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Rispecchiati nelle parole: tu non sei quel che pe(n)si. Workshop online

In che rapporto sono benessere, alimentazione e parole? Quanto conta, nella percezione di noi, il modo in cui ci raccontiamo?

Tenere un diario alimentare e concentrarci sulle emozioni che entrano in gioco quando apriamo il frigorifero, può aiutarci per avviare un cambiamento generativo per trasformare quella che molti chiamano dieta in un vero e proprio stile di vita che non ci faccia sentire frustrati.

Il modo in cui ci raccontiamo a noi e di conseguenza agli altri ha un impatto sul nostro corpo oltre che sulla nostra mente e la consapevolezza può aiutarci a sentirci più lucidi, focalizzati e ribaltare le credenze che ci fanno sempre vedere diversi da come vorremmo essere, continuamente davanti al nostro specchio deformante.

Il workshop Rispecchiati nelle parole fa parte del progetto Tu non sei quello che pe(n)si, ideato da Francesca Sanzo, autrice di 102 chili sull’anima e esperta di scrittura autobiografica e Licia Podda, biologa e nutrizionista. Continua a leggere

Napoli mi ha stregata, come una storia ben raccontata

Sono stata a Napoli a presentare 102 chili sull’anima al Teatro Diana ed è stata un’esperienza straordinaria da tanti punti di vista, ma soprattutto a livello umano.

Napoli è una città che strega, un luogo così diverso dai luoghi a cui sono abituata, che mi ha invasa di colori, profumi e umanità. Per chi ama raccogliere storie, questa città è un vero e proprio laboratorio: basta salire in funicolare e prestare orecchio ai discorsi delle persone per sentire pulsare in sé mille vite diverse. I napoletani poi accolgono con un calore particolare, fatto di gesti, movimenti del viso e parole. A Napoli raccontarsi non mette paura o disagio e se entri in connessione con chi hai di fronte, senti l’energia narrativa e relazionale scorrere. Deve essere per questo che a Napoli le persone continuano ad andare a teatro e in ogni angolo puoi trovare luoghi pieni di fascino e storie. Deve essere per questo che mi sono sentita subito coccolata, non appena ho messo piede al Teatro Diana per la presentazione del mio libro.

Con me c’era Fabiana Sera, speaker radiofonica, attrice e doppiatrice: una voce calda e avvolgente che ha saputo dare la sua personale interpretazione a quello che ho scritto. Mi aveva letta a Roma, a novembre, e mi si erano riempiti gli occhi di lacrime, la stessa magia è tornata sabato, a Napoli.

Pierluigi, del teatro, mi ha riempita di attenzione e entusiasmo, per non parlare della Libreria Raffaello, che mi ha chiesto perfino, una copia autografata del libro.

Poi c’erano le tante persone che sono venute ad ascoltarmi. Quando presenti un libro, la parte più bella (almeno per me) accade dopo che hai concluso, quando chi è intervenuto arriva con la sua copia per fartela firmare.

Forse perché io ho scritto di me, forse perché la mia storia è comune a tanti, succede sempre che in quei pochi minuti in cui sto con le persone a tu per tu, mentre penso a una dedica per loro, ecco mi arrivino un mucchio di storie diverse: storie di riscatto, storie di cambiamento, delle volte storie di grande sofferenza.

Mi capita di accogliere le lacrime di qualcuno, i pensieri sparsi di altri e il sorriso di qualche lettrice. Non è sempre facile, non lo è stato in questi mesi, anche quando ho ricevuto alcune mail: ti senti addosso i sentimenti degli altri e non sempre si riesce a dire la parola giusta, non sempre ci si sente all’altezza della situazione. Sai che qualcuno ha letto il tuo libro e come fai anche tu, quando leggi qualcosa che ti tocca, ti ha scelto. In qualche modo ti ha preso per mano e tu hai preso per mano lui. Ma se sbagliassi il tocco? Se dicessi proprio quella frase inutile che non è per nulla indicata al momento?

Io scelgo sempre la spontaneità, ma sono certa di avere commesso anche qualche errore.

Eppure, quando esco da queste esperienze, mi sento sempre più ricca, più viva, sento sempre molta più connessione con il mondo e con gli altri. Scrivere e leggere sono un modo per uscire dal proprio e entrare nel mondo degli altri, un mondo che normalmente non ci è dato, ma che attraverso la narrazione viene condiviso e diventa patrimonio di due persone: chi scrive, chi legge.

Di questi 2 giorni napoletani porto nel cuore la mia casa editrice Giraldi Editore, prima di tutto, che ha facilitato questa trasferta. Porto nel cuore Rossella Bianco, la mia editrice che sono felice di avere incontrato lungo il mio cammino. Solo una settimana fa ho firmato il contratto per il nuovo libro e devo ammettere che l’idea di iniziare questo nuovo percorso insieme, mi mette un po’ paura, ma soprattutto tanto entusiasmo. Sono una persona davvero fortunata.

Di questi 2 giorni porto nel cuore Pierluigi e il Teatro Diana, che mi hanno invitata e accolta. Poi c’è Attico Partenopeo, lo splendido B&B dove ho dormito e Stefania che lo gestisce: a un tiro di schioppo da qualsiasi punto del centro di Napoli, con una terrazza meravigliosa e un’accoglienza perfetta.

Di questi 2 giorni sono felice per avere rivisto la mia amica d’infanzia Federica: vive a Ischia e ha guadato il mare per venirmi ad ascoltare. Poi c’è, come vi dicevo, Fabiana, una persona che ho avuto l’onore di conoscere e con cui spero di accompagnarmi ancora, magari anche per progetti professionali insieme.

E poi ci sono le persone che sono venute ad ascoltarmi: con i loro chili persi, le piccole sfide quotidiane, alcune tragedie, molti inceppi. Tante vite così vicine alla mia.

C’è la mia famiglia, mia figlia che mi dice che vuole dare, anche lei, un nome alla sua anima nera. C’è il primo spettacolo teatrale “da grandi” che ha visto Frollina, sabato sera, al Teatro Diana insieme a noi: il Decamerone di Baliani, con Stefano Accorsi. Uno spettacolo divertente e insieme molto attuale, che se passa per la tua città, te lo consiglio vivamente.

Voglio ricordarmi anche del fatto che la mia Dexter è sempre lì, in agguato e – per esempio – mi hanno proposto di conoscere Stefano Accorsi, al termine dello spettacolo e io ho detto “Non importa”, quando invece mi sarebbe importato un sacco.

C’è il caffè Gambrinus  – in questi due giorni – e la sua gentile accoglienza. C’è il commissario Ricciardi, che mi è parso di vederlo passare almeno 2 volte, lì davanti.

C’è il Cristo Velato: il pezzo di marmo più leggero che io abbia mai visto in vita mia. C’è Spaccanapoli con i suoi vicoli, gli odori smorzati in una pioggia torrenziale.

In questi due giorni ci sono molte cose, molta curiosità, grande desiderio di buttarmi, a falcate, nel futuro, consapevole che ci arriverò solo a piccoli passi.

 

 

 

13 febbraio: 102 chili a Napoli

Il 13 febbraio 2016 presento 102 chili sull’anima: la storia di una donna e della sua muta per uscire dall’obesità al Teatro Diana di Napoli alle 11.30 del mattino. L’ingresso è gratuito e mi leggerà l’amica e professionista Fabiana Sera.

Non vedo l’ora di essere nella città partenopea e vi aspetto in tantissimi sabato!

Il Teatro Diana è in Via Luca Giordano, 64, 80127 Napoli.

Sarà possibile acquistare il mio libro e al termine della presentazione interverrà anche la Dott.ssa De Blasio di Clinic Center per approfondire il tema dell’obesità e della prevenzione in correlazione ai problemi di cuore.

teatrodiana

Perché correre fa bene alla mia creatività

L’arte di correre è un libro di Haruki Murakami, scrittore giapponese affermato (e che io amo molto) in cui racconta il legame tra la sua dimensione creativa e la corsa. L’ho letto quando ancora camminavo e ci ho ritrovato molto di quello che poi accenno anche nel mio libro: fare sport ha a che fare con “l’immergersi in sé stessi” per tirare fuori qualcosa di nuovo, inaspettato, utile, generativo, ovvero ha a che fare con la creatività.

La corsa, in questo anno e mezzo che la pratico regolarmente, è diventata per me una dimensione fondamentale: oggi non potrei farne più a meno e soprattutto non potrei più fare a meno della combinazione “nuoto + corsa”.  Continua a leggere

Essere pronti è “quasi” tutto

Mancano 4 giorni e correrò la mia prima mezza maratona.

Nel mese che ha preceduto questo momento ho alternato fasi in cui sono rimasta abbastanza serena (poche) a fasi in cui mi sono sentita in crisi.  Continua a leggere

Svezzarsi a 40 anni

Presso la Bottega di Silvia a Bologna, l’11 settembre 2015 parlerò dei pensieri e delle azioni che mi hanno portato alla muta.

L’evento è gratuito, a prenotazione obbligatoria su eventbrite.

Come ti cambia la vita pubblicare un libro

Il mio libro 102 chili sull’anima è in libreria da un mese circa e in questo periodo sono successe tantissime cose: il libro ha avuto un inaspettato (per me) successo, è entrato nella top 100 di Amazon (e per una settimana è rimasto perfino al secondo posto), è già stato ristampato, mi hanno intervistato i principali quotidiani e rotocalchi italiani (alcuni articoli di prossima uscita), sono stata due volte in televisione (e ci torno lunedì: quando mi hanno chiamato gli ho chiesto: “Ma siete sicuri? Non sono mica Raffaele Morelli eh?”), l’ho presentato 3 volte (e stasera con l’aperitivo con l’autore concludo la “stagione” estiva alle 20 a Bologna), ho ricevuto 400 nuove richieste d’amicizia su Facebook, il blog ha avuto un’impennata di accessi come non succedeva dai tempi delle mamme talebane che venivano a rompermi i coglioni perché leggevo “Fate la nanna”, ricevo circa 50 mail e messaggi privati al giorno e ogni tanto mi succede pure che qualcuno mi fermi per strada.

Io poi, che ho la memoria di un criceto ubriaco, quando succede, subito mi spunta una gran coda di paglia, penso che chissà dove ho incontrato quella persona e chissà che figura di merda sto facendo, ravano, ravano nella mia mente e quando questa persona mi sorride e mi dice che mi ha riconosciuta, tiro un sospiro così esplicito allontanando il senso di colpa, che secondo me mi viene una tale faccia da ebete che una bella figura, comunque, non la faccio.  Continua a leggere

Panzallaria ospite a “Estate in diretta” su RAI 1

Il 22 giugno 2015 sono stata ospite della trasmissione tv “Estate in diretta” di RAI 1 per parlare della mia muta e del libro “102 chili sull’anima”. Ecco le foto della mia esperienza televisiva.

Nel condominio della mia testa

Nel condominio della mia testa, abitano:

  • un orso azzurro che ama moltissimo girare solitario in mezzo alle montagne. Ogni tanto diventa blu, ma solo quando è molto costipato. Se diventa blu occorre che lasci a casa il suo smartphone e che si metta in viaggio per trovare qualche boschetto dove fermarsi un attimo. Alla sera guarda serie tv oppure legge. A seconda.
  • una tizia che si fa chiamare Mens Sana e si veste come Jane Fonda quando negli anni ’70 faceva aerobica. Ha degli scalda muscoli improbabili e una fascia per il sudore. Non usa la lacca, ma solo perché ha scoperto il buco dell’ozono, ha un armadio pieno di pesi per le braccia (ma quanto le piacciono le sue braccia toniche?) e va a correre quando tutti gli altri dormono. A volte sembra un po’ fissata.
  • una tizia davvero tossica, con la pelle unta e la voce roca. Fuma montagne di sigarette, se le rivolgi la parola si spaventa ma è la più pettegola di tutte: sa tutto degli altri condomini, ne parla male di continuo tentando di metterli l’uno contro l’altro per divertimento, ma se poi le fai capire che può stare tranquilla e che si organizza una bella festa a cui lei è invitata (per anni nessuno l’ha mai chiamata, né a compleanni, né a feste di laurea, né a serate alcoliche che forse avrebbe pure gradito), poi si mette serena. Si chiama Dexter e dovrebbe fare qualcosa per le occhiaie, ma non diciamoglielo se no ci rimane male.
  • una ragazzina di 15 anni con qualche problema con il cibo: fortemente in sovrappeso, è però simpaticissima. Ride sempre, organizza feste (e adesso invita anche Dexter), è di gran compagnia e racconta storie che fanno divertire tutti gli invitati. La invitano anche a feste che non organizza lei, giusto così, perché l’animatore è sempre importante. Mentre gli altri ragazzini limonano a bordo pista, confusi nell’epilessia delle luci psicadeliche, lei balla come non ci fosse domani. La chiamano la donna cannone per via della sua stazza, lei ride di gusto e nessuno sa che ogni tanto ci rimane un po’ male: in fondo è bella la sua vita e chissenefrega se le piacciono tanto i cannoli siciliani!
  • Un tale che dice di essere il vero Forrest Gump, mica quello del film. Noi del condominio ci crediamo: gli succedono cose incredibili e ha uno sguardo talmente ingenuo sul mondo che sarebbe difficile dargli un altro nome. L’altro giorno è andato in televisione, dice che lo hanno invitato a un programma insieme a un sacco di gente famosa ma se gli chiedi chi c’era con lui, scambia i nomi e sembra davvero appena atterrato dalla Luna. Vuole correre una mezza maratona, raccoglie fondi per le cose in cui crede, finisce sulle riviste ma non capisce bene come, scrive libri, fa incontri incredibili e si ripete ossessivamente che “stupido è chi lo stupido fa!”. Mi sta molto simpatico, non ha soldi per pagare l’affitto ma – non ditelo in giro – gli ho fatto un contratto d’uso gratuito per il gusto di averlo tra noi.

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