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La sedentarietà mentale: ecco la vera nemica

 

piscina

Mi sono ammalata.

In una delle settimane più impegnative dell’ultimo periodo, ovviamente, mi sono beccata l’influenza. La constatazione di non stare bene, di sentire il fuoco nel petto e il moccolo quasi ovunque, non ha cambiato il fatto che ho dovuto prendere molti treni, svegliarmi molto prima dell’alba (4.30), tenere il workshop di scrittura autobiografica a mano e presentare A due passi dalla meta, il mio ultimo libro.

Il mio corpo ha retto il colpo e per evitare di prendere la febbre, non me la sono mai provata: lontano dall’ascella, lontano dai pensieri!

Lunedì scorso, prima di partire per questo tour de force che si è concluso domenica, sono andata dalla mia naturopata/farmacista e le ho chiesto di spacciarmi tutte le bombe omeopatiche intelligenti che poteva contenere il suo negozio: a fine giornata ero più speziata di un tacchino ripieno.

Ovviamente non ho fatto sport.

A malapena riuscivo a reggermi sulle gambe. Tutte le energie erano convogliate a cercare di usare la voce, comunque, anche se tosse e raffreddore mi avevano resa afona. Fare lezione per 8 ore e essere afona: una sfida per vere super eroine moderne.

I giorni sono passati. Veloci se ci penso ora, lentissimi mentre li vivevo. La presentazione di A due passi dalla meta, benché 8 minuti prima di iniziare mi trovassi già in stazione, pronta a partire per qualche posto lontano, è stata una grande emozione e c’erano tante persone (Tino ne ha contate 102, non scherzo!) e niente, ero molto orgogliosa di questo bambino che ora è in tutte le librerie. Ero poi felice dell’affetto delle persone e di quello di Francesca Mazzucato, che era arrivata apposta, per presentare me.

Dicevo che non ho fatto sport.

Ho cominciato a sentirne davvero la mancanza domenica: prima ero davvero troppo debole. Domenica, ancora mocciolosa, una parte di me si sentiva un leone in gabbia. Da quando ho fatto la muta credo sia la seconda volta appena che mi capita di non fare movimento così a lungo: un’intera settimana mi è sembrata un’eternità.

Eppure, con questo clima, con tutto che ero molto stanca, una piccola parte di me stava cominciando a sedersi, a considerare un gran privilegio poter rimanere spanzata sul divano (malgrado si sia trattato di un attimo fuggente domenicale).

Una parte di me ha rivissuto, pari – pari, la sensazione pre muta, quel senso di appagata pesantezza del corpo che cerca solo il pigiama e che non ha nessuna voglia di uscire all’umido dell’autunno.

Mi sono ricordata tutte le mattine della mia vita passata, quando – dopo avere accompagnato Frollina all’asilo e a scuola -tornavo a casa, infilavo la mia tuta e mi mettevo al computer: un po’ di lavoro, un po’ di facebook, un po’ di scrittura, un po’ di cazzeggio.

Ogni tanto mi dicevo che avrei potuto uscire a fare una passeggiata, ma c’era sempre troppo lavoro, c’era sempre un impegno familiare, c’era sempre troppo freddo.

Mi svegliavo al mattino, esattamente come è successo oggi, con la schiena rigida, i muscoli molli e un senso diffuso di estraneità al mio corpo. Ma andava bene così, non riuscivo a intravedere nessuna soluzione.

Oggi sono andata in piscina. Oggi sono tornata all’acqua. Ho ancora un po’ di raffreddore, ma ormai conosco abbastanza il mio corpo da sapere che in questa fase la piscina mi fa bene.

Non ne avevo molta voglia, mi sono forzata. Non ne avevo molta voglia perché era freddo, io avevo da lavorare e oggi pomeriggio devo pure andare dal dentista: se non ce la faccio a fare tutto? È proprio necessario infilarci in mezzo anche un “diversivo” come la piscina?

Stava già parlando il fantasma della vecchia me, quella sedentaria, quella che trovava mille giustificazioni. “Ci andrai domani!” mi diceva.

Ma io non sono più così, ho impresso nelle gambe e nel cervello il piacere che provo durante e dopo lo sport. Come un automa ho silenziato la vecchia voce stanca che mi chiamava dal divano e ho preparato il mio borsone, accompagnato mia figlia, preso il caffè con la mia amica e poi mi sono diretta verso la piscina olimpionica.

Come un automa ho infilato il costume, chiuso l’armadietto, messo cuffia e occhialini e fatto la doccia.

Poi.

Poi sono arrivata in vasca. Un’enorme vasca. Dieci corsie da 50 metri l’una. Un’enorme vasca da dieci corsie, completamente vuota. Tutti al lavoro, io lì.

Ho sentito l’odore del cloro. Il cloro mi ha aperto i pori, specie quelli della mente. Il cloro: il compagno dell’adolescenza, l’amico dei quarant’anni.

In un attimo ero in acqua. I muscoli erano un po’ intorpiditi da una settimana di inattività, le prime 10 vasche hanno cercato spazio e tempo per riprendersi. Sentivo i peli sulle gambe e sulle braccia, sentivo la pelle pizzicare, il sangue scorrere, la potenza dei lombi.

Sentivo tutta quanta me. Ho nuotato, nuotato e nuotato. Ho fatto stile libero, dorso, rana e perfino delfino. Solo braccia. Solo gambe. Silenzio d’ovatta intorno, azzurro sopra, sotto e dentro. Colore liquido del pensiero, idee che si immergono, riemergono, tornano giù. Silenzio. Rumore. Silenzio. Fischio. Attutito.

Il libro, il corso, nuovi clienti, l’idea che mi è venuta, le piscine, il 1992, la spesa, non ho verdura, dentista, devo perdere questi tre chili, ma va là che sto poi bene, che voglia di fermarmi, che voglia di partire, una poesia, un racconto, un libro da finire, quel cliente, l’appuntamento, la telefonata, la mappa per il 2017, sta crescendo, mamma mia se sta crescendo, il sorriso, compleanno, anni che passano, autunno come ti amo, gambe, catarro, che figa che sono che ho smesso di fumare, bello il libro di Catalano, cavoli quante cose nella leggerezza, la curiosità, l’agilità, ora faccio braccia, no adesso gambe, come sto bene, chissà perché mi fa male il braccio, guarda come sguscio sicura, l’acqua, mamma, padre, Paolo, Roberto, le ere, i sogni.

Ok, ne ho fatte 44 di vasche, possono bastare.

Risalgo.

Muscoli nuovi, cervello nuovo, una nuova voglia di fare, scrivere, andare.

Dritta come un fuso, andare. Verso il prossimo momento della mia vita.

No. Non sarà più come prima, fin quando potrò.

No, io sono una che si muove, specialmente con la testa.

Tutto fa sport: movimento e vita quotidiana

Da un po’ di tempo sono sempre in giro per lavoro: treni, sveglie all’alba, corsi in giro per la città e oltre. Mi chiedete come faccio, se riesco a continuare a praticare sport regolarmente anche con questa vita quotidiana, così oggi ho deciso di raccontarvelo.

Prima di tutto: TANTA CALMA.

Ho avuto un periodo intenso, in cui nella stessa settimana sono passata da 4 città diverse e ho dovuto tenere 2 corsi impegnativi, il che significa anche prepararsi per.

Ora, quando si devono sostenere impegni di lavoro e questi impegni si accumulano (e se sei un consulente capita SEMPRE che ogni tanto si accumulino) bisogna scomporre le dead line, guardarle una per volta e non farsi prendere dal panico, se no si finisce per stancarsi il doppio, per produrre la metà e per dormire un terzo, che non fa mai bene se devi rimanere concentrata.

In periodi come questo capita che a persone come me, abituate ad avere un appuntamento con la piscina due volte alla settimana (impegno fisso poiché frequento un corso serale) e a correre nel tempo libero (quale? dove?), possa venire un po’ di ansia anche per quello che – pensano – non riusciranno a fare per stare fisicamente bene.

Ecco: TANTA CALMA e MOLTA LUCIDITÁ anche per quanto riguarda lo sport.

Prima di tutto, il segreto sta nel trasformare ogni spostamento previsto in un’occasione per fare un po’ di movimento: io per esempio ho scelto la bicicletta come mezzo di locomozione e posso assicurare che i 20 minuti per andare da casa alla stazione sono un’ottima opportunità per sciogliere i muscoli. E se al rientro, quando sai che potrai poi tirare via il sudore, aumenti il passo, ecco che il leggero movimento potrebbe trasformarsi anche in un po’ di sport e sciogliere la tensione di una giornata sedentaria.

Io mi sveglio di media alle 6 del mattino, faccio un’abbondante colazione, mi lavo e poi inforco la bici per andare alla stazione dei treni. É freddo e mi copro bene e devo dire che all’arrivo al parcheggio, mi sono svegliata che è una meraviglia.

Quando mi ricordo, porto sempre con me qualche spuntino energetico perché so che verso le 10 vorrei mangiare un toro e non dimentico mai di bere almeno 1 litro e mezzo di acqua al giorno: mi mantiene sgonfia, mi fa sentire energetica e digerisco meglio.

Se non mi ricordo lo spuntino e mi viene tanta fame, lo ammetto, prendo una brioche al bar: SENTIRE LA FAME è diverso che farsi prendere dalla pigra golosità di certi momenti, sapere distinguere le due cose è fondamentale per non arrivare a pranzo con un cratere al posto dello stomaco.

Di solito faccio in media 1 ora di treno, sia che vada a Milano che a Ravenna. Quando scendo, a seconda della destinazione definitiva, scelgo se andare a piedi o con i mezzi, ma anche quando a Milano la mia meta è irraggiungibile a piedi, cerco sempre di scendere una fermata prima dalla metro per camminare un po’.

A pranzo mi alzo sempre dalla sedia e mi faccio una piccola passeggiata digestiva: cerco di evitare i carboidrati complessi (pasta, piada, ecc) perché se no verso le 16 comincio a sentire un tamburo al posto della pancia e di solito le energie calano in fretta e cammino non solo per fare un po’ di moto, ma anche per guardarmi intorno, raccogliere qualche storia nell’aria e annusare città che non sono le mie.

I 2 giorni che vado a nuoto sono spesso a Ravenna per lavoro. Al mattino carico la borsa con il cambio in bici, ci infilo dentro anche la gavetta del pranzo e vado. Il treno arriva in stazione alle 19.10 e alle 19.30 devo essere in vasca. I km che separano la piscina dalla stazione sono circa 4 e io li percorro in bicicletta a gran velocità. Tutta salita, spesso una gran fatica, ma arrivo in vasca già calda e mi alleno nel caso da grande voglia fare il triathlon 😉

Nuotare poi sciacqua via la stanchezza della giornata e mi fa sempre piacere incontrare i miei compagni di corso, con i quali si parla di argomenti diversi dal lavoro. Arrivo a casa stanca ma contenta.

Durante il fine settimana vado a correre: cascasse il mondo, qualunque impegno io abbia, faccio almeno 2 ore di corsa (una al giorno). Se mi è concesso un week end senza presentazioni di libro o corsi, in cui posso godermi la mia famiglia, mi sveglio presto per non togliere tempo a loro e vado a farmi la mia corsa.

Anche se piove. Sebbene faccia freddo.

Non ho sempre voglia, ma mi sforzo: so che quando rientrerò, starò davvero bene e nel momento in cui la pigrizia mi tenta, sposto il pensiero al dopo, resisto e vado.

Poi finisce che non solo dopo sto meglio, ma nel frattempo mi diverto!

Perché l’altro segreto, per fare sport regolarmente, è questo: godersi ogni momento in cui lo fai, imparare ad ascoltare i muscoli e a guardarti intorno. Se lo sport equivale anche per te all’aria aperta, è veramente bello osservare le stagioni che cambiano, la temperatura che cala da una settimana all’altra e il cielo che ha colori diversi a seconda del momento dell’anno. E se corri da poco ti confido il mio piccolo momento di godimento: a un certo punto, dopo che ho corso circa 5 km e sono calda ma non ancora stanca, io aspetto di essere da sola e poi spalanco le braccia e mentre corro, imito gli uccelli, pratico i miei 3 minuti di volo libero, ridendo come una pazza e correndo velocissima.

Prova: ti assicuro che è qualcosa che vale davvero la pena! Poi, se come me, sei calato tanti chili, quello lì è il momento esatto in cui ti ricordi della tua leggerezza e non dai per scontato il fatto di potere “volare”.

Se per lavoro mi sposto a Bologna, cerco di non spaventarmi dalle lunghe distanze: la bicicletta è comunque un ottimo mezzo e basta prendersi il tempo a sufficienza per raggiungere la meta! E se temi che la bici ti porti a destinazione troppo sudato, ricorda di vestirti adeguatamente, senza esagerare  e opta per l’abbigliamento a cipolla (metti e togli).

Se gli spostamenti in città lo consentono, io vado spesso anche a piedi. Passeggiare è un’altra di quelle cose che non solo fanno benissimo al corpo, ma che ti consentono di avere un po’ di tempo per guardarti intorno, farti venire idee e rilassarti. E durante il percorso, puoi anche entrare in un bar carino sempre diverso e prendere un caffè: i bar, al mattino, sono uno dei posti migliori dove ascoltare storie e riappropriarsi di un senso di umanità collettiva.

E poi io sono stata “furba”: ho scelto attività fisiche che si possono fare ovunque, come correre e camminare. Se sto via per 2 giorni, mi porto dietro le scarpe da corsa e un parco dove fare qualche chilometro si trova quasi ovunque! 

Nell’ultimo mese, malgrado io stia mangiando parecchio perché ho SEMPRE fame, ho perso un chilo e credo dipenda perché mi muovo moltissimo: non sempre e solo per piacere, ma anche per lavoro, ma cerco di prendere tutto il positivo che ne viene.

Ho avuto giorni in cui l’ansia ha preso il sopravvento, non solo per i tanti (a volte troppi) impegni presi, ma anche perché ci sono settimane in cui il tempo che passo con la mia bimba è davvero scarso: esco al mattino che dorme, torno alla sera che sta per andare a letto.

Quei giorni lì li ho affrontati scomponendoli in particelle più piccole: il prossimo appuntamento, il prossimo treno, la pausa pranzo, le prossime 3 ore di corso. Sono quindi sempre tornata a casa con il sorriso, tanta stanchezza ma la voglia di leggere un libro con lei o giocare a Monopoli.

Che – come mi ha detto una persona che conosco e che è sempre allegra – delle volte ci stanchiamo al pensiero di quanto ci stancheremo e in quell’ansia di stancarci, davvero arriviamo a sera spappolati, se invece facciamo un respiro profondo e ci muoviamo solo da un punto A a un punto B e così via, diventa tutto più semplice. E se in quel movimento da una lettera all’altra dell’alfabeto, pensiamo al nostro corpo come un alleato, lui lo sarà e potremo aiutarlo a raccogliere energia attraverso il movimento!
Dunque se tu che stai leggendo hai giornate molto intense, in giro o nel tuo ufficio, ricorda: TROVA IL TEMPO per fare almeno 20 minuti di movimento leggero al giorno; alla fine della settimana, senza nemmeno accorgertene, avrai messo in moto regolarmente i muscoli.

Ed è questo l’unico segreto per rimanere in forma, specie se esci da una lunga dieta!

La mia “attrezzatura”

Da un po’ ho scelto di lasciare la borsa a tracolla a casa: viaggio con un comodissimo zaino porta computer nel quale, all’occorrenza, riesco a inserire anche un cambio se devo dormire fuori. Porto sempre con te uno spazzolino da denti, un dentifricio, un deodorante e le salviette umidificate. Se il cambio non ci sta nello zaino, me lo porto dietro in una bag con cerniera, piccola e comoda. Quando le giornate me lo consentono, mi porto una borsa supplementare che poi ripiego nello zaino con il cibo per il pranzo, un frutto e l’acqua. Lo zaino è molto comodo sia per viaggiare in bici, sia nel caso in cui io debba fare una corsa perché sto perdendo un treno.  Con me viene sempre anche il mio kindle per leggere o l’IPad quando scelgo di informarmi e studiare. Se non si percepisce il treno come uno “spazio morto”, diventa un’ottima occasione per fare auto formazione (e a volte, alla peggio, per lavorare).

 

 

 

 

 

L’importanza dello sport per mantenere un sano stile di vita

Qualcuno ha seguito in diretta il mio percorso di muta per un nuovo stile di vita, qualcuno mi contatta oggi per sapere come io sia riuscita a dimagrire 42 chili senza trasformarmi in un cane razza Shar Pei e così ho deciso di scrivere un post per raccontare quanto sia stato importante fare sport durante la mia dieta e come continui oggi a farne per mantenermi in forma e per rimanere in equilibrio nel mio nuovo corpo.

Shar Pei

[foto in licenza CC – flickr.com – Bill Frazzetto]

Intanto qualche precisazione e un riassunto delle puntate precedenti: a settembre 2013 pesavo 102 chili e ho iniziato un percorso di dimagrimento, insieme a una nutrizionista specializzata. A maggio 2014 pesavo 70 chili e ho interrotto la dieta dimagrante per iniziare il “mantenimento”. Ho continuato comunque a dimagrire e oggi peso 60 chili esatti. Sono alta 1,68 cm, ho (quasi) 41 anni e il peso raggiunto è quello più adatto alla mia costituzione (forse potrei perdere un altro paio di chili sull’addome, ma già così sto fisicamente benissimo).

ATTUALE STILE DI VITA ALIMENTARE

In questo periodo (ma già da maggio 2014) non sto seguendo diete ipocaloriche. Mangio tutto (a parte dolci, sui quali mi contengo molto e che sono solo per le occasioni speciali). Mi limito nel consumo di formaggi e latticini in generale e non mangio MAI pasta a cena, tranne quando ho mangiato poco durante il giorno e alla sera faccio un allenamento intenso. La mia è una colazione ricchissima che parte con un bicchiere d’acqua e spremuta di limone a stomaco vuoto e prosegue con caffè e yogurt (grassi 0%) con cereali croccanti e gocce di cioccolato. Alterno e certe mattine mi mangio una/due fette di pane con la marmellata di mirtilli senza zuccheri aggiunti. La colazione è il pasto in cui bado meno alla quantità di quello che mangio. (E ci tengo a precisare che sono abbastanza convinta che una delle maggiori cause del mio aumento di peso fino all’obesità sia stato proprio NON fare colazione appena sveglia ma poi andare al bar tutte le mattine).

Non zucchero nessuna bevanda e bevo pochissimi alcolici. Quando finisco periodi di intensa vita sociale (tipo l’ultima settimana) e dunque vado spesso fuori, nei giorni successivi mi regolo e mangio meno di quanto faccia normalmente per “riequilibrare” le tante eccezioni che ho fatto al mio stile di vita.

Malgrado io non faccia più la dieta, ho continuato a perdere peso (10 chili in 5 mesi). Perché? Credo che le risposte siano sostanzialmente due:

  1. il mio metabolismo ha invertito la rotta e il corpo sta naturalmente arrivando al peso che ritiene adatto alla mia costituzione
  2. mi muovo e faccio sport in maniera adeguata alla mia età e costituzione

LA MIA SETTIMANA IN MOVIMENTO

Premetto che in famiglia abbiamo scelto di non possedere un’automobile: questo significa che io uso in maniera intensa la bicicletta per qualunque spostamento di lavoro e piacere me lo permetta. Sono andata – in bicicletta – a riunioni a 20 chilometri da casa mia, per intenderci. Se non posso usare la bici, cammino. Anche tanto.

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#bici

Ogni giorno vado al lavoro in bici: sono 10 minuti all’andata e 10 al ritorno ma fanno partire bene la giornata anche per i muscoli delle mie gambe. Qualcuno non ama andare in ufficio in bici, non solo per il rischio maltempo, ma anche perché – dice – arriva “sudato” ad eventuali impegni professionali. Per la mia esperienza posso dire che si suda solo all’inizio, il primo mese, perché non si è abituati, poi il corpo prende il suo ritmo e questa attività entra a pieno titolo nella routine della giornata. Bisogna imparare a vestirsi in maniera furba (per non avere freddo quando si scende dalla bici, per non avere caldo quando si pedala) e a trovare il percorso a “rischio minimo” (perché la vita dei ciclisti non è sempre facilissima) ma oltre a fare bene è anche comodo, economico e non inquina.

#sport e tempo libero

Ho iniziato a camminare un mese esatto dopo avere iniziato la dieta: pesavo troppo per fare sport più “violenti” ed erano troppi anni che non facevo qualcosa di serio. Preso atto dei miei limiti, ho iniziato con un’attività integrabile in maniera semplice con la mia vita. Quando di chili ne avevo persi circa 23 (dunque pesavo già sotto gli 80, anche se di poco) ho voluto provare a correre. Ho iniziato con distanze molto piccole (il tempo di una canzone) intervallate con passeggiata a ritmo sostenuto e dopo circa 3 settimane (con molta calma quindi) mi sono sentita pronta per unire tutti i pezzetti di corsa e la prima distanza che ho percorso sono stati 2,5 km. Oggi ne corro 10 in un’ora circa. Ho corso a giorni alterni – SENZA SALTARNE UNO – da maggio a settembre, arrivando a percorrere i 10 chilometri, ma soprattutto riuscendo a rimanere in pista per un’ora intera. Durante le stagioni calde ho corso, preferibilmente, al mattino perché si conciliava meglio con la mia giornata lavorativa e familiare. Sveglia alle 6, corsa dalle 7 alle 8 (Frollina condotta a scuola da Tino), doccia, bici e ufficio per le 9.

Quando ha cominciato a rinfrescare mi sono seduta a tavolino per decidere come affrontare l’inverno e ho scelto di iscrivermi a un corso di nuoto, due sere alla settimana. Avendo praticato nuoto agonistico fino ai 19 anni, è uno sport che amo e conosco e ho scelto un corso serale (compatibile con impegni familiari e lavorativi) nel quale sapevo che avrei potuto fare un allenamento intenso e in un’ora faccio circa 100 vasche, alternando velocità e stili.

Il lunedì e il giovedì sera quindi nuoto, il sabato vado a correre un’ora e la domenica mattina faccio una passeggiata in salita e discesa (alto dislivello) per 35 minuti circa. Quando – per qualche motivo – non riesco ad andare a nuoto, trovo il modo di correre per l’ora corrispondente.

Insomma: mi alleno. Non sono un mostro di velocità, cerco di non esagerare, ho un’età per cui non potrò mai diventare una campionessa (e non mi interessa nemmeno) ma mi diverto e soprattutto sono COSTANTE.

Mi sono fissata degli obiettivi settimanali, ovvero di non scendere MAI sotto le 3 ore di attività intensa di allenamento alla settimana. Che poi io vada a scalare l’Everest o corra nella pista sotto casa è indifferente ai fini dell’obiettivo di salute: l’importante è che io lo faccia e non perda il ritmo.

Quando torno dal nuoto spesso mangio come un lupo.

Il nuoto mi sta aiutando moltissimo a rassodare l’addome che – tra tutto – è la parte del mio corpo che più ha risentito del forte dimagrimento.

#pelle

Però: ho sempre messo accuratamente creme e olio di mandorla e mi sono regalata anche qualche massaggio. Quando riesco faccio addominali e esercizi di respirazione e grazie all’attività fisica, non sembro una fisarmonica né ho un’autostrada di smagliature.

Senza falsa modestia posso dire che – come quarantenne – ho un corpo armonico, i miei muscoli sono evidenti, la cellulite è nella norma e ho braccia e gambe molto toniche. Il seno ha subito l’attrazione della forza di gravità, certo, ma tutto sommato non è affatto messo male.

A volte mi racconto che sono fisicamente più in forma oggi che a 25 anni: non so se è vero, ma di certo non posso lamentarmi e alcune persone conosciute dopo la muta e senza saperne niente mi hanno anche detto frasi del tipo: “Si vede che sei una persona sportiva!” tanto da mandarmi in brodo di giuggiole.

CONSIDERAZIONI

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Lo sport è stato il motivo per cui – pur mangiando a volte anche tanto – sono continuata a dimagrire e mi mantengo in forma. Non serve affamarsi per perdere 2/3 chili, basta ricominciare a muoversi. D’altronde, chi – come me – di chili ne deve perdere più di 3, non deve assolutamente lanciarsi subito in allenamenti da campione del mondo. Servirà solo a far passare la voglia di fare la dieta e di muoversi! L’attività fisica fa bene ed è sana se è graduale, centrata su di noi e le nostre specificità e se ci piace. Quando troviamo la nostra dimensione impegnamoci, ma gradualmente, per aumentare la prestazione.

E a un certo punto troviamo il punto di equilibrio! Il mio punto di equilibrio sono 3 ore di sport alla settimana e un’alimentazione attenta ma senza rinunciare a qualche piacere.

Prendermi cura di me, partendo dal corpo, è la più grande scoperta che ho fatto a quarant’anni. Perché se il mio corpo è sano, lo è anche la mia mente. Lo dicono da millenni, ma io non avevo mai ascoltato profondamente 😉 Ora so che posso contrastare depressione, ansia, paure con lo sport e che se mangio bene sono più attiva e le giornate hanno tutte un altro sapore 😉