Meno male che c’è San Luca
No, giuro che non mi sono convertita. Però forse dovrei. Adesso vi spiego. La mia attività di fitness prosegue. Cerco di andare in palestra il più possibile, grazie alla spinta della mia personal coach (la vicina). Andiamo a fare spinning che è una bicicletta sulla quale giri a vuoto e ogni tanto alzi il culo dal seggiolino e pedali, pedali, pedali. A spinning la maestra fa il tifo per me, sono convinta che abbia deciso di sposare la mia causa e quando riesco a completare l’ora in maniera soddisfacente mi fa segni di vittoria, mi sostiene emotivamente (in inglese) e le si accendono gli occhi di soddisfazione. No, non vado in una palestra anglofona, ma lei tra un po’ parte per la California e allora sta imparando l’inglese e lo mette in pratica con noi. Così la lezione è tutta un “I love you guys” e cose del genere che mi fanno sentire anche a me un po’ in California a scontare troppi pranzi da Mc’Donald’s.
Vado anche a Pilates, il martedì sera. E a parte che le signore over 50 sono molto più elastiche di me, sto cominciando a prendere il ritmo. Si chiama Power House quella zona lì, quella che si deve muovere e tirare mentre si fanno gli addominali e tutto il resto. Forse non dimagrirò, ma certamente con l’inglese do una bella botta.
Comunque. La palestra dove vado è un casino, ci si perde dentro e io, con il mio senso dell’orientamento, seguo la mia vicina come un cagnolino: è lei che mi conduce da un corso all’altro senza rischiare di farmi rimanere incastrata nello stadio di pallone fino alla mattina successiva.
Solo che oggi la mia vicina non è venuta e io ho detto ci vado lo stesso a spinning, dai, non ne ho voglia mezza, che c’è anche un tempo da lupi, ma ci vado lo stesso. E ovviamente mi sono persa. Sono finita chissà dove, ho cominciato a girare in tondo e non c’era nessuno a cui chiedere (non è vero, mi vergognavo).
Così a un certo punto mi sono detta, sai che cosa? io vado a San Luca a piedi e sconto così la mia attività fisica di oggi.
San Luca, per chi non è di Bologna, è una basilica che sta in cima al colle della Guardia, proprio sopra casa mia. Nel 600/700 ci hanno costruito una chiesa dedicata al Santo, su questo colle e – da bravi architetti bolognesi – ci hanno messo un bel portico che arriva fino in cima. Così puoi fare la via crucis anche quando piove. Salita e scalini sono il valore aggiunto di questa simpatica camminata, che quando arrivi sopra, la vedi davvero la Madonna dell’icona.
Anni fa, prima di mettere in cantiere la frollina, ci salivo tutte le sere. Sabato ho deciso di riprendere questa sana abitudine e oggi ho fatto altrettanto, in pausa pranzo, da brava cicciona volenterosa.
Alla curva delle Orfanelle comincia la parte più tosta, quella piena di scale in salita e il mio cuore stava per scoppiare. Ho sudato come un maialino nel fango, ero rossa come un peperone sotto il sole e il rumore dei miei polmoni di mantice lo hanno sentito fin dalle due torri. Quando incrociavo qualcuno notavo sguardi di pena, ma io – furbescamente – abbassavo gli occhi, continuavo a camminare con la mia musica nelle orecchie e in compagnia di Guccini e Amy Winehouse sono riuscita ad arrivare in cima a passo abbastanza spedito.
Tino, quando gli ho detto che mi ero persa, non ci voleva credere, pensava lo prendessi per il culo, e invece io sono proprio così: un’idiota geografica. Per fortuna sua mamma, accompagnando il marito alla fisioterapia ha fatto fuori il paraurti di una Giaguar e così la mia idiozia è passata in cavalleria. Anche perché mi sa che il paraurti di una Giaguar vale quasi quanto il bacino di mio suocero e vedrai che faranno economicamente pari e patta. ;-(