Tag Archivio per: contro la violenza sulle donne

polaroid sostiene Pangea

Oggi sto con Polaroid che finanzia Pangea Onlus

Di solito non partecipo a campagne di marketing con questo blog: faccio delle eccezioni quando si tratta di promozione di eventi culturali e artistici o campagne a sostegno di cause in cui credo.

Questo post che sostiene la campagna “Polaroid Eyewear e Pangea Onlus insieme contro la violenza di genere” fa parte di quelle eccezioni.

Il 25 novembre è la giornata internazionale contro la violenza di genere e puoi fare qualcosa di concreto. Se sei una QUATTROCCHI come me o se stai cercando un paio di occhiali per le tue vacanze in montagna o al mare, Polaroid devolverà a  Pangea Onlus e al progetto Rete Donne Pangea parte del ricavato di tutti gli occhiali da sole e da vista venduti in Italia nel periodo novembre-dicembre 2017, consentendo, così, a Pangea di continuare a portare avanti i programmi di ascolto e sostegno a tante voci femminili di denuncia, approdando allo sviluppo di un progetto di rete sistematico che coinvolge 800 donne. Gli occhiali sono questi.

#polaroideyewear

Il progetto Rete Donne Pangea ha anche  la finalità concreta di sostenere le spese legali di tutte quelle donne vittime di violenza che non sono in grado di affrontarle, oltre a fornire aiuto nel percorso processuale e couseling psicologico, strutturare gruppi di
mutuo-auto- aiuto in ogni regione italiana inserendoli nel network dei servizi al territorio e pubblicare un’opera cartacea e digitale che raccolga la testimonianza delle 800 donne coinvolte. Continua a leggere

Era una ragazza

e ora non è più.

Uccisa e violentata dallo zio materno.

Il suo corpo ritrovato dopo 45 giorni.

L’uomo che l’ha ammazzata ha negato fino all’ultimo, fino a quando non è stato incastrato grazie ad intercettazione ambientali.

Ora giura che è pentito e che se la sognava tutte le notti.

Si chiamava Sarah Scazzi e aveva 15 anni.

Portava con se’ sogni, desideri e quel pomeriggio avrebbe solo voluto andare al mare.

Faith ieri era a Bologna oggi rischia la morte in Nigeria

Dobbiamo muoverci. Aiutateci a far emergere a livello nazionale questa notizia che abbiamo riassunto anche nel “Decalogo di Faith” su Donne Pensanti:

  • Faith ha 23 anni e quattro anni fa  ha ucciso un potente connazionale, per difendersi dai suoi tentativi di violenza sessuale.
  • E’ stata condannata a morte nel suo paese (che non contempla per le donne l’attenuante della legittima difesa).
  • E’ scappata dal paese che la vuole morta.
  • Si è rifugiata a Bologna credendo di essere al sicuro.
  • Hanno tentato di violentarla nuovamente.
  • Ha denunciato il suo aggressore.
  • E’ stata fermata dalla Questura.
  • E’ stata rimpatriata nel suo paese.
  • In questo momento forse è già stata impiccata.

Su donne pensanti trovate il testo completo. Se volete potete mandarlo anche voi alla Questura e al Comune di Bologna (indirizzi sul sito). Se volete potete contribuire con il passaparola, il tam tam della Rete.

Lo stato italiano deve occuparsi di questa donna.

Quante altre donne in condizioni di permesso di soggiorno precarie non avranno più il coraggio di sporgere denuncia dopo una violenza carnale per non subire il rimpatrio o peggio la sorte che tocca a Faith?

AIUTIAMOLA

Fino a quando la notizia è ferma in città non possiamo nulla, ma se esce dai confini regionali e arriva ai Palazzi che contano, forse abbiamo qualche speranza di salvarla.

Sono a mezzo servizio

Sono a mezzo servizio. Mentalmente e anche fisicamente. Il caldo mi stronca ma mi stronca anche il fatto che Tino non stia affatto bene.

Sono a mezzo servizio. Se mi scrivete e non vi rispondo non pensate male.

Sono a mezzo servizio. Dopo un paio d’anni scoppiettanti di attività, il mio cervello e il mio corpo chiedono venia. Non riesco a stare dietro a tutto. Non ho voglia di stare dietro a tutto.

Sono tantissime le cose pendenti ma qui bisogna sopravvivere.

Tino ha la schiena che sembra un campo di battaglia dopo che sono rimasti solo i perdenti a contare i morti. Abbiamo deciso di affrontare la situazione con spirito ottimistico e che è possibile trovare una soluzione, ma per farlo ho bisogno di chiudermi nel mio cono d’ombra.

Sono a mezzo servizio.

Ho tanti racconti nella testa, tante idee per donne pensanti, tante cose da fare, anche per lo spettacolo.

Ma per il momento preferisco tenerle lì. Non ho forze.

Ho bisogno di venire al lavoro, lavorare, uscire dal lavoro, prendere la frollina al campo solare, portarla in piscina per un paio di orette, tornare a casa, mangiare, dormire.

Chiedo scusa.

Non leggo, non rispondo alle mail tempestivamente e non ho forza di seguire tutte le proposte e le segnalazioni.

Per un po’ il mondo andrà avanti senza Panzallaria.

E purtroppo, come testimoniano i fatti di cronaca di questi giorni, il mondo va avanti. Anche senza di me

Donne pensanti

Allora, per iniziare ho aperto un blog:

http://donnepensanti.wordpress.com/

dove raccogliere le adesioni di uomini e donne (si tratta di una questione culturale e sociale che pertiene sia maschi che femmine), in forma di commento al post che già c’è.

Poi Monica di Ponti Tibetani ha lanciato un appello per trovare qualcuno disposto a fare un banner da apporre nei blog di chi vorrà.

Ma questo DEVE essere solo un inizio.

Se vogliamo essere incisivi questa cosa deve uscire dalla Rete. Lo dico per esperienza diretta. Con Blogaction siamo rimasti relegati alla Rete e la Rete – anche se per noi che la frequentiamo sembra infinita – è davvero piccola. Il blog, il banner e qualsiasi forma on line devono rimanere il MEZZO ma dobbiamo fare cose concrete.

Proposte, suggerimenti, azioni mirate.

Senza per forza partire da cose enormi, ma assolutamente partire.

Ciò non vuole affatto dire che ho le idee chiare, ma siamo qui per discuterne tutti insieme e secondo me ne vale davvero la pena.

Coinvolgere altri Media sarebbe senz’altro positivo per fare sentire la nostra voce.

Qualche risorsa in Rete per fare Rete e far sentire lo sdegno

Secondo me dovremmo fare una ricerca accurata se esistano o meno iniziative in Rete (e nella realtà) che concretamente diano voce al nostro sdegno e alla voglia di intervenire per contribuire a cambiare un processo culturale ormai avviato che sta naturalizzando un concetto di donna-oggetto e donna-mignotta  che ci svilisce tutte pur essendo solo di poche. Ricordiamoci che quello che passa dalla televisione e quello che fa chi ci governa e dovrebbe essere di esempio impronta di se’ l’abito mentale della maggioranza.

Io sono disponibile a impegnarmi sia per diffondere suddette iniziative con tutte le mie forze, sia a contribuire operativamente.

Ecco qualche post/articolo che ho trovato. Man mano che approfondirò le ricerche incremento, chi ne ha voglia può fare uguale nei commenti:

A livello di iniziative, a parte l’appello che sarebbe bello approfondire e allargare, non ho trovato molto.

Cosa si potrebbe fare?

Io vado subito a scrivere alla Lipperini: magari se riusciamo a coinvolgere qualcuno con una certa visibilità si riuscirà a fare qualcosa che abbia un effetto.

Donne dobbiamo fare la rivoluzione: e gli uomini con grano salis dovrebbero stare con noi

Donne,

non possiamo più tacere. Un minuto di più e saremo colpevoli e puttane come ci vuole il nostro Presidente e lo stereotipo che sta passando grazie alle signorine che – compiacenti – bramano di partecipare ai suoi harem.

Vogliamo veramente insegnare questo alle nostre figlie? Vogliamo veramente che loro un giorno ci dicano: “ma come mamma, tu non hai fatto niente e ti lamenti, ora, che io desideri fare la velina? che sia quella la mia realizzazione?”.

Tra parentesi, sarebbe anche il passo più breve per arrivare alla politica. Continua a leggere

La cagnara

Dopo un sabato caldissimo passato a fare le palline da ping pong da un centro commerciale all’altro per comprare in tutta fretta piastrelle e sanitari del bagno (i muratori polacchi sono una forza e stanno procedendo a ritmi inimmaginabili e con una professionalità pazzesca!), domenica Tino ed io abbiamo deciso di trascorrere un po’ di tempo con la Prole, che a causa della situazione, passa molte ore dai nonni.

Siamo stati al Lido di Casalecchio un posto dove un tempo i bolognesi andavano in vacanza e dove ora pineta, fiume, piscina di sabbia, anatre e oche sono lo sfondo per delle belle gite primaverili.

Tino stava ordinando il caffè alla baracchina e Frollina ed io ci apprestavamo a salire sullo scivolo quando sono arrivati tre signori (sui 40/50 anni) con relativi enormi cani (due di quelli che sembrano degli orsi e un dobberman) e ci hanno preceduto.

Hanno montato i cani sullo scivolo, nell’area giochi per i bimbi, e gli hanno fatto fare un giro.

Non ci ho visto più. Tentando di mantenere la calma gli ho chiesto se gli sembrava una buona idea far scivolare i cani dove vanno i bambini e mi hanno liquidata dicendo che non c’era niente di male e che a volte ci sono bambini più sporchi dei cani e quindi di non fare scene esagerate.

Mi stava per partire un embolo. Ero sconcertata.

Gli ho spiegato che non è una cosa molto rispettosa quella di far passare il culo sporco di merda dei loro cani laddove mia figlia spalma mani e faccia.

Loro hanno continuata dicendo che NON C’E’ NESSUN CARTELLO CHE LO VIETA.

Ho avuto la certezza del perché in Italia siamo al fascismo di Stato e di pensiero. Avrei voluto fare la zdaura incazzata e chiamare i vigili. Loro continuavano a dirmi che “non le dò mica torto ma non mi sembra che sia una cosa tanto grave!”.

Ora. Me ne fotto se non mi dai torto. Ammetti di avere fatto una minchiata, chiedi scusa e vai, invece di liquidare il tutto come se fossi una psicopatica e avessi ragione tu.

La cosa aberrante di questa simpatica scenetta è stato l’intervento accorato di NonnaBanalità che ha sparato il pistolotto che “lei ha due nipoti che giocano sempre con il suo cane e lei è molto felice perché i bambini devono stare con gli animali” che ho zittito tentando di spiegarle che il punto non è amare o meno gli animali ma rispettare i reciproci spazi. Come io non porto mia figlia a giocare nelle aree cani e sto attenta che non li spaventi o gli tiri le orecchie, ecco mi aspetto uguale rispetto.

Non bastevole la bionda cotonata, è intervenuto Arterioscleroticman che – pur non avendo assistito alla scena – passando per caso ha voluto dire la sua. Dato che deve aver dei grossi problemi con la gnocca, si è evidentemente coalizzato con i cinofili e se ne è uscito con un:

Guardi signora che ci sono un sacco di CANI che si ammalano per colpa dei BAMBINI!

a cui ho risposto che okei, c’aveva ragione lui e poteva andare e che – in effetti – certi bambini che ammalano i cani bisognerebbe sopprimerli.

La cagnara mi ha lasciata completamente disgustata. Il mio lato snob (mi sento molto più intelligente di molte persone che vivono in questo Paese) ha preso il sopravvento e mi è venuto di pensare a Arterioscleroticman in seno alla sua cabinotta elettorale, lui e il diritto di voto dato al suo neurone spento e alla sua intolleranza qualunquista.

Poi ho pensato che è proprio triste se la gente ragiona per divieti ma che ora che c’è la destra al governo saranno contenti, gliene daranno molti di divieti e speriamo si occupino anche degli scivoli.

Poi ho pensato a tutti quelli che versano soldi e firmano petizioni per dare una nuova famiglia a Fido, abbandonato in autostrada e poi sbadigliano quando al telegiornale informano sull’ultima bomba intelligente che uccide i bambini di seriebbì in Iraq.

Ho pensato anche all’uso dei mendicanti (ormai obsoleti e fuori moda, a breve non più visibili) di tenere un cucciolo di cane accanto per fare tenerezza ai passanti e indurli a versare l’obolo.

La povertà umana ci mette a disagio, ci repelle e ci induce ad aver paura, a temere per la nostra SICUREZZA, mentre il cucciolo ci intenerisce, ci spinge ad aprire cuore e portafogli per assicurargli un bicchiere di latte.

Io sono un’amante degli animali, ho avuto cani, ho gatti ma secondo me stiamo un po’ andando verso un rovesciamento totale della Morale e ci si batte più per un piccolo quadrupede che per tutelare l’infanzia, i bambini e gli esseri umani “altri” in generale.

Mi vengono i brividi.

Davvero.

VIETATO NON COMMENTARE QUESTO POST: lo scrivo perché non vorrei che qualcuno, non avendolo scritto, pensasse che non si può fare…

Ferrara a Bologna

Ferrara è venuto a Bologna l’altro giorno.

E’ stato contestato e fischiato  da moltissime persone e ci sono state cariche della Polizia.

E’ 3 giorni che i giornali locali e in parte anche quelli nazionali parlano di Ferrara.

Per il nostro tabloid di città – il famigerato e populista Resto del Carlino (non metto il link che non se lo merita) – Ferrara è diventato l’ennesimo martire del “problema sicurezza”.

Ferrara ci dà il voltastomaco a molti da un po’ di tempo.

Però, così, non abbiamo fatto il suo gioco?

Si è trasformato nel politico che non viene lasciato parlare.

Si è trasformato in un mezzo santo (o in due santi e mezzi, viste le dimensioni).

Per una volta mi trovo d’accordo con mio fratello che ha assistito al dibattito perché lavora lì vicino: ma se nessuno dei contestatori fosse andato a fischiarlo e Ferrara fosse stato lasciato parlare ad una piazza vuota, chi lo attacca giustamente e giustamente depreca quello che sta facendo (fosse solo il capro espiatorio di Berlusconi, per distogliere lo sguardo dal  nano malefico) non avrebbe vinto molto di più??? Magari si sarebbe potuta sottolineare la mancanza di pubblico con dei bei video ad hoc per mettere in evidenza la pochezza delle sue idee. In luoghi limitrofi si sarebbe potuto organizzare un bel sit – in, un dibattito pubblico, qualunque cosa per costruire una cultura della libertà di scelta e della tutela della salute femminile.

Cioé, io credo che certi soggetti si qualifichino da soli e che porgere il fianco alle critiche (pronte ad avventarsi come avvoltoi) non faccia affatto bene alla sinistra, ai laici, agli anticlericali o a chi – come la sottoscritta – crede semplicemente che si debba recuperare un senso della Politica ormai svenduto e svilito e che il diritto di scelta sia uno dei grandi traguardi di una democrazia.

Ci cadiamo sempre come polli.

Il corteo dell’otto marzo

Mentre Frollina migliora lo stato dei suoi bronchi di giorno in giorno e mentre ha ricominciato pure a mangiare, regalandoci qualche sospiro di sollievo, in attesa degli esami che dalla prossima settimana dovrà affrontare per liquidare possibili cause poco belle della sua mancata crescita, mentre succede tutto questo, sabato pomeriggio Tino ed io siamo stati al corteo dell’otto marzo, con l’obiettivo di partecipare ad una manifestazione che riteniamo molto importante in questo particolare momento storico politico. Continua a leggere