Il varano
Ieri sera ho acceso la televisione. Il caldo forse, non so. Abbiamo fatto zapping e siamo finiti su Rete 4. C’era un documentario sulla natura presentato da una con dei labbroni a canotto e il naso da Barbie che era talmente finta che si sentiva l’odore di plastica uscire dal tubo catodico. Come quando apri la confezione della bambola.
Io ormai sono traviata. Sempre dietro a questioni concettuali e di principio. Poi mi meraviglio che i miei amici mi evitino 😉
Faccio venire l’orchite, lo so.
Bon. Comunque non è del fatto che sono pesante come il piombo e impegnativa come il tomo dell’enciclopedia britannica dedicato alle scienze tecniche che vi volevo raccontare oggi.
Però il documentario c’entra. In questo documentario su rete 4 facevano vedere i VARANI. Che sono animali davvero impressionanti. Rettili per la precisione. I varani sono enormi e quando mordono rilasciano un veleno che uccide. Piano, piano, nel giro anche di 2 settimane. Loro seguono la loro vittima mentre agonizza e la ferita non si richiude, in attesa di potersela mangiare. Delle volte mordono animali molto più grandi di loro, ma tanto basta un morsicotto alla caviglia e quello è condannato a morte. Quando sarà finito se lo papperanno con calma, come è successo nel documentario con un bufalo indiano che ci ha messo 10 giorni ad andarsene, dopo essere stato morso.
Tino era esaltato. Mi parlava dei varani e anche dei rospi e mi offriva dati e numeri per misurare la forza di questi impressionanti rettiloni. A volte penso che il non marito starebbe proprio bene dentro a un programma della BBc e che se conoscesse Piero Angela si scatenerebbe un conflitto per la supremazia che probabilmente non avrebbe fine, una guerra intelligente senza esclusioni di colpi logorroici e esplicativi.
Mi ritroverei il simpatico ometto provvisto di altrettanto simpatico figlio che esce dal vaso di bambù che tengo sul mobile del salotto per battersi all’ultima nozione con il mio Prode compagno.
Comunque. Non era nemmeno di Piero Angela che volevo raccontare.
Dopo aver visto il documentario io sono andata a letto.
In questa afosa notte di luglio che non se ne può più del caldo.
E nel mio sudario
ecco
mi sono sognata che un varano mi mordeva. Eravamo a una festa di matrimonio ed erano tutti molto eleganti e molto contenti e pieni di regalie per gli sposi e in posa per le foto e in fila per il buffet. Da dietro la torta usciva un VARANO.
Veniva dritto, dritto verso di me e mi tirava un morso sul polpaccio. Niente di tragico, sia ben inteso, ma abbastanza per causarmi una piccola ferita da cui cominciava ad uscire sangue.
Sapevo che sarei morta se non avessi trovato l’antidoto al varano e cominciavo a rompere molto i maroni a tutti quelli intorno per farmi portare all’ospedale.
Nessuno mi calcolava nemmeno di striscio.
Troppa fila al buffet per mollare la presa e accompagnarmi in ospedale.
Troppa felicità da matrimonio.
Sporcavo – con il mio volgar sangue – perfino l’abito bianco della sposa.
Mi sono svegliata di soprassalto. C’avevo il cuore che batteva all’impazzata. Mentre asciugavo i rivoletti di sudore e ascoltavo la vita vera scorrere sotto la mia finestra (gli venisse un cagotto a quelli che fanno le 4 del mattino in giro ascoltando musiche improponibili allo stereo dell’auto e parlando come se fossero al mercato del pesce in pieno giorno ;-)) mi sono fatta delle domande.
Che i sognatori compulsivi come la sottoscritta se le fanno.
Ma saranno i VARANI a angosciarmi o le FESTE DI MATRIMONIO?
Allo spirito di Freud l’ardua sentenza.