Scrivo dopo una giornata molto lunga e a tratti un po’ faticosa. Siamo appena rientrati dalla gita medica nell’Altracittà. Dal SuperLuminare.
I miei problemi derivano da un cromosoma che non è come gli altri. Si tratta del numero 14. Lui ha ereditato da qualcuno dei miei genitori una falla. Una falla che poteva rimanere dormiente per sempre o che poteva manifestarsi.
In pratica il mio corpo tende ad autodistruggersi. Se voi avete un’allergia i valori di intolleranza all’allergia comuni sono di massimo 100. Io ho 250. Il mio corpo reagisce al 200% rispetto a qualsiasi aggressione e quello che non serve per combattere lo straniero lo volge contro se stesso.
Non ci sono cure per questa cosa. Perché non è propriamente una malattia. E’ genetica e contro la genetica si può molto poco.
Il SuperLuminare mi ha ora dato una cura per tentare di immunosopprimere i sintomi attuali (lichen + orticaria) e cercare di tornare in carreggiata. Finita la cura dovrò sperare.
Sperare e.
Non potrò mai più mangiare moltissimi cibi (tutti quelli che contengono istamina e porcatroia sono veramente tantissimi!) perché se ingerisco ad esempio un pomodoro o del formaggio o dell’albume o dei kiwi o delle arance, una volta che il mio corpo è tornato a stare simil bene, potrebbe scatenarsi di nuovo la reazione a catena e saremmo punto e a capo.
Addio birra. Addio vino e addio molte cose che quando le ho salutate l’ultima volta non pensavo sarebbe stato per sempre.
Dovro cercare di arrivare ad un buon equilibrio psicofisico: controllare lo stress, l’incazzatura e la rabbia che condizionano la mia psiche e di conseguenza anche la tenuta del mio sistema immunitario farlocco.
E poi, come dice il SuperLuminare, dovrò “pregare un’ora al giorno”. Non la madonna o gesùcristo che sapete non c’abbiamo un buon rapporto, ma la parte più intima di me stessa, perché la consapevolezza e la lotta non lascino mai il posto alla disperazione e allo scoramento.
Già da due mesi io frequento abitualmente uno psicologo: una di quelle persone che mi sta aiutando a trovare energia nuova in me stessa e a focalizzare i miei obiettivi esistenziali. Con lui mi sto facendo un culo quadrato per imparare a perdonare, per non sentirmi sempre una bambina di 6 anni e per trasformare questa malattia in un’occasione di crescita.
Credo di essere a un buon punto sapete. Credo davvero che la fatica cominci a dare buoni frutti e che una nuova Panzallaria si stagli all’orizzonte. Ecco. Per me sarà VITALE che una nuova Panzallaria prenda il posto di quella vecchia, attaccata come un’edera a dolori vecchi e ammuffiti.
Penso che continuare la lotta intrapresa e concentrarmi sul vivere bene il presente senza eco dal passato e senza angoscia del futuro sia il senso profondo della preghiera di cui parla anche il Super Luminare.
Perché da oggi io ho un grande obiettivo: convivere con la mia malattia e imparare a non autodistruggermi.
Lieve sarò presto. Di certo mi sarà inevitabile dimagrire: il mio regime alimentare non potrà mai più essere come prima.
Non potrò mai più mangiare una pizza (cosa che a pensarci mi viene voglia di farla finita!) ma ogni giorno assaporerò il sapore della vita. Lo so.
Nulla mi sarà scontato. E poi, lo voglio dire per tutti coloro che per un qualsiasi motivo non si accettano, vorrò bene ad ogni mia cellula, alla cellulite, ai peli superflui, perfino al seno che da sodo e tondo comincia a sentire il peso degli anni. Apprezzerò la vecchiaia se arriverà e ogni ruga che mi porterò addosso. Guarderò con affetto alla cicatrice della biopsia perché rimarrà sempre il simbolo della nuova vita.
una vita in cui cercherò di condividere e il mio ombelico non sarà più al centro del mondo.
Non potrò avere altri figli e la figlia che ho dovrà presto sottoporsi ad accertamenti per capire se ha ereditato il mio cromosoma 14. Le mamme del nido della silvia, con la fotta per fare la gara a chi sforna più marmocchi potrebbero pensare che sono proprio sfigata.
Io penso alla fortuna che ho: questa malattia poteva scoppiare nel 2005 e allora non ci sarebbe nemmeno la frollina.
Invece c’è lei.
Invece c’è Tino.
Invece ci sono io.
Mangeremo sano. Forse non avrò più una vita srelogata perché potrei pagarla cara.
Forse dovrò farmi esami del sangue ogni mese per sempre. Perché il cromosoma 14 è sempre in agguato e io sono allergica agli acari e non a rare piante che si trovano solo in Perù, per cui non avrò mai requie dalle forme che vorrà prendere il mio male.
Ma sono la donna rettile: un supereroe con la pelle di serpente.
E come un serpente saprò infilarmi in ogni situazione senza farmi accorgere, saprò tentare alle mele e alla vita (e checcazzo! diciamolo ogni tanto che quel fottuto paradiso terrestre era una gran palla fin quando eva non lo ha movimentato un po’!) chi mi sta vicino e muterò ogni volta ce ne sarà bisogno.
Come un giullare farò delle cose che mi accadono aneddoti perché chi ha voglia di leggermi e me ne offre il privilegio possa sapere che le imperfezioni non vanno soppresse o nascoste come infamia ma soltanto accettate.
Vivrò bene lo stesso. E non penserò alla morte. Tutti vanno verso la morte non vedo perché io ne dovrei essere esente. Non avrò paura del mio corpo di cristallo e di come potrà giocarmi brutti scherzi perchè – come diceva il mio allenatore – una nuotatrice è una nuotatrice per sempre.
E
in fondo a tutto vivrò una vita piena perché
per lo più rido