre per l’ora corrispondente.

Insomma: mi alleno. Non sono un mostro di velocità, cerco di non esagerare, ho un’età per cui non potrò mai diventare una campionessa (e non mi interessa nemmeno) ma mi diverto e soprattutto sono COSTANTE.

Mi sono fissata degli obiettivi settimanali, ovvero di non scendere MAI sotto le 3 ore di attività intensa di allenamento alla settimana. Che poi io vada a scalare l’Everest o corra nella pista sotto casa è indifferente ai fini dell’obiettivo di salute: l’importante è che io lo faccia e non perda il ritmo.

Quando torno dal nuoto spesso mangio come un lupo.

Il nuoto mi sta aiutando moltissimo a rassodare l’addome che – tra tutto – è la parte del mio corpo che più ha risentito del forte dimagrimento.

#pelle

Però: ho sempre messo accuratamente creme e olio di mandorla e mi sono regalata anche qualche massaggio. Quando riesco faccio addominali e esercizi di respirazione e grazie all’attività fisica, non sembro una fisarmonica né ho un’autostrada di smagliature.

Senza falsa modestia posso dire che – come quarantenne – ho un corpo armonico, i miei muscoli sono evidenti, la cellulite è nella norma e ho braccia e gambe molto toniche. Il seno ha subito l’attrazione della forza di gravità, certo, ma tutto sommato non è affatto messo male.

A volte mi racconto che sono fisicamente più in forma oggi che a 25 anni: non so se è vero, ma di certo non posso lamentarmi e alcune persone conosciute dopo la muta e senza saperne niente mi hanno anche detto frasi del tipo: “Si vede che sei una persona sportiva!” tanto da mandarmi in brodo di giuggiole.

CONSIDERAZIONI

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Lo sport è stato il motivo per cui – pur mangiando a volte anche tanto – sono continuata a dimagrire e mi mantengo in forma. Non serve affamarsi per perdere 2/3 chili, basta ricominciare a muoversi. D’altronde, chi – come me – di chili ne deve perdere più di 3, non deve assolutamente lanciarsi subito in allenamenti da campione del mondo. Servirà solo a far passare la voglia di fare la dieta e di muoversi! L’attività fisica fa bene ed è sana se è graduale, centrata su di noi e le nostre specificità e se ci piace. Quando troviamo la nostra dimensione impegnamoci, ma gradualmente, per aumentare la prestazione.

E a un certo punto troviamo il punto di equilibrio! Il mio punto di equilibrio sono 3 ore di sport alla settimana e un’alimentazione attenta ma senza rinunciare a qualche piacere.

Prendermi cura di me, partendo dal corpo, è la più grande scoperta che ho fatto a quarant’anni. Perché se il mio corpo è sano, lo è anche la mia mente. Lo dicono da millenni, ma io non avevo mai ascoltato profondamente 😉 Ora so che posso contrastare depressione, ansia, paure con lo sport e che se mangio bene sono più attiva e le giornate hanno tutte un altro sapore 😉

 

 

Le montagne russe del cambiamento e un libro che ho scritto

Non sto scrivendo sul blog. C’è un motivo preciso che mi tiene lontana da qui e dirada contenuti su Panzallaria. Sto scrivendo un libro. Per la verità, la prima stesura (ma anche la seconda, terza e quarta) è già finita e sto lavorando di cesello.

Il libro riguarda la mia muta. Quella che ho chiamato dieta quando è iniziata ma dieta non è stata. Il mio percorso per diventare una persona normopeso dall’essere una donna obesa.

Ho scritto una specie di autobiografia forse. Un racconto del mio ultimo anno. Una storia di ciò che mi ha condotta a ingrassare prima e a dimagrire ora.

Non è stato facile, anche se la prima stesura è stata velocissima e urgente. E’ ancora più difficile rileggerlo, sistemarlo, tagliare e aggiungere. E non solo per motivi strettamente “editoriali”, ma anche perché questa narrazione ha fatto emergere molte cose, le ha messe in fila. Poi, potete immaginare che palle, ogni tanto, passare l’intera giornata a ravanare intorno al proprio ombelico 😉

Si perché mi ci sono messa di impegno. Quest’estate ho investito due mesi unicamente su questo progetto e tuttora sto investendo tempo professionale per farlo. Perché era una cosa importante per me e ho la presunzione di credere che sia una storia che va raccontata e – spero – letta.

Ma quando la racconti, la tua storia, è inevitabile che pezzi di narrazione portino fuori molte cose, non tutte belle. Non tutte positive. Finire questo libro è stato importante, tuttora lo è coltivarlo e limarlo, ma è davvero un lavorone, dal punto di vista psicologico.

Così faccio fatica a scrivere altrove. Sono molto concentrata.

Poi sono entrata in un’altra fase della mia muta. Non desidero più dimagrire ma mantenere il mio peso e il benessere fisico che questi 63 chili mi portano. Mi sono tagliata i capelli molto corti e adoro la mia nuova pettinatura.

Ma un corpo agile (e se vogliamo più grazioso) e il viso scoperto sono anche una novità assoluta a cui devo fare l’abitudine: ho perso 40 chili e non ho più la mia corazza. I miei occhi non possono nascondersi dietro la frangetta. Mi accorgo della diversa percezione che gli altri (sconosciuti e non) hanno di me. Mi accorgo del diverso sguardo delle persone.

Certi giorni, vuoi questo libro, vuoi le braccia sottili, mi sento estremamente vulnerabile. Certi giorni mi sento una donna “nuova” con la fatica di dovere fare i conti con un totale sbilanciamento rispetto a quello che ero. Pubblico e privato.

Insomma, non è sempre facile. Ciò non significa che io non sia felice, soddisfatta di quello che ho fatto. Ciò non significa che non pensi di essermi fatta del gran bene e che quella di dimagrire è stata la decisione più preziosa che ho preso per me, in tutta la vita.

Ma 40 chili sono una persona (e nemmeno neonata) che è scivolata via. E bisogna farci un po’ l’abitudine.

Tra il libro e questo, sono sincera, non è un periodo facile. Non mi strappo i capelli (che sono anche troppo corti per essere tirati;-), non ho crisi di panico, ma ogni tanto sono davvero una grandissima cacacazzi. Ogni tanto riesco a diventare così odiosa che mi sopprimerei da sola.

Ogni tanto mi prende il piglio incazzoso (tipo soldatessa al rientro dal Vietnam) e ogni tanto mi sento un passerotto che qualche crudele cacciatore ha tirato giù dal nido e pigola disperatamente la mamma morta.

Poi c’è questa cosa di chi mi dice che sto dimagrendo troppo. Che sono punti di vista, me ne rendo conto. Che capisco anche che uno poi che mi vuole bene, possa anche pensare che ci ho preso troppo gusto e che tutte queste ossa che adesso si vedono e le braccia più sottili (ormai non posso nemmeno sperare di riciclarmi nel settore agrario!) possano essere il segnale di non so quale malattia. E io faccio fatica a farci i conti. Perché mangio. Solo che mi muovo tantissimo. Che faccio sport. E a me hanno insegnato che quando si fa sport, si fa TANTO sport e ce l’ho iscritto nel dna e non faccio mica a malo modo eh? E continuo un po’ a dimagrire, è vero. Ma non so, penso che sia solo il mio corpo che sta tendendo all’efficienza massima. Sto bene.

Insomma, è TUTTO diverso. Sono diversa io, ma è anche diverso il mio modo di vivere ed è diverso il modo in cui sono percepita. E niente. Tra il libro e questo, mi sembra di stare sulle montagne russe. Ogni tanto.

Il libro non ha un editore. Per il momento lo hanno letto 4 persone. Due mi amano troppo per essere obiettive, ma gli è piaciuto. Ma una di queste persone è una editor che mi sta aiutando e dice che secondo lei è un buon libro.

Io voglio provarci insomma. Seriamente. Se non riesco a pubblicarlo di carta (e punto abbastanza in alto, sono sincera, bando alla finta modestia), lo pubblico da sola. Divento editore e lo metterò in vendita online, in qualche modo.

Insomma, il libro vedrà la luce. Su questo ho la certezza. Come, lo vedremo e costruirò nei prossimi mesi.

Identità grassa

Sono dei giorni che io non so, mi viene da andare a leggere diari di persone grasse che fanno la dieta e persone grasse che non fanno la dieta. Sono giorni che non so, mi viene da andare a cercare foto di donne bellissime e grasse. Le guardo e poi io non lo so, mi sento confusa. Vorrei abbracciarle, vorrei dire “Siete bellissime, siete donne bellissime, alla faccia di qualsiasi dieta, di qualsiasi canone, di qualsiasi fottuto parametro!”.

Ho letto montagne di blog e su alcuni post mi sono anche messa a piangere, lo giuro. Si, sono in sindrome premestruale. Ma questo forse non c’entra.

E’ come se nelle parole contorte di donne (perché i blog di questo tipo li tengono le donne, per lo più) che lottano con il cibo, io, in ognuna di loro, trovassi una parte di me, una parte che è lì, una parte sotto la mia pelle.

E’ come se  – dopo 9 mesi di dieta – ora io, che mi sono abituata a non essere più considerata obesa, che lo vedo anche che sono una donna abbastanza in forma, che mi sento bene in un corpo che è finalmente il corpo che io sento appartenermi, mi sentissi un po’ confusa nella mia identità.

Non so perché, ma alle persone nuove che conosco, quando voglio dire non sarebbe necessario, io sento il BISOGNO, sento l’ESIGENZA di dire che ero GRASSA. Come se temessi di dimenticarmi di quella parte di me. Come se mentissi a qualcuno, se non glielo dicessi.

Come se temessi che quella parte di me, se io mi dimentico di lei, poi un giorno me la ritrovo tutta addosso. Perché se sei stato grasso e se – come me – sei una persona che con il cibo ha un rapporto ossessivo, ecco, la paura che tutto passi in un soffio, che tu possa tornare punto a capo, è sempre lì in agguato.

Poi forse c’è dell’altro, io non lo so. Prima occupavo molto più spazio, ma forse proprio perché ne occupavo tanto, le persone mi ignoravano di più. Adesso invece sono “normale” (preciso: sono miei pensieri, non sto dicendo che quello che sto scrivendo sia OGGETTIVAMENTE vero) e a me questa cosa, che le persone si aspettino da me cose “normali”, un po’ mi spaventa anche.

Mi sono resa invisibile dietro ai miei chili di troppo, oggi che non ci sono più, delle volte mi sento come se fossi tutta pelle. Pelle che può essere scalfita.

E se per la maggior parte del tempo, ecco, io mi sento orgogliosa e felice di questa situazione, mi piace vestirmi con il mio nuovo guardaroba, mettermi lo smalto, andare dal parrucchiere e quando corro mi sembra di volare, ci sono dei momenti, come questi giorni, che a me questa situazione spaventa tantissimo.

Devo farci i conti.

Ho perso 32 chili che sono 10 chili in più di quello che pesa mia figlia che ha 7 anni e mezzo. Peso 7o chili. Voglio arrivare a 65. Voglio avere un FOTTUTO 6 davanti.

E’ il mio obiettivo.

Ma poi? Quando arrivo a quell’obiettivo? Cosa sarà di me, dopo???

Domande sciocche di una che è un po’ grande e un po’ rimarrà sempre una ragazzina.

Poi oh, ribadisco, sono in sindrome premestruale e io quando sono in sindrome, lo sapete, divento più psicopatica del solito…

Dialoghi immaginari tra Mens Sana e Anima Nera

Mens Sana, il mio lato naturale, salutista, magro ed equilibrato mi fa svegliare alla mattina, presto.

Mi faccio un centrifugato di mela, carota, zenzero e finocchio.

Mangio i cereali con lo yogurt magro e dopo avere accompagnato a scuola Frollina, vado a correre.

Un giorno si e l’altro no.

Sono arrivata a correre tra i 5 e i 6 km.

Divento tutta paonazza in faccia, quando rientro sembro una che è stata rincorsa da un’orda di zombie affamati, rantolo ma sono felice. Per un’asmatica, ex cicciona, non male.

Mi faccio la doccia. Prendo la bici. Vado a lavorare nel mio splendido ufficio in coworking. In centro città.

Non faccio in tempo ad arrivare in ufficio che Dexter, la mia anima nera, si fa sentire.

Potresti prenderti una bella pastarella al bar adesso. Te la meriti. Poi, dimmi un po’, ma chi cazzo te lo fa fare di correre al mattino? Stai veramente apparecchiata male, lo sai?. Non mi diventerai mica una di quelle ossessionate dalla pancia piatta, che postano su facebook le loro prestazioni corsistiche e si sentono delle gran galle eh???

Men Sana – una vocina educata e raffinata – cerca di sedare Dexter

Carissima, se tu sei un catorcio e vuoi portarla alla perdizione, non è colpa mia. Non è più tempo di pastarelle questo. Ma perché non riesci a goderti quell’ottimo stato di benessere che si prova dopo avere fatto attività fisica?

Dexter non si fa tanto menare per il naso

Sei un’illusa, Mens Sana, se pensi che questa qua non tornerà presto una culona spiaggiata sul divano! Ma te la vedi tu, tutta la vita, andare a fare corse mattutine a orari improbabili??? Se avesse voluto svegliarsi presto avrebbe fatto la spazzina, oppure il medico in prima linea. Invece è solo una socialcoza sfigata. Dai su, non credere che la porterai a essere diversa da quella che è la sua ESSENZA!

Mens Sana, come è tipico di tutti i salutisti, è una molto ZEN

E invece qui ti sbagli Dexter, lei è un’altra persona e TE NE DEVI FARE UNA RAGIONE! Piantala di sibilare le tue cattiverie. Abbiamo provato a farti uscire da questo corpo, lei non vuole, dice che è meglio tenerti lì, che è meglio essere consapevoli che ci sei anche tu e io mi sono dovuta adeguare, ma se non vuoi che ti prenda a lattugate in faccia, almeno smettila di essere violenta, volgare e così irruenta!

Mens Sana non urla, ma è molto incisiva. Dexter si fa piccina, piccina e nel frattempo io sono salita in ufficio. Non ho preso la pastarella, non ho trangugiato i carboidrati che lei sostiene siano un mio sacrosanto diritto. Però Dexter vuole dire l’ultima parola.

Almeno falle fumare una sigaretta. Non è che può fare la personcina perfetta, tutta centrifughe e seitan eh? Dai su, cosa vuoi che sia una sigaretta…

E io esco in balcone.

E mi accendo una paglia.

Dimagrire molto: suggerimenti alimentari e mentali

Intraprendere una dieta quando i chili da perdere sono più di 10, è una scelta impegnativa e che deve essere fatta a 360 gradi.

Io non sono un medico ma oggi voglio raccontarvi come ho proceduto, cosa ho mangiato (non entrerò nello specifico) e come ho gestito un processo che sapevo, sarebbe stato lungo.

  1. Mi sono presa un po’ di tempo per valutare seriamente quello che volevo e mi sono data degli obiettivi interni ma anche molto concreti (da lì a un anno desideravo essere in grado di andare agilmente in giro in bici e a piedi e sfruttare al massimo le potenzialità delle nostre vacanze in camper). Scegliere un obiettivo concreto e anche molto futile, unendolo a tutto quello che stavo elaborando di molto più profondo, complicato e difficile, è stato un modo per rendere la mia decisione fortemente “operativa” e procedere con leggerezza, passo dopo passo. Quando si è obesi è necessario avere questo duplice approccio, a mio avviso, per riuscire ad affrontare al meglio il percorso che ci aspetta.
  2. Ho scelto accuratamente la nutrizionista a cui rivolgermi: mi fidavo perché in passato ero già stata da lei e ha un approccio olistico e non convenzionale che mi piaceva. Ho comunque deciso di “testarla”, mandandole una mail in cui già raccontavo il mio rapporto con il cibo e andando al primo appuntamento da “tabula rasa”. Mi sono trovata subito a mio agio e così ho deciso di proseguire con lei. Si chiama Laura Paesano e riceve a Bologna, in zona Massarenti.
  3. Durante il primo mese di dieta NON ho fatto sgarri: ero molto convinta e sapevo che se avessi sgarrato anche solo una volta, mi sarei sentita in colpa e avrei rischiato di mollare. Ho preferito non trovarmi in quella situazione. Durante il primo mese NON ho iniziato alcuno sport. Ero molto pesante e non avrebbe avuto senso mettere troppa carne al fuoco (nel vero senso della parola ;-).
  4. Dopo avere perso i primi 5/6 chili ho cominciato a camminare molto. Mi ero data dei micro obiettivi e sapevo che iniziare con uno sport intenso sarebbe stato controproducente, per me che per così tanti anni non mi ero mossa se non con le mandibole.
  5. Non mi sono data obiettivi di peso irraggiungibili. Il primo obiettivo erano 10 chili, che poi sono diventati 20 e successivamente 30. Passo dopo passo. Non ho mai guardato tutta la scala, ma solo il gradino successivo. A testa bassa e concentrata.
  6. Ho scelto di condividere il mio cambiamento perché penso che una cosa, se la racconti, acquista una forma meno spaventosa, perché credo che le mie sensazioni siano comuni a molte persone (e non solo obese) che hanno deciso di mettere in atto un qualsiasi cambiamento di percezione della realtà o di stile di vita.
  7. Sono scesa a patti con la mia anima nera: ognuno di noi ha un lato oscuro, una vocina che fa da cornice alle nostre azioni, ci spinge a essere pigri o semplicemente a compatirci. Darle un nome (la mia si chiama Dexter) è stato FONDAMENTALE per svuotarla di quel peso atavico che ha sempre avuto. Ora, quando mi tenta e mi invoglia a mangiare qualcosa che so mi farà male, io e Dexter ci consultiamo, a volte non le do quello che vuole, a volte si. Questo vuole dire “scendere a patti” 😉
  8. Dopo 6 mesi di allenamento intenso con la camminata e dopo 26 chili, ho cominciato a correre. Piano, piano, in maniera del tutto nuova per me. Corro 3 volte alla settimana, sono partita con un massimo di 10 minuti continuativi per salire con il tempo. NON vado a correre tutti i giorni perché la mia dietologa mi ha detto chiaramente che non servirebbe a nulla, il rischio è solo quello di infiammare l’edema e io non sono Mennea ma una persona che vuole tenersi in forma.  La dietologa mi ha dato una dieta specifica per quando vado a correre, in modo da farlo in maniera totalmente equilibrata.
  9. Fin dal primo giorno della dieta ho tenuto un diario personale e privato, in cui appunto le sensazioni che provo quando penso al cibo, quando ho voglia di mangiare, quando sono triste e quando sono felice. Mi ha aiutata tanto.

Ma cosa mangio?

Mangio di tutto tranne i latticini (abbiamo reintrodotto la ricotta da poco). I carboidrati sono stati un po’ sacrificati e la pasta (rigorosamente di kamut) la mangio solo una volta alla settimana. Ma ci sono i cereali, i legumi, il riso…

Scelgo verdure di stagione, condisco moderatamente e la frutta la mangio solo fuori pasto (privilegiando quella meno zuccherina). Non zucchero più nulla e ho imparato a godermi i sapori delle cose. Dove non serve, non metto sale.

Forse vi aspettavate dati specifici sul mio schema alimentare, ma non sarebbe per nulla serio da parte mia, non solo perché non sono una dietista, ma anche perché la mia dieta è tarata sulle mie esigenze, sulle mie intolleranze e sul mio corpo.

Se si decide di affidarsi a uno specialista (e quando si deve dimagrire molto è – a mio avviso – l’unica strada sensata), sarà lui a dirci cosa ci fa bene e male.

Oggi NON seguo rigorosamente lo schema alimentare: dopo un po’ che fai una dieta impari cosa puoi associare, le quantità a spanne che puoi mangiare e cosa ti fa male. Imparare ad ascoltare il proprio corpo è davvero una delle cose belle che succedono quando ci si comincia a prendere cura di sé.

Durante il giorno bevo un litro e mezzo di acqua Sant’Anna con dentro un limone spremuto. Al mattino, quando mi alzo, la prima cosa che faccio è bere un bicchiere d’acqua con dentro mezzo limone. Il limone disinfetta e tiene in equilibrio intestino e fegato. E’ un ottimo modo per stare bene, a prescindere dal nostro peso.

Quanto peso, come sono dimagrita

Faccio una premessa: fino a poco tempo fa NESSUNO (e dico nessuno, a parte la dietologa) sapeva quanto pesassi. E’ sempre stato un mio tabu, fin da quando ero ragazzina. Credo che invertire anche questo mio meccanismo mentale, che fa parte di un modo disfunzionale di relazionarsi con il cibo e ciò che rappresenta per il mio corpo, sia parte di questa mia muta, quindi sto per scrivere pubblicamente quanto pesavo, quanto peso, eccetera.

L’11 settembre 2013 sono andata alla prima visita dalla dietologa.

Pesavo 102 chili esatti e il mio giro vita era 110 cm.

Oggi peso 73 chili. Ho un giro vita di 88 cm, la mia massa magra è pari al 42% e grazie a una dieta sana e equilibrata, a qualche sgarro e un po’ di movimento fisico, non ho perso massa magra, mi sono aumentati i muscoli e il mio corpo – pur avendo perso tanti chili a 40 anni – è  tonico.

Un giorno, un medico da cui andai per farmi fare una visita dermatologica, dopo che avevo acquistato un coupon online, mi propose l’intervento per mettere un anello nello stomaco perché sosteneva che ormai ero davvero troppo grassa per riuscire a sostenere una dieta e che la mia unica speranza di dimagrire era questo anello.

A lui e a tutte le persone che pensano che a volte il cambiamento è impossibile, ci tengo a dire con il cuore che agire il cambiamento comporta un grandissimo sforzo ma che è il regalo più bello che possiamo fare a noi stessi. Mettere un anello mi avrebbe costretta a uno stile di vita diverso, ma lo avrebbe fatto artificialmente: sono convinta che per persone come me – che non hanno problemi fisici e/o metabolici che gli impediscano di dimagrire, il modo migliore di farlo sia quello che passa attraverso sacrifici, cambiamento, diversa percezione di sé.

Oggi spero di non tornare più quella di prima, di sapermi fermare in tempo, di continuare con il mio circolo virtuoso, fatto di movimento e cibi sani. Oggi spero di dimagrire altri 4-5 chili ma non mi sono data un tempo in cui farlo: per molte persone non ho ancora raggiunto un peso che mi possa definire “magra” e stando alle tabelle, per la mia altezza, dovrei pesare 10 chili di meno. Io però mi piaccio e nei miei 73 chili mi sento una farfallina.

Avevo un piombo attaccato ai piedi che non mi consentiva di volare dove avrei voluto, oggi quel piombo non c’è più, non ho ancora usato per bene le ali, ma sto cercando di imparare.

Perché anche a quarant’anni possiamo imparare ancora delle cose. Perché quando si ha dei figli, io credo, è fondamentale insegnare loro che si può sempre cambiare, che ci si può sempre mettere in discussione e che anche quando si fanno degli errori (di qualsiasi tipo), bisogna essere abbastanza umili da accettarli, farli propri, correggerli.

 

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