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Compriamo un gioco per i bambini che stanno in ospedale

Io in questo periodo sto imparando molte cose da alcune persone. In particolare da una. Una mamma.

Sua figlia ha un male cattivo. Sua figlia è forte come lei. Perché – benché sia in ospedale da quasi un mese a un anno e mezzo di età – si sta comportando da dura.

Ma cosa ci si può aspettare da una bambina che ha una mamma che – benché stia affrontando la prova più difficile che deve affrontare una madre – riesce a trovare il tempo di pensare non solo alla sua bimba, non solo a se stessa?.

Per questo, senza paura che lei s’offenda, voglio pubblicare un pezzo della mail che ha mandato ai suoi contatti.

Amiche, oggi vi chiedo solo un favore.
E ci sono circa 6 mesi di tempo per farmelo.
Secondo le proprie possibilità, vi chiedo la prossima volta che andate all’ikea o un posto simile, di spendere qualche euro in giochini per i bimbi dell’ospedale.
(…)  settimana scorsa ha fatto due esami piuttosto impegnativi per una bimba della sua età.
dopo le infermiere le hanno fatto un regalino e lei avreste dovuto vedere i sorrisi che ha fatto.
Sembra una sciocchezza, ma servono.
non parlo solo di reparti “particolari” come oncologia o ematologia….anche dopo un prelievo è bello che un bimbo abbia un piccolo premio (che non sia un cioccolatino o una caramella!!!!).
all’ikea ci sono tante cosine che possono piacere ai bimbi e che costano abbastanza poco. Purtroppo, se uno non ci sbatte la testa contro, non se ne rende conto.
Diciamo che io la sto sbattendo per tutte voi 😉
Direi che non c’è molto da aggiungere alla sua mail. Io mercoledì, insieme alla Frollina andrò ad acquistare un po’ di giochi (ne ho già messi da parte qualcuno) e li porterò – sempre insieme alla Frollina – all’ospedale Bellaria o al Sant’Orsola, al centro prelievi. Ricordo perfettamente che c’è una zona in cui vengono tenuti tutti i giochini per i bambini.
E’ così in tutti gli ospedali.
Poi ci sono associazioni come AGEOP che aiutano i bambini ricoverati in oncologia e ematologia.
Voglio contattare anche loro.
Che aiutano i bambini come I.
Alla quale ogni giorno vanno i miei pensieri. A lei e a tutti i piccoli lottatori. Che imparano presto la crudeltà della vita e del mondo ma se hanno la fortuna di avere madri, padri, fratelli, dottori, infermieri, amici come la piccola I., diventeranno degli adulti migliori e sapranno non dare per scontato quello che hanno.
Se avete voglia di fare come me, se avete voglia di contribuire al sorriso di un bambino, credo davvero che basti mettersi in contatto con gli ospedali cittadini.

Incidenti casalinghi

Quando ero piccola – avrò avuto si e no 6 mesi – mentre giocavo sul letto con mia mamma, lei si è voltata un attimo e io ho tirato una testata contro l’anta di un armadio aperto. La genitrice narra che ho cominciato a fiottare sangue dalla fronte che sembrava la fontana di Trevi e lei si è spaventata a morte.  Con una folle corsa in taxi mi ha portata al pronto soccorso e dopo che mi hanno ripulita e medicata, si è resa conto che la situazione non era grave come si era immaginata a vedere tutto quel sangue.

A me è rimasta una cicatrice sul sopracciglio che nei giorni di maltempo diventa visibile e a lei il ricordo vivido della paura che si è presa.

Ieri, mentre io ero a fare la spesa, che c’avevamo il frigorifero più vuoto del cervello di Bush, è arrivata una vicina a casa.  Aveva bisogno di un libro. Tino e Frollina stavano giocando.

Tino è andato a prendere il libro e ha salutato la vicina che se ne tornava al suo appartamento. Mentre chiudeva la porta, la piccola peste si è infilata dietro allo stipite e ha messo un dito in mezzo ai cardini. Continua a leggere

Di unghie e altra pedagogia

Tre giorni. Tre giorni a meditare sui consigli dati qui e dalla mamma e dalle amiche della vita reale. Tre giorni a osservare frollina che diceva no all’oggetto della contesa (unghie da tagliare, divenute un pretesto per tentare di spiegarle che in famiglia ci si deve ascoltare e che su certe cose, piccole regole, non si transige) e che nel frattempo era diventata BRAVISSIMA su tutto il resto, accettando qualunque limitazione le abbiamo imposto nel tentativo e cercando di dimostrarci quante cose aveva imparato da tutte le discussioni passate.

Poi.

Grazie ai consigli

Grazie ai pensieri

Grazie al confronto costante con Tino

abbiamo cambiato il punto di vista e capito e deciso che dovevamo dismettere questo approccio e iniziarne uno diverso. Continua a leggere

La frollina ha tirato fuori le unghie (solo metaforicamente)

Sono giorni che tento di convincere Frollina a tagliarsi le unghie dei piedi che sembra di avere a che fare con un’aquila. C’ha degli arpioni a incorniciare quei simpatici piedini di duenne. Giorni che procrastina. E dire che fino a qualche tempo fa aveva imparato a farsele tagliare senza troppe storie.

Ieri sera sia Tino che io abbiamo tentato di imporci spiegandole che bisogna tagliare, che poi le unghie crescono all’insù, sfondano le scarpe, fanno male e se crescono troppo le graffiano le guance. Che mi ricordo ancora la foto del signore con le unghie più lunghe del mondo, sul Guinnes dei primati che c’aveva mio fratello, nel 1984. Continua a leggere