Quella sagoma di mio suocero.
Dopo che alla macchina gli è prolassata la marmitta e il meccanico ha proceduto a costosissima operazione chirurgica per sistemarne lo sfintere, non contenti delle traversie economiche che ci sovrastano, anche la vespa di Tino ha deciso di lasciarci per un po’, in attesa che qualcuno la prenda in cura.
Così il non marito deve prendere la macchina per andare al lavoro a Inculandia e si è innescato un meccanismo generatore di strani eventi.
Mio suocero, quei due giorni che la frollina passa il pomeriggio a casa loro per agevolare il mio lavoro (finalizzato a pagare congrue tasse con incongrue entrate) viene a prenderla al Nido. Ci troviamo sotto la scuola, io faccio un po’ di coccole alla pupa, le prendiamo un biscottino, ci beviamo un caffè e poi la piccola e il nonno vanno per la loro strada e io torno alla mia.
Fin qua tutto normale. Famiglia normale. Cose normali. Normali organizzazioni.
Se non fosse per lui. L’uomo più sordo di Bologna e che – soprattutto – crede che tutti non ci sentano come lui tanto che lo puoi sentire smadonnare fin da Sasso Marconi, solo se pesta una cacca in Piazza Maggiore.
Ieri la famigliola Panzallaria allargata, dopo aver ritirato la piccola pestifera, se ne è andata al bar. Ordiniamo un caffettino per noi e un bignettino per la bimba, quando alla Sagoma viene in mente di raccontare uno dei suoi aneddoti dei tempi andati.
Mi ricordo una volta, qua davanti coi tavolini. Passa uno. Un NEGRONE altissimo.
(fa gesti e mima negroni: roba che la battuta sull’abbronzatura di Berlusca al confronto sembra uno scambio filosofico tra Orsoline!)
Questo NEGRONE è in compagnia di una ragazza bellissima, bionda e con gli occhi azzurri.
(oddio. mio suocero ha ancora il mito della razza. oddio, come faccio a chiudere le orecchie di frollina senza che lui se ne accorga e lei non mi sporchi la giacca con la crema del bigné??)
Un mio amico si alza su e dice “Soccia oh! ma com’è possibile che un brut quel così stia con quel pezzo di ragazza?”. Il NEGRONE lo guarda e in dialetto bolognese gli risponde “Oh, ma sarai poi bello te!”
L’aneddoto della Sagoma finisce e – sospetto – lo hanno sentito fin in Uganda, dove stanno sicuramente preparando un attacco notturno alla Turrita. Gli altri avventori che hanno ascoltato in silenzio sono pronti a intavolare la discussione.
Lo mangiano. Penso che lo mangieranno. Ci sarà certamente qualcuno che gli dirà che non è proprio di buon gusto questa storia. Qualcuno che parlerà di razzismo.
No. In un mondo panzaperfetto, oltre alla sottoscritta che fa commenti un po’ acidi, ci sarebbe anche qualcun altro. Invece il vicino di caffè se ne esce con un
ah, ma è un pezzo che vengono tutti in Italia e ci vogliono conquistare!
che mi fa ricordare in quale Paese vivo e chi ci comanda.
Mio suocero, non contento dello spettacolino, chiosa il racconto con la Morale buonistica della storia (lui è teneramente un buonista su tutta la linea!).
So che non vedete l’ora di sentirla. Mi sento che bramate di conoscere la fine della storia.
Lascio che sia lui a chiudere il post di oggi.
E poi dicono che in Italia siamo razzisti! Ma se sono secoli che tiriamo dentro tutti senza lamentarci. Razzisti, razzisti. Noi siamo bravagggente altro ché!
GesùBambino, fai che la Vespa resusciti in fretta…………