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Pic Nic in bicicletta – a Bologna

Dopo essere rientrata da Roma, dove sono stata in occasione di Smart Women ad aspettarmi a casa una bella sorpresa: finalmente la primavera! Per un po’ avevamo tutti creduto che il sole si fosse oscurato e invece questo fine settimana ci ha regalato dei panorami primaverili finalmente degni di questo nome! A casa Panzallaria eravamo tutti entusiasti e abbiamo deciso di dedicarci un po’ di tempo, che l’inverno è stato lungo e faticoso e lo abbiamo passato più all’ospedale con i genitori di Tino che a casa.

Le bici sono uscite dalla cantina e dopo una bella gonfiata di ruote e messa in sesto, abbiamo montato il seggiolino (lo so, lo so: Frollina è grande, dovrebbe andare per conto suo, ma non è ancora abbastanza sicura sulla bici e volevamo macinare un po’ di chilometri!) e sabato siamo stati al Lido di Casalecchio, lungo tutta la ciclabile che da Bologna conduce a Parco Talon.

Al Lido di Casalecchio, mentre Tino ed io ci facevamo l’aperitivo guardando il tramonto sul fiume e il volo delle anatre sopra di noi, Frollina scavava con un bicchiere nel pezzo di sabbia sulla riva.

Ecco un bel video che ho trovato in rete che racconta questo bellissimo spazio alla periferia di Bologna


Ieri – presi dalla voglia di passare tempo all’aria aperta – abbiamo organizzato un pic nic estemporaneo con gli amici e ci siamo dati appuntamento al parco Nicholas Green, di fianco al cimitero della Certosa: uno spazio davvero suggestivo perché ricavato da una distesa di alberi da frutto.

Il parco Nicholas Green sta davvero a pochi passi da casa nostra e ci si arriva anche dal centro di Bologna in bici, attraversando la città sulla ciclabile che dal centro conduce verso la Barca. E’ stata una giornata bellissima: i bambini hanno corso, giocato, abbiamo esplorato i filari di frutta e siamo perfino andati all’orto comunale dei nostri amici a prendere i cavoli spuntati.  Mi sentivo benissimo: Tino sorrideva ed era rilassato, Frollina rideva come una pazza, io stavo proprio bene.

Esplosione di un albero Parco @Nicholas Green #Bologna Frollina in mezzo ai “piscialetti” giganti Parco @Nicholas Green #Bologna

Per un attimo il cervello si è completamente rilassato: non esisteva nulla tranne quei momenti, non dovevo dimostrare nulla a nessuno, c’era solo la necessità di respirare, di fare respirare gli occhi, di annusare, di incidere il cielo con lo sguardo.

Per un attimo non ero la mille io che sono sempre ma solo la uno io che si ferma, tace, si gode il momento.

E intorno a noi il mondo sembrava miracolato: ho fatto delle foto e le voglio condividere con voi, perché credo che la primavera, con la sua misera durata (quest’anno poi passerà in un amen per lasciare immediato spazio all’estate) sia il momento giusto per ricordarsi di quanto sono effimere le cose, specialmente quelle belle, che passano in fretta, ti volti e non ci sono già più.

E voi: ve la siete goduta la domenica di sole?

 

 

Una decade insieme

Lunedì Tino ed io abbiamo compiuto una decade insieme. Quale modo migliore di festeggiare che andare a cena nello stesso posto dove 10 anni fa siamo stati, subito prima della nostra prima limonata?

Chiunque non è sposato lo sa: stabilire con esattezza una data di anniversario non è mica facile. La prima limonata? La prima volta che si è “giaciuto” insieme? Le scuole di pensiero si dividono tra romantici e praticoni e devo dire che io e Tino siamo fondamentalmente su posizioni diverse, così il nostro anniversario dura quasi una settimana, ma una certezza l’abbiamo: la sera che ci siamo ubriacati al Rovescio e poi abbiamo limonato è stata senz’altro fondamentale nello sviluppo degli eventi futuri.

Dopo 10 anni trovare un modo creativo e simpatico per dire a una persona che la ami e che sei felice di stare con lei è altrettanto complicato che inventare l’ennesima scusa per mettere il cornino con l’amante. Quasi tutti i regali sono stati fatti e si deve fare un vero atto di fantasia per non ripetersi o per farlo con stile.

Io mi sono affidata alla Rete e sapendo che il geek a Tino lo eccita più di uno spogliarello,  gli ho regalato una giornata benessere alle Terme per due, di cui a breve usufruiremo in maniera del tutto lussuriosa. Massaggi cervicali compresi. Per il prossimo anno se le sue condizioni di salute peggiorano, ho pensato che posso sempre puntare sulla badante 😉 (cinic moment).

Lui ha veramente dato sfoggio di grande creatività, lo devo ammettere. E’ arrivato alla cena con due scatoline (e chi mi segue da un po’ sa quale sia la mia passione per le scatole, avrebbero pure potuto essere vuote e sarei già stata felice). Dentro alla prima c’era un biglietto per il Concerto di Dalla e De Gregori a Bologna. Poi c’era una lettera molto romantica con descrizione molto romantica di una pietra azzurra e sue proprietà. Nella seconda scatolina ho trovato una collana stupenda, molto stile vintage con un ciondolo e incastonata questa pietra azzurra.

Cinque anni fa mi regalò l’anello di non matrimonio, disegnato da lui stesso e portato a un gioielliere, oggi c’è la catenina. L’anello ha come pietra una olivina meravigliosa (lui sostiene che il verde gli ricordi i miei occhi – che sono marroni 🙂 e la collana è di un azzurro profondissimo che mi ricorda la piscina, per ciò la trovo stupenda.

Abbiamo cenato e bevuto a chilometro zero e dopo la nostra romantica performance creativa e mangereccia avremmo voluto continuare alla grande la serata ma – come in tutte le occasioni che si rispettino – non ci siamo fatti mancare l’inconveniente che mette sempre sale alla nostra vita, permette di evitare la noia e offre alla nostra relazione sempre nuove mirabolanti occasioni di rinnovamento.

A me

sul bel bello

mi è venuta

la cacca a ruscello.

Una romantica serata di merda 😉

TI AMO TINOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO

La tabellina del 3

Io coi numeri ci ho dei problemi seri.

Non come quella mia ex, ex, ex collega di quando facevo l’aguzzina che in odore di Euro era convinta che di virgole nelle nuove cifre ce ne fossero due e leggeva ai clienti i loro debiti così: “mille-virgola-cinquecento-virgola-zerodue“, ma abbastanza patologici comunque.

Per esempio le tabelline non le ho mai imparate bene. La mia mente è lì che si strizza per fare conti con ditina immaginarie e per percepire moltiplicazioni che un bambino di 6 anni saprebbe fare al volo mentre io rimango appesa a dubbi cocenti per ore.

Per esempio i soldi. Ecco io i soldi, oltre una certa cifra, non li capisco più bene. Se diventassi ricca dilapiderei tutto nel giro di breve o finirei vecchietta bacucca truffata sulla porta da improbabili impiegati comunali.

Una volta, quando ero più giovane, sono andata in banca con l’obiettivo di ritirare settecento mila lire per le vacanze estive in Grecia.

Ho preso in mano la commessa (o come diavolo si chiama il foglietto da compilare per spillare soldi al tuo conto) e dopo averla compilata, l’ho presentata al solerte impiegato faccia di bronzo. Io quell’uomo, in 10 anni che quella banca è stata la mia banca, non lo avevo davvero mai visto ridere o cambiare espressione, era sempre stato una specie di monolite umano vestito da impiegato.

Quella volta lì invece la mia commessa compì il miracolo: mentre la leggeva vidi agli angoli della bocca come due tiranti arruginiti partire e l’omarino abbozzo un sorriso impiegatizio che mi fece credere per un attimo nell’esistenza di Dio, tanto era improbabile.

Nel richiedere la mia cifretta avevo ecceduto un po’ negli zeri e così mi volevo prelevare settecento milioni di lire.

Lui mi guardò, tornato momentaneamente serio e mi disse: “Sicura di volerli tutti in contanti?”

Allora avevo 25 anni e sono convinta che l’impiegato abbia certamente pensato quello che una volta nella vita pensiamo tutti e sancisce il passaggio dalla spensierata giovinezza all’inizio della senile decomposizione mentale:

“L’Università non è più come quella di una volta e questi ragazzi non imparano nemmeno a fare due conti!”

Comunque.

Tino non si capacita. Non si capacita del fatto che io perda la bussola davanti a qualche cifra. Dice che lui mi considera una persona intelligente ma di fronte a certi miei corti circuiti si chiede se non abbia una parte del cervello con un baco di sistema.

Io non lo so. Sto bene così. ‘Desso poi, con il fono, ci ho pure la calcolatrice, per cui che problemi ci sono? Mica si può sapere tutto nella vita, no?

Tanto ricca non diventerò mai, per ciò non mi devo certo preoccupare.

Fino al conteggio di mille euro ci arriva e tanto transita, solitamente, sul mio conto corrente.

Però lui non si da pace e ieri sera mentre mi cucinava il pescetto dietetico e io avevo una crisi di astinenza da cibo grasso e porcone, di quelle che mettono a dura prova la forza di volontà, il mio secondino alimentare ha pensato bene di interrogarmi anche sulla tabellina del 3.

E ho scoperto

che io

la tabellina del 3

la conosco solo

fino

a

15.

Fattura senza Iva

Sto seriamente pensando alla fattura che ci hanno fatto.  Impossibile scaricarla con la prossima dichiarazione dei redditi.

Sabato mattina ci siamo svegliati e la caviglia di Tino era diventata enorme. Il malleolo bluastro. Abbiamo pensato si trattasse di acqua del ginocchio che era scesa, dato che – come alcuni di voi sanno – dopo le 3 ernie alla schiena, 20 giorni fa circa si è rotto anche un legamento e il menisco.

E’ andato al pronto soccorso con suo padre, pensando che glielo avrebbero siringato, mentre ci chiedevamo perché la vita deve essere così faticosa.

Dopo alcune ore in cui non avevo notizie, Tino mi ha chiamato per dirmi che aveva avuto una trombosi, ma per fortuna verso il basso e non verso il cervello, che se no erano davvero cazzi acidi (permettetemi il francesismo).

Non è che io abbia qualcosa contro la trombosi ma diciamo che siamo un po’ stanchi, un po’ provati, che ormai conosco ospedali e farmacie meglio della mia bambina e che se il mio uomo deve avere un trombo, vorrei che fosse con me e non così, per una sorta di ansia da competizione nei confronti di anziani umarell e arzille zdaure.

Siamo stanchi.

Oggi siamo andati a fare ulteriori accertamenti dall’angiologo che ci ha dato però una buona notizia, ovvero che si tratta di una trombosi dovuta al trauma e non ad altro e che quindi è un episodio accidentale che se verrà curato bene adesso, non dovrebbe ripresentarsi in futuro.

Il non marito ora è obbligato a stare a riposo per un bel po’ di giorni e sto pensando a come inchiodarlo a letto e sedia, senza che lo prenda l’ossessione multitasking che domina la sua esistenza.

Frollina sta cominciando a capire di essere capitata in una famiglia un po’ scalcinata, tanto che sabato, mentre papà era all’ospedale, gli abbiamo fatto un collage (un giorno di questi vi racconterò dei giochi bellissimi che stiamo facendo in casa, con il brutto tempo) e nel collage ci ha voluto infilare anche la stampella.

Credo sia l’unica quattrenne a sapere cos’è un ginocchio, un menisco, una caviglia, l’ernia e la trombosi.

Per il prossimo anno auspichiamo in una Laurea in Medicina.

Mia mamma l’altra sera mi ha preso da parte per dirmi che forse dovrei accettare la proposta di Tino di sposarlo e di farlo in tempo che se no qui ci tocca fare tutto insieme con l’estrema unzione 😉

Io, cosa volete, la prendo con filosofia. Ci sono gli anni che si espia e gli anni che si incassano i crediti. Si vede che il 2010 era l’anno espiatorio, d’altra parte il 2009 è stato fighissimo.

Avrei un sacco di cose belle da raccontarvi e alcune cose belle che ancora non posso svelare ma che spero si concretizzino.

Vorrei segnalarvi del mio prossimo reading, il 23 novembre a Bologna e poi, appuntamento molto importante, dello spettacolo del Calzino Spaiato che torna a teatro, a febbraio, a Prato, per ben 3 date.

Ma invece per oggi vi segnalo solo del seminario Mani in pasta

Per non farci mancare nulla

I vecchietti dei Muppet's

Per non farci mancare nulla e per rendere più narrativamente surreale la nostra esistenza, un ottuagenario extraterrestre ha deciso di USARE il corpo di Tino come territorio di sperimentazioni. Il “Dottor Morte” sarebbe davvero orgoglioso di questo E.T. con un piede nella fossa che si è incarnato nel non marito, perché sta mettendo in pratica tutti i suoi insegnamenti.

Come chi mi legge sa, per non farci mancare nulla, quest’estate a Tino sono arrivati i primi sintomi della trasformazione, ovvero 3 ernie alla schiena da fare invidia a tutti gli ernaioli del mondo. Ciò ha comportato grossi problemi di mobilità e una estate di patimenti (diciamo pure di MERDA) per lui e per noi.

Queste tre ernie sono state però l’occasione per metterci a dieta entrambi, per rivedere il trattamento da schifo che riservavamo al nostro corpo e per avere una meta. Tino ha cominciato a frequentare tutti i fisioterapisti di Bologna e provincia e conosce ogni ortopedico nel raggio di 20 chilometri.

Io ho tirato fuori un inaspettato – per me – bicchiere mezzo pieno di ottimismo e ho deciso che la meta è l’estate prossima, che l’estate prossima, tra dieta, fisioterapia e quant’altro serva, riusciremo a recuperare una vita normale.

Ebbene.

Voi direte.

Tutto ciò basta già per partorire qualche bel personaggio panzallario, un Signor “Zanetta” di grande comicità.

Ma Tino. Tino che li ama i personaggi comici, Tino che è il re dell’ironia tagliente e un po’ cattivella, ha consultato l’ottuagenario possessore del suo corpo e costui ha deciso di fare molto di più, di mettere sul piatto altre mirabolanti occasioni di comicità.

Andiamo ai fatti.

Tino venerdì è scivolato dalle scale dell’ufficio, una cosa apparentemente da niente.

Tino, grazie a questa piccola cosa da niente invece ha vinto…

ha vinto…

chi me lo vuole dire per primo?

Vi do un aiutino. Tino 20 anni fa è stato operato a entrambe le ginocchia, gli hanno rimesso a posto la rava e la fava perché quando era posseduto da un giovane giocatore di basket, si era rotto tutto.

Pausa per farvi pensare.

Nessuno ha il coraggio di dirlo?

Ebbene si: Tino ha vinto la rottura di un legamento del ginocchio

(Ehhhhhhhhhhhhhhhhhhh) Ola in curva

Vi lascio immaginare cosa significhi, per una persona con la schiena di cristallo, zoppicare. Non entrerò in dettagli truculenti ma possiamo decisamente affermare che qui a casa dei panzallari, l’autunno è arrivato in anticipo: sono caduti tutti i maroni.

Ma.

Non pensate sia finita.

A noi piace esagerare.

Ovviamente, in contemporanea con questi ultimi fatti, Frollina si è presa raffreddore, tosse e febbre.

Ieri è stata una giornata MOLTO faticosa e sospetto sarà solo la prima di una lunga serie.

La Frollina era rantolata e non faceva che ripetere “mamma, mamma, mamma” come un uomo di 50 anni quando gli viene una linea di febbre e fa la tragedia.

Tino era giustamente incazzato come una biscia e allettato. Un bel po’ allettato.

L’ottuagenario rideva contento in un angolo.

Io pensavo che nel pacchetto Famiglia del Muletto Bianco tutto questo non c’è e mi sono chiesta perché non ho accettato di sottoscrivere l’accordo (in cambio della nostra anima avremmo potuto mangiare girelle per sempre senza morire per un eccesso di glucosio nel sangue e frollina avrebbe avuto riccioli perfetti da tessere tra le dita, io un fisico da Belen e Tino una cartella nera da lavoro figo e una camicia bianca aperta su una rasatura perfetta e un sorriso Durbans da sturbo).

Ma no

A noi piace non annoiarci.

Ci pensavo, a questa cosa della famiglia M.Bianco, mentre tentavo di rilassarmi, prima che la frollina si svegliasse per la quindicesima volta in preda a un attacco di tosse canina, e mi spalmavo la crema sul viso davanti alla tele.

Devo prendermi cura di me. Non devo cedere alla tentazione. Me lo ha detto anche la naturopata strega che io ci ho un’aura incazzatissima a livello della testa, roba che lei dice che potrei fare i miracoli, che penso da maschia delle volte ma potrei fare i miracoli e invece tratto il mio corpo da schifo e devo ribilanciare la mia aura.

Me lo ha detto anche lo specchio quando, una mezzora dopo sono andata a lavarmi i denti e mi sono accorta che avevo sbagliato, invece della crema per il viso mi ero spalmata una maschera di bellezza ed avevo una stupenda, tiratissima e molto originale
faccia verde.

Il varano

Ieri sera ho acceso la televisione. Il caldo forse, non so. Abbiamo fatto zapping e siamo finiti su Rete 4. C’era un documentario sulla natura presentato da una con dei labbroni a canotto e il naso da Barbie che era talmente finta che si sentiva l’odore di plastica uscire dal tubo catodico. Come quando apri la confezione della bambola.

Io ormai sono traviata. Sempre dietro a questioni concettuali e di principio. Poi mi meraviglio che i miei amici mi evitino 😉

Faccio venire l’orchite, lo so.

Bon. Comunque non è del fatto che sono pesante come il piombo e impegnativa come il tomo dell’enciclopedia britannica dedicato alle scienze tecniche che vi volevo raccontare oggi.

Però il documentario c’entra. In questo documentario su rete 4 facevano vedere i VARANI. Che sono animali davvero impressionanti. Rettili per la precisione. I varani sono enormi e quando mordono rilasciano un veleno che uccide. Piano, piano, nel giro anche di 2 settimane. Loro seguono la loro vittima mentre agonizza e la ferita non si richiude, in attesa di potersela mangiare. Delle volte mordono animali molto più grandi di loro, ma tanto basta un morsicotto alla caviglia e quello è condannato a morte. Quando sarà finito se lo papperanno con calma, come è successo nel documentario con un bufalo indiano che ci ha messo 10 giorni ad andarsene, dopo essere stato morso.

Tino era esaltato. Mi parlava dei varani e anche dei rospi e mi offriva dati e numeri per misurare la forza di questi impressionanti rettiloni. A volte penso che il non marito starebbe proprio bene dentro a un programma della BBc e che se conoscesse Piero Angela si scatenerebbe un conflitto per la supremazia che probabilmente non avrebbe fine, una guerra intelligente senza esclusioni di colpi logorroici e esplicativi.

Mi ritroverei il simpatico ometto provvisto di altrettanto simpatico figlio che esce dal vaso di bambù che tengo sul mobile del salotto per battersi all’ultima nozione con il mio Prode compagno.

Comunque. Non era nemmeno di Piero Angela che volevo raccontare.
Dopo aver visto il documentario io sono andata a letto.
In questa afosa notte di luglio che non se ne può più del caldo.

E nel mio sudario
ecco
mi sono sognata che un varano mi mordeva. Eravamo a una festa di matrimonio ed erano tutti molto eleganti e molto contenti e pieni di regalie per gli sposi e in posa per le foto e in fila per il buffet. Da dietro la torta usciva un VARANO.
Veniva dritto, dritto verso di me e mi tirava un morso sul polpaccio. Niente di tragico, sia ben inteso, ma abbastanza per causarmi una piccola ferita da cui cominciava ad uscire sangue.

Sapevo che sarei morta se non avessi trovato l’antidoto al varano e cominciavo a rompere molto i maroni a tutti quelli intorno per farmi portare all’ospedale.
Nessuno mi calcolava nemmeno di striscio.
Troppa fila al buffet per mollare la presa e accompagnarmi in ospedale.
Troppa felicità da matrimonio.
Sporcavo – con il mio volgar sangue – perfino l’abito bianco della sposa.

Mi sono svegliata di soprassalto. C’avevo il cuore che batteva all’impazzata. Mentre asciugavo i rivoletti di sudore e ascoltavo la vita vera scorrere sotto la mia finestra (gli venisse un cagotto a quelli che fanno le 4 del mattino in giro ascoltando musiche improponibili allo stereo dell’auto e parlando come se fossero al mercato del pesce in pieno giorno ;-)) mi sono fatta delle domande.
Che i sognatori compulsivi come la sottoscritta se le fanno.

Ma saranno i VARANI a angosciarmi o le FESTE DI MATRIMONIO?

Allo spirito di Freud l’ardua sentenza.

Sono a mezzo servizio

Sono a mezzo servizio. Mentalmente e anche fisicamente. Il caldo mi stronca ma mi stronca anche il fatto che Tino non stia affatto bene.

Sono a mezzo servizio. Se mi scrivete e non vi rispondo non pensate male.

Sono a mezzo servizio. Dopo un paio d’anni scoppiettanti di attività, il mio cervello e il mio corpo chiedono venia. Non riesco a stare dietro a tutto. Non ho voglia di stare dietro a tutto.

Sono tantissime le cose pendenti ma qui bisogna sopravvivere.

Tino ha la schiena che sembra un campo di battaglia dopo che sono rimasti solo i perdenti a contare i morti. Abbiamo deciso di affrontare la situazione con spirito ottimistico e che è possibile trovare una soluzione, ma per farlo ho bisogno di chiudermi nel mio cono d’ombra.

Sono a mezzo servizio.

Ho tanti racconti nella testa, tante idee per donne pensanti, tante cose da fare, anche per lo spettacolo.

Ma per il momento preferisco tenerle lì. Non ho forze.

Ho bisogno di venire al lavoro, lavorare, uscire dal lavoro, prendere la frollina al campo solare, portarla in piscina per un paio di orette, tornare a casa, mangiare, dormire.

Chiedo scusa.

Non leggo, non rispondo alle mail tempestivamente e non ho forza di seguire tutte le proposte e le segnalazioni.

Per un po’ il mondo andrà avanti senza Panzallaria.

E purtroppo, come testimoniano i fatti di cronaca di questi giorni, il mondo va avanti. Anche senza di me

Turistos fai da te e schiene cric e croc

Trovare le vacanze mettendo un annuncio sul proprio blog scopro essere un’idea “ispirante”.  Roberta Milano dedica un post alla mia esperienza e alla disintermediazione nella ricerca di mete turistiche e leggendo quello e i commenti, devo dire che ho imparato un sacco di cose.

E visto che tutti, prima o poi, pecunia permettendo, siamo stati o saremo turisti, mi sento di consigliarvi il blog di Roberta perché offre spunti davvero interessanti, specie agli addetti del settore.

Io in questi giorni sono un po’ catorcia, Tino ha scoperto che la situazione della sua schiena è peggio di quello che pensavamo e così, mi spiace dirlo, ma le riserve di idee sono un po’ scarse.

Mi prendo il fine settimana per riflettere (e spero, rilassarmi e riprendermi).

Ci si sente lunedì

La Caporetto delle vacanze

La nostra vacanza è stata una CAPORETTO.

Dopo un inizio brillante e presupposti di grande divertimento(siamo andate nello stesso posto dove anche la MaLta e sua mamma stavano passando le vacanze, per la gioia di Frollina) le cose sono andate scivolando verso il baratro.

Al terzo giorno la nana  ha cominciato a tossire e – nella notte – l’è  venuta anche la febbre. Ho sperato si trattasse di troppo sole e di un malessere passeggero perché poi durante il giorno stava bene e invece la febbre ha continuato a presentarsi.

Sabato ci ha raggiunte Tino insieme al papà della MaLta. Aveva un po’ del suo classico mal di schiena che si è aggravato in fretta immobilizzandolo completamente a letto.

Non l’ho mai visto così.

Ieri ho portato frollina dalla guardia medica del paese, perché avrebbero dovuto raggiungerci i miei suoceri per darci il cambio e tenerla al mare fino al prossimo sabato, ma le condizioni della bambina ci hanno fatto prendere la decisione di riportarla a casa. Dopo essere andate alla guardia medica, abbiamo fatto i bagagli e siamo tornati verso Bologna. Frollina è rimasta con la MaLta  – dovrò fare un monumento ai suoi genitori! – e io ho portato Tino direttamente al pronto soccorso. Forse ha un’ernia.

Lo hanno drogato di cortisone e ora è immobile, a casa, in attesa di fare tutti gli esami del caso per capire come procedere.

Io – per la prima volta nella mia vita – non vedevo l’ora di tornare al lavoro. 😉

Se anche la sottoscritta cedesse, potremmo ritirarci direttamente dal gioco. Niente più carrarmatini e successo assicurato delle armate nere.

Ma ce la farò, alleandomi strategicamente con il nemico (sfiga) e prendendomi gioco di lui.

Nove anni Nove

Avete visto i fuochi d’artificio spettacolari, ieri sera, su Bologna? Li ha lanciati il Comune per festeggiare il fatto che Tino e la sottoscritta sono riusciti ad uscire – DA SOLI- dopo mesi in cui per vari motivi, si rimandava.

Ebbene si:  una serata a due per festeggiare Nove-anni-Nove di non matrimonio. Continua a leggere