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Buon compleanno piccolo biscotto dolce

Domani, 18 dicembre 2010,  è il compleanno della Frollina.

Quattro anni. 4.

Sabato scorso abbiamo fatto la festa con gli amichetti, domani festeggeremo in famiglia. Viene la zia S. da Milano e se tutto va bene andremo al cinema, spegneremo candeline e apriremo regali.

Sono passati 4 anni da quando lei è nel mondo. Da quando le nostre vite sono cambiate per sempre e una forma di amore incredibilmente grande, complesso, viscerale ha cominciato a crescere nel nostro cuore e nelle nostre menti.

Frollina è una bambina bellissima, dentro.

La amo alla follia, come solo si ama un figlio.

Per festeggiarla degnamente vi racconto un piccolo aneddoto:

è qualche giorno che Frollina dice che il suo film preferito è

Lilly e il CAGAbondo

quando, dopo aver riso mezz’ora, provo a spiegarle che si dice “vagabondo”, lei mi guarda e giustifica la sua scelta semantica:

Ma mamma, no, si dice cagabondo…lui non ha una casa come Lilly, deve farla per strada!

Logica serrata dei 4 anni.

Auguri piccolo biscottino dolce.

Mia sorella

Frollina – forse l’ho già detto – si è inventata una sorella immaginaria. Questa sorella ogni tanto viene a trovarla di notte e con lei fanno molte cose che poi la bambina abbronzata ci racconta.

La sorella di frollina si chiama Chelli.

La sorella di frollina ha le ali, che durante il giorno tiene in tasca e di notte si infila per volare in alto, ovunque e andare a trovare un sacco di animali, vedere un sacco di posti e proteggere frollina.

La sorella di frollina, quando noi non la vediamo, sta nella sua casa sulle nuvole.

Chelli è alta come me e fa il mio stesso lavoro, ovvero “scrive le ricette sul computer”.

L’altro giorno la bambina abbronzata era al parco con la nonna, dove ha conosciuto un bambino (vero) di 7 anni, a spasso con il suo papà.

La bambina abbronzata era in fase narrativa (ogni tanto ha questi meravigliosi momenti in cui racconta storie bellissime, le cui protagoniste sono sempre lei e Chelli) e mentre dindolava accanto all’altro bambino, ha guardato suo padre e gli ha detto:

“Sai che io ho una sorella? “E’ alta come la mamma, ha le ali e abita in cielo!”

Dice la nonna che al padre del bambino si sono gonfiati gli occhi di umido pianto e ha sporto in avanti la bocca in una smorfia di empatico dolore…

La bambina talebana

Calvin fa le facce: Calvin e Hobbes

“Mamma, hai visto quella bambina che non sta mai seduta mentre mangia?”

“Mamma, hai visto, la Silvia non ha il tovagliolo!”

“Mamma, perché quella bambina non ascolta la sua mamma?”

“Mamma perché quella bambina non mette la mano davanti alla bocca quando starnutisce?”

Ecco alcune delle domande  che si è posta – ad alta voce – una bambina dai capelli rossi seduta nel tavolo accanto alla Frollina e me, l’altra sera in pizzeria.

La mamma era evidentemente imbarazzata, gli altri avventori guardavano Frollina – protagonista involontaria delle curiosità della sua coetanea – come se fosse una teppista e io mi sentivo a metà tra il disagio e il ridicolo.

Ho seriamente pensato di ordinare un profiterol per la cinna dai capelli rossi, nella speranza che affogasse le sue domande nel cioccolato.

Invece no.

Come la più stoica delle cazzarone ho retto di fronte al primo prototipo sperimentale di BAMBINA TALEBANA!!!!

E quando ci siamo alzate per andarcene

ho salutato gentilmente

scusandomi.

Ebbene si. Mi sono scusata con una bambina di 3 anni. Dicendole che alla frollina le abbiamo insegnato tante cose ma che è vero, sul cibo siamo una tragedia.

Me ne sono andata scusandomi

con una bambina talebana di 3 anni.

Dice che si è fidanzata

I fidanzatini di Peynet (http://www.peynet.net/)

Dice che si è fidanzata la ragazza. Dice che ha perfino due bambini nella pancia, frutto della sua prematura relazione.

Dice che si chiamano Lilli e Pilli. Dice che ogni tanto, specie quando le si spostano sulla schiena, le danno un po’ fastidio perché si muovono come matti.

Dice che lei è per l’allattamento naturale e infatti ogni tanto li fa uscire dalla pancia per cullarli e farli mangiare.

Nascono tra tre mesi. Sarò tra le nonne più giovani d’Italia.

Dice che lei e il fidanzato prima o poi si sposeranno pure.

Tino – sotto l’effetto delle bombe al cortisone a causa dell’ernia – rimane impassibile come una maschera di cera, ma so bene che, come la sottoscritta, ha dei rigurgiti di terrore a sentire questi discorsi. 😉

Io provo a raccontarle che poi lei potrebbe pensare anche a tutte gli splendidi lavori che potrebbe fare, come scrivere, disegnare, fare l’architetto, l’astronauta, la giornalista e il medico, invece di star lì concentrata sul fidanzato e menate come il matrimonio.

C’è tempo.

Lei – che si vede ha capito che c’è in giro crisi e fa l’occhiolino allo sposa e marmellata – style – mi risponde che no, lei vuole proprio sposarsi.

E’ presto, le dico, c’hai solo 3 anni e mezzo.

E’ lo stesso, risponde.

“Ma poi Frollina, chi sarebbe questo fidanzato?” chiedo curiosa di sapere quali giri frequenti la mia unigenita.

“Ma mamma, è ovvio. E’ Winnie the Pooh!” mi risponde lei, stringendo dolcemente al petto il suo pupazzo dalla faccia idiota e il ventre prominente.

L’unica consolazione?

Non è un alcolista dalla pancia sfonda di birra ma solo un orso molto goloso. Almeno non la costringerà a violenze familiari e a comunità di recupero, anche se sospetto che dovremo aprire un conto con il dentista.


Il burrone

ballo, corro, canto: tutto in uno. 25 aprile in p.zza santo stefano. Foto di Giordano B.

La frollina sembra cresciuta alla sorgente del Po, dove Bossi ogni anno rinnova “il rito dell’ampolla”: una specie di festicciola medievale in stile Gardaland per giustificare la xenofobia.

Dico sembra cresciuta con Bossi perché a lei i terroni non ci piacciono proprio.

Nel senso che ci sono due parole, in apparenza molto diverse tra loro, che puntualmente si trasformano in TERRONE

La prima è TERRORE. C’è un cartone di winnie in cui si cita un albero del terrore. Lei dice albero del terrone. Continua a leggere

Da grande vuole fare…

La frollina oggi ci ha detto che lavoro vuole fare da grande. Stavamo cenando e tra un cucchiaio di pastina e l’altro ha cominciato a ipotizzare quale sarà il suo pranzo al lavoro. Dice che lei, quando lavorerà, mangerà spiedini di carne.

Non so come l’è venuto in mente.

Ho pensato che forse c’ha velleità imprenditoriali e capitalistiche. Magari che ne so, si vuole aprire una fabbricchetta e con la minaccia di ridurli a spiedini, costringere orde di operai in nero ad arricchirla fino alla nausea. Continua a leggere

La mitica popolazione dei Leggicoli

I Leggicoli sono una popolazione sconosciuta alla maggioranza di noi: solo i bambini li possono vedere.

Abitano dentro ai libri e se ne stanno buoni-buoni per anni, dopo essere nati, per poi fare cu-cu quando meno te lo aspetti.

Apri un libro che tenevi impolverato sulla libreria ed ecco spuntare un leggicolo.

I leggicoli a volte frequentano le frigorie, che sono dei posti che a loro piacciono molto, dove succedono delle cose, ne vendono delle altre ma nessuno sa veramente cosa sono. I leggicoli non hanno mani ma solo piedi e al posto della faccia ci sono parole, lettere, frasi. Continua a leggere

La prima fiaba per frollina: la vera storia del tonno Maronno

Dato che mi avete sfidata (oppure l’ho fatto da sola, non mi ricordo), posto una delle fiabe che racconto alla frollina, liberamente tratta dal mare che le ho composto sul muro.

Per bambini vegetariani.

LA STORIA DEL TONNO MARONNO

 Il mare che circonda l’isola di Kukumba è chiaro e limpido come certe notti d’estate. Un mare caldo e tranquillo che ci potresti camminare a piedi e se ti ci metti di gran lena, allora forse arrivi perfino in Australia. Continua a leggere

Robe da chiodi

Bambinella mia che ti amo tanto e che sei la luce dei miei occhi e delle mie giornate e spesso anche delle notti;

bambinella che dormi poco per via dei dentini e poi ti svegli e dadaizzi e canti e quando mettiamo su i Beach Boys sculetti il tuo grosso deretano pannolonedotato;

bambinella in fiore che stai imparando tante cose e adesso che sai applaudire, ogni tanto ti fermi, ti guardi i palmi delle manine ben benino per prendere le misure e poi cominci a battere soddisfatta e ci guardi, che anche noi dobbiamo applaudire come fossimo tra il pubblico di “Buona domenica” quando tu insceni questo tuo teatro; Continua a leggere