Di presentazioni e calzini spaiati
Oggi sono stata a Firenze che c’era questa presentazione di lavoro. Davanti a un piccolo pubblico di uditori, con il mio capo abbiamo presentato il portale per il quale sto lavorando e che abbisogna di un gruppo pilota che ne testi le funzionalià perché sia ottimizzato al meglio.
Allora.
Era un pezzo che non mi capitava di presentare delle cose che mi riguardano professionalmente e invece in questo periodo mi chiedono tutti di fare cose così.
Insomma. Ero agitata. Perché fondamentalmente a me risuona sempre nella testa la vocina bastarda che mi infama perché non valgo niente e altre atrocità del genere, durante queste occasioni.
E infatti mi sentivo a disagio. E infatti non riuscivo a guardare negli occhi le persone. E allora la cosa è andata bene anche se il pdf che avevo preparato – per uno strano mistero tecnologico – era completamente vuoto e le uniche cose che si vedevano erano scritte con caratteri greci. Sono andata a braccio con un altro pdf e la cosa non si è molto notata.
Però alla fine – mentre salutavo la persona più “prestigiosa” degli uditori – è finita che invece di dire “Buongiorno Professor Rossi!” come sarebbe stato normale per una persona normale, io ho detto “Buongiorno Professor Mario” come se lo stessi prendendo per il culo.
E sono tornata a casa con la vocina che mi urlava nelle orecchie e non è bello fare un viaggio in treno che c’hai sonno e non riesci a dormire perché una vocina ti urla nelle orecchie “sei una merda, sei una merda, sei una merda” con spiccata inflessione sicula.
E tutte queste cose qua mi fanno venire in mente che poi venerdì sera mi hanno invitata in un posto – segnalata da Jolanda che ringrazio calorosamente – che si chiama Senigallia e sta nelle Marche per un evento che si chiama Senigallia 2.0 per parlare di web. Continua a leggere