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Una bambina di 6 anni mi mette in crisi

I bambini ad andare alle elementari cambiano un sacco.

Cambiano modo di parlare e di atteggiarsi e cominciano a scrivere come dei matti.

Frollina adesso scrive sempre. Ci ha il suo diario segreto, ci ha il diario di babbo natale, ha pure un quaderno dove raccoglie i “ricordi dell’infanzia”, lei che ormai si sente un donnino.

A lei piacciono molto le liste. Fa liste di posti che le sono piaciuti, fa liste delle sue migliori amiche, fa liste di quelli che ama.

In questi mesi di scuola ha conosciuto tanti nuovi amici, ha sviluppato simpatie ma anche antipatie e se alla materna le andavano bene tutti, adesso ti dice che quella bimba, si ci gioca, ma non è tanto simpatica. Adora una sua amica in particolare, con cui hanno sviluppato un rapporto di amore/odio e quando litigano lei piange delle ore, si chiude in camera e si vede proprio che ci sta male. Tutte le volte che succede va a prendere quella lista delle amiche migliori e con la matita passa sopra un segno netto e rabbioso al nome di questa bambina.

Il giorno dopo fanno pace e lei riscrive il nome in fondo alla lista. Quella bambina lì, il suo nome, compare un numero infinito di volte, cancellata e riscritta, sul foglio delle amiche.

Poi c’è questa cosa del linguaggio. Passando tempo con bambini più grandi – specialmente sullo scuolabus – impara sempre delle cose nuove e certe volte ci lascia di stucco, perché ci fa delle domande che un genitore dovrebbe quanto meno prepararsi un attimo prima di rispondere.

Una volta è arrivata con il dito medio alzato e mi ha chiesto perché un bambino avesse fatto quel gesto a un altro bambino. Cosa significa? Perché lo spingeva verso l’alto?

Io mi impapino tra logica e anatomia, non so mica cosa rispondere e lei mi fissa con i suoi occhietti tondi e non molla la presa fino a quando non è soddisfatta.

Domenica stavamo cercando una cosa in camera mia ed è caduta la scatola dove conservo le vecchie lettere che mi hanno mandato nella mia vita. Ne ha tirata fuori una di un ex fidanzato dell’adolescenza ed erano tipo 3 pagine di scrittura fitta e piccola, qualche adesivo che al tempo doveva essere profumato e un profluvio di cuoricini ogni dove.

Io – che in fondo sono poi una romanticona – devo avere fatto un sorriso ebete pensando alla me quindicenne che riceve lettere d’amore. Lei, molto seria, quando ha capito che si trattava di epistola proveniente da un “fidanzato” se ne è uscita con un: “Ti ha mollato lui vero?” che mi ha fatto cadere la mascella.

“Ma cosa dici? ma che termini sono? le persone non sono mica cose che le molli nel pattume eh?” ho abbaiato facendo quella sbalordita.

E mentre cominciavo davvero a impapinarmi e lei mi guardava senza capire bene di cosa stessi parlando, ho capito che dovevo dare un taglio a quella assurda discussione filosofica sul valore etico delle persone. Ma lei continuava a guardarmi fisso e io continuavo a dare risposte deliranti e senza senso.

“Ma ti ha mollato o no?” ha ripreso l’interrogatorio.

Per evitare di proseguire una discussione che mi avrebbe visto perdente nel mio ruolo educativo, l’ho guardata e con grande classe ho concluso: “E va bene, si, mi ha mollato lui! Ma stavo per farlo io eh?”

Mi sono visualizzata tra dieci anni e ho avuto paura. Davvero paura.

Parla Core di mamma

[Premessa: questo è un post da carie ai denti, convenzionato con lo Studio Dentistico “Sdolcins”, se non avete soldi e voglia di procedere alla cura o non vi siete lavati in maniera approfondita i denti, evitate la lettura]

Non stai mai ferma, nemmeno quando dormi. Ti copriamo e dopo qualche ora ti ritroviamo con i piedi dove dovrebbe stare la testa (quando va bene) o sommersa sotto montagne di pupazzi da cui non vuoi separarti. A scuola le maestre ti chiamano “Radiolina”, dicono che sei una bambina solare e chiacchierina, che dovrebbe imparare a gestire i momenti, ma che le fai ridere, che fanno fatica a sgridarti per quel tuo faccino dolce. Sei amica di tutti, quando incontri o intravedi un compagno di classe, appena scesa dallo scuolabus, vi sbracciate e mandate baci e abbracci. Hai una cartella più grande di te, ormai sei abituata a essere sempre la piccolina della classe. Certe volte vorresti esserlo di più, mi dici che ti piacerebbe tornare alla Materna o al Nido, ma anche andare alle Medie. Hai una passione per le bimbe più grande, qualche amore amicale, ma dici che tu non ti fidanzi come alcune tue compagne, che di tempo ce n’è e gli amici sono amici.

Racconti favole, ti piace leggere quel che riesci a leggere e sperimentare quel che ancora non decifri. Punti il dito verso alfabeti immaginari e provi a decriptarli, anche con la fantasia. Hai scoperto Geronimo Stilton e non vedi l’ora che arrivi la sera per leggere un pezzetto di un nuovo libro. Piena di emozione e desiderio di guardare ogni minimo dettaglio.

Mi chiedi spesso perché non hai un fratellino, ti piacerebbe molto e ogni volta mi spezza un pezzettino di cuore, ma fa niente, nella vita mica possiamo avere tutto no?

Io ti rispondo che la tua famiglia sono le persone che ti amano e che ami e che non servono mica i rapporti sanguigni per decidere che qualcuno è tuo parente. Mi dici è vero, infatti io ho una zia che ci siamo scelti perché ci vuole bene, non è mica tua sorella, ma è pur sempre mia zia.

Cresci in fretta e a volte vorrei che il tempo si dilatasse in questi giorni in cui profumata di pane hai ancora voglia di stringerti a me, ti fidi della mamma e le confidi piccoli e grandi segreti. Dici che tu da grande “farai la geografia”, sarà il tuo lavoro, perché così potrai trovare i tesori dei pirati nei segreti delle mappe del mondo. Oppure parli di un futuro da chitarrista e da pizzaiola e da blogger, come la mamma.

Se ti chiedo come è andata a scuola, mi rispondi che me lo racconti alla fine della quinta elementare “così è una sorpresa più grande”!.  Ti arrampichi sugli stipiti delle porte per giocare a SpiderMan, costruisci tane sotto il tavolo e quando dipingi ti piace mischiare i colori, in modo che diventino un unico arcobaleno in miscuglio, per inventare nuove tonalità.

Attualmente hai un paio di desideri grandissimi: farti i buchi alle orecchie e conoscere Babbo Natale. Dici che starai sveglia alla Vigilia, che lui non se ne accorgerà e tu lo spierai mentre mette il tuo regalo sotto l’albero. Tra meno di un mese hai 6 anni, mi sembra che il tempo sia passato in un soffio, mi sembra che nel mio cuore tu ci sia da sempre. Tra questi due estremi viviamo la nostra vita, nei giorni belli e in quelli meno, nei giorni che siamo felici e in quelli che ci arrabbiamo.

Tu – per la verità – ti arrabbi molto poco. Hai sempre un sorriso, ti dimentichi in fretta delle liti e ti adatti a qualunque situazione con una grazia e un coraggio che ti ammiro molto. Se ti scatto una foto mi dici “Dai, dai che così la mettiamo su Facebook” . Metti in fila piccoli personaggi e costruisci narrazioni senza fine, con le vocine diverse per ognuno di loro.

Spero di ricordarmi sempre di te così, che la nostra vita insieme e anche quella dopo, sia la summa di tutto questo e di quello che in potenza già sei e diventerai. Spero di non dimenticarmi mai che sei una persona e non solo mia figlia.

Spero che tu abbia un futuro sereno, che anche nei momenti bui sappia sempre che su di me puoi contare, qualunque cosa succeda, qualunque persona diventerai, qualunque strada prenderemo tu e io insieme, tu e io separate.

Ti amo figlia mia. Lo scrivo perché sono consapevole che questo è uno di quei momenti che ricorderò per sempre e voglio ripetermelo per almeno tre volte di seguito quanto sono fortunata.

Buon compleanno piccolo biscotto dolce

Domani, 18 dicembre 2010,  è il compleanno della Frollina.

Quattro anni. 4.

Sabato scorso abbiamo fatto la festa con gli amichetti, domani festeggeremo in famiglia. Viene la zia S. da Milano e se tutto va bene andremo al cinema, spegneremo candeline e apriremo regali.

Sono passati 4 anni da quando lei è nel mondo. Da quando le nostre vite sono cambiate per sempre e una forma di amore incredibilmente grande, complesso, viscerale ha cominciato a crescere nel nostro cuore e nelle nostre menti.

Frollina è una bambina bellissima, dentro.

La amo alla follia, come solo si ama un figlio.

Per festeggiarla degnamente vi racconto un piccolo aneddoto:

è qualche giorno che Frollina dice che il suo film preferito è

Lilly e il CAGAbondo

quando, dopo aver riso mezz’ora, provo a spiegarle che si dice “vagabondo”, lei mi guarda e giustifica la sua scelta semantica:

Ma mamma, no, si dice cagabondo…lui non ha una casa come Lilly, deve farla per strada!

Logica serrata dei 4 anni.

Auguri piccolo biscottino dolce.

In barca

Ho regalato a Frollina un paio di scarpe nuove. Lei non era con me quando le ho comprate e così le stanno ancora un po’ larghe.

In attesa di poterle usare personalmente, ha trovato un modo intelligente di riciclarle.

Una foto scattate da una “zia” molto amata durante una session di giochi:

Finché la barca va...

Accademia della crusca

Ritratto di Panz: foto fatta da Frollina a Castiglioni (Marche)

La bambina abbronzata in vacanza ha sfoggiato una grammatica e un lessico da manuale, quasi aulici oserei dire. Per non parlare delle figure retoriche, dell’uso del linguaggio, delle metafore, delle iperboli.

Per due “fini italianisti” come Tino e la sottoscritta è stato come farsi una doccia di sboronaggine, ci siamo sentiti proprio genitori orgoglioni, petto in fuori e pancia…in fuori anche quella. 😉

Al confronto della nostra treenne e mezzo, l’Accademia della Crusca sembra solo un club per signore passattelle con problemi di intestino.

Di fronte all’enorme vastità di acqua del mare è riuscita a dire:

“A vedere tutta quest’acqua a me viene una gran pipì!”

Incrociando lo sguardo di uno squalo abbastanza in carne, all’Acquario di Cattolica, se ne è uscita con:

“Che denti aguzzi che ha lo squalo…mi mangia in un morso unico!” di cui vorrei sottolineare la ricercatezza della parola AGUZZI… la mia vanità faceva la Ola nel cervello, ripetendo in giro le prodezze linguistiche della cinna.

Ha imparato a dire “Vorrei” invece che “Voglio” quando chiede un gelato e ha espresso un desiderio molto importante, che riguarda il suo papà malconcio:

“Mi piacerebbe tanto andare sulle spalle di papà!” che incrociamo le dita si possa avverare al più presto, il che significherebbe che la schiena di Tino si è rimessa.

Non riesce a dire correttamente la parola “morto” che diventa “moruto in cielo” che è la locuzione che le serve per raccontare la storia del gatto scemo, dipartito il dì della Befana.

Conosce esattamente l’indirizzo di casa e a volte racconta pure la storia della persona a cui la nostra via è dedicata, ha imparato a dire che lei è nata il diciotto dicembre e che è un giorno molto vicino all’arrivo di Babbo Natale.

Il lato B di tutte queste sue raffinerie è che ieri l’ho trovata a cantare una canzone che faceva “merda, merda, merda” stile Rap, tanto che mi sono chiesta se non avesse incontrato Eminem al parco giochi coi nonni e ha anche sviluppato una discreta faccia di tolla da competizione con cui mi sruffiana a comando.

Ieri pomeriggio, per dire, l’ho messa in punizione, vietandole di andare dall’amica MaLta che non vedeva da prima delle vacanze, perché ha fatto davvero la birichina e le ho spiegato che a ogni azione corrisponde una reazione, che l’avevo avvertita e bla,bla,bla e che quindi ora doveva pensare un po’ su alla tal cosa e che sarebbe stata a casa.

Lei – nel panico per averla fatta grossa e con il timore di non andare dall’amata amichetta – mi ha guardato e detto: “Mamma, mamma, mi metto nell’angolo dei birichini da sola!” sistemandosi velocemente e dritta come un fuso nell’angoletto dove la mandiamo a pensare alle marachelle che ha combinato.

Le ho spiegato che se voleva poteva farlo ma che questo non avrebbe cambiato la mia decisione, che se era così brava a mettersi nell’angolo dei birichini, allora doveva pensarci prima e che a casa nostra non esiste l’assoluzione post confessione.

Lei, quando ha capito che non c’era trippa per gatti, mi ha guardato e mi ha detto:

“Mamma, ma lo sai che sei bella?” con un sorriso davvero furbetto.

Io ho sgranato gli occhi (ma mi veniva un sacco da ridere) e allora lei, per rafforzare la sua posizione ha continuato: “Mamma, non è vero, non sei bella, sei….BELLISSIMA!”

Stavo per tornare sui miei passi ma poi mi sono guardata allo specchio e ho capito che la ragazza è diventata talmente brava a mentire che per quando avrà 15 anni dovrò senz’altro assoldare un investigatore privato e una guardia del corpo. 😉

Dice che si è fidanzata

I fidanzatini di Peynet (http://www.peynet.net/)

Dice che si è fidanzata la ragazza. Dice che ha perfino due bambini nella pancia, frutto della sua prematura relazione.

Dice che si chiamano Lilli e Pilli. Dice che ogni tanto, specie quando le si spostano sulla schiena, le danno un po’ fastidio perché si muovono come matti.

Dice che lei è per l’allattamento naturale e infatti ogni tanto li fa uscire dalla pancia per cullarli e farli mangiare.

Nascono tra tre mesi. Sarò tra le nonne più giovani d’Italia.

Dice che lei e il fidanzato prima o poi si sposeranno pure.

Tino – sotto l’effetto delle bombe al cortisone a causa dell’ernia – rimane impassibile come una maschera di cera, ma so bene che, come la sottoscritta, ha dei rigurgiti di terrore a sentire questi discorsi. 😉

Io provo a raccontarle che poi lei potrebbe pensare anche a tutte gli splendidi lavori che potrebbe fare, come scrivere, disegnare, fare l’architetto, l’astronauta, la giornalista e il medico, invece di star lì concentrata sul fidanzato e menate come il matrimonio.

C’è tempo.

Lei – che si vede ha capito che c’è in giro crisi e fa l’occhiolino allo sposa e marmellata – style – mi risponde che no, lei vuole proprio sposarsi.

E’ presto, le dico, c’hai solo 3 anni e mezzo.

E’ lo stesso, risponde.

“Ma poi Frollina, chi sarebbe questo fidanzato?” chiedo curiosa di sapere quali giri frequenti la mia unigenita.

“Ma mamma, è ovvio. E’ Winnie the Pooh!” mi risponde lei, stringendo dolcemente al petto il suo pupazzo dalla faccia idiota e il ventre prominente.

L’unica consolazione?

Non è un alcolista dalla pancia sfonda di birra ma solo un orso molto goloso. Almeno non la costringerà a violenze familiari e a comunità di recupero, anche se sospetto che dovremo aprire un conto con il dentista.


Nel segno del tredici

Stanno facendo i numeri a scuola.

Ieri le tagliavo le unghie nere di terra da estate passata all’aperto e lunghe da incuria e dimenticanza materna. Lei, dopo aver passato un anno a lottare per evitare la manicure (roba che dovevamo infilarle una camicina di forza), ora se la lascia fare, soprattutto se c’è la promessa dello smalto.

E proprio mentre cesellavo e limavo con le forbicine, mi guarda con i suoi occhioni liquidi e mi dice:

“Mamma non dimenticarti del Tredici!”

Il Tredici, pare, viene dopo il pollice e l’indice.

In un maccherone di conoscenze che è la crescita di ogni bambino.

Dietro le quinte degli impegni: frollina e la vita

Sta per iniziare un fine settimana molto intenso, dopo un altro fine settimana molto intenso.

Sabato scorso ha debuttato il calzino spaiato, a Milano, domani ci sarà la presentazione del libro “Statale 17” di Mamma Amsterdam, presentazione alla quale avrò l’onore di partecipare. Da Leggere Strutture, dove si terrà il tutto, alle 21 mi fionderò alla cena delle Geek, per la quale ho preparato anche delle slides.

E per fortuna proprio in queste settimane la blogosfera che frequento si occupa dello spinosissimo tema delle presentazioni power point che – se fatte male – ne hanno addormentati più della mosca tze tze.

Domenica sarò a Palazzuolo sul Senio, per la festa dei fiori, nell’ambito della presentazione del documentario “Il corpo delle donne”, a parlare di Donne Pensanti e dei nostri progetti.

Dietro alle quinte di tutte queste cose c’è grande lavoro. Continua a leggere

Il burrone

ballo, corro, canto: tutto in uno. 25 aprile in p.zza santo stefano. Foto di Giordano B.

La frollina sembra cresciuta alla sorgente del Po, dove Bossi ogni anno rinnova “il rito dell’ampolla”: una specie di festicciola medievale in stile Gardaland per giustificare la xenofobia.

Dico sembra cresciuta con Bossi perché a lei i terroni non ci piacciono proprio.

Nel senso che ci sono due parole, in apparenza molto diverse tra loro, che puntualmente si trasformano in TERRONE

La prima è TERRORE. C’è un cartone di winnie in cui si cita un albero del terrore. Lei dice albero del terrone. Continua a leggere

Il parto raccontato da Frollina

Il parto raccontato da Frollina:

Quando ero piccola, molto piccola, stavo dentro alla pancia della mamma. Poi sono diventata grande, ho fatto toc, toc e sono uscita. Poi sono andata a casa e con papà e ho mangiato il budino della mamma.

Tagliarsi le unghie con le regole di Frollina:

Se mi tagli le unghie del mignolino, io ti dimentico per sempre!