LiveTag # uno
A volte bisogna lavorare con la concretezza delle parole. A volte le proprie non bastano. Non le trovi. Non le senti. Hai bisogno dello spessore, della colla sulle dita, delle immagini che girano e sono immagini di lettere e di pezzi di mondo. A volte bisogna avere la colla che attacca le dita, le forbici che cercano un confine, le frecce che cercano una direzione.
A volte la direzione è casuale, non sai perchè ma è quella che hai già preso e non ha nulla a che fare con obiettivi, gli obiettivi sono solo gli scarti del destino che ti sei confezionato addosso.
A volte l’entropia è sana, come un bubbone del cuore che non puoi stare tanto a mettere in ordine, bisogna che scoppi.
A volte bisogna essere terricoli, lasciare che la testa segua la mano e il cuore vada dove vogliono le viscere. E così ho preso giornali, riviste e ho cominciato a cercare parole e loro mi chiamavano e io le tagliavo. Ho cercato anche qualche immagine e poi ho preso tutto e l’ho attaccato su un foglio, nella posizione che era nella mia mente. Ed è nata la prima pagina del mio diario in TAG.
Livetag#uno si chiama Sono senza parole