Tag Archivio per: curriculum narrativo

A volte ritorna: il lavoro

Il fatto di avere una specie di lavoro che mi consentirà di guadagnare una specie di stipendio tutti i mesi mi fa davvero strano. Lo giuro.

Mi fa strano pensare di nuovo a me come professionista a cui gli altri debbano dare fiducia.

Mi fa strano perché – come molte persone della mia generazione e donne della mia età che hanno messo in mezzo un figlio – sono abituata davvero male.

Mi fa strano se mi guardo indietro. Non più tardi di 5 mesi fa mi sentivo professionalmente finita e forse – proprio perché mi sentivo così – tutto ha cominciato di nuovo a girare. Perché il lavoro, l’ho scoperto in questo frangente, è come l’amore vero: arriva quando meno te lo aspetti. Continua a leggere

Cerco lavoro

La Vostra Panzallaria si mette anche nelleVostre amabili ed amate manine e positivi pensieri.

CERCO LAVORO

Sono brava a fare tante cose e ho fatto tante cose. Non ho paura di lavorare duro e non mi spaventa rimettermi in gioco con qualcosa che non conosco e che fa fare fatica.
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Sul lavoro: la dura vita del consulente

Oggi chiudo con l’ultima puntata della I serie de “Tutti i lavori di Panzallaria” sicura che lo sceneggiatore ha già in serbo per me altre mirabolanti avventure e di conseguenza, almeno, almeno un’altra serie. Un po’ come in Lost, invece di risolversi, le cose van complicandosi con il passare del tempo e con l’incremento di audience da parte della Rete su cui le puntate vengono trasmesse. 😉

Mi sono messa in proprio nello stesso periodo che poi sono rimasta incinta. Mi sono messa in proprio perché era una cosa che covava sempre lì sotto la cenere e volevo provarci. Continua a leggere

Sul lavoro: Il museo dei balocchi

Continua l’appassionante saga de: tutti i lavori di Panzallaria.

Siamo quasi al termine di questa serie. La prossima verrà girata nei mesi a venire su un’isola a largo di Creta, del cui nome la produzione tiene uno stretto riserbo.

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Sul lavoro: la mia vita nella “Grande Pera”

Eccoci con la seconda puntata dei “lavori di Panzallaria”, dedicata al periodo di intruder nell’informatica e nella città più grigia d’Italia: Milano.

Il buon Tino – che credeva assai in me – mi ha detto provaciprovaci a fare la selezione di questo master che c’hai la passione, che sei brava e che ce la puoi fare.

Erano passati 4 giorni dalla mia laurea e in una giornata nevosa sono partita per la Grande Pera perché mi selezionassero per un bellerrimo Master in Informatica per le scienze umanistiche della locale università. Continua a leggere

Sul lavoro: la gavetta di una fanciulla in fiore

Mi hanno colpito molto i commenti che avete fatto, ieri, al mio post. Così ho deciso di approfondire l’argomento “lavori di Panz” in una serie di post a puntate, visto che non è che ne parli spesso.

E voi direte – sti cazzi! e che me ne frega??? – ma visto che il blog è come una vagina ed è mio e ci faccio quel che voglio, ora vi cuccate i post tematicocurriculari e se no cambiate canale. Continua a leggere

Nuovo lavoro

Oggi sono stata ad un appuntamento ed inizierò una nuova collaborazione – che si aggiunge ai miei mille ciappini – con un’agenzia di comunicazione di Imola.

Per la prima volta ho mollato frollina dalla NonnaSuocera per un giorno intero (vado a ritirarla alle 16.30!).

Sono arrivata a Imola, che è una splendida cittadina a misura di omarini, con un sole scintillante e il cielo limpido.

Un po’ in anticipo che – come al solito – la mia ansia mi fa arrivare sempre prima ovunque!.

Mi sono presa un caffè e ho passeggiato, prima del mio appuntamento.

Ho provato delle cose nuove, totalmente nuove. Continua a leggere

Il lavoro nobilita

Il lavoro nobilita lo spirito.

Soprattutto quando hai una bimba che – proprio oggi – compie un mese e poche ore di sonno contabilizzate per notte.

Questo deve aver altruisticamente pensato la persona con cui collaboro (informatico) ieri, quando ad una riunione con un potenziale cliente a cui avevamo presentato preventivo il 19 giugno e che ora ha deciso di accettarlo, se ne è uscito dicendo che saremmo riusciti a fargli tutto il sito richiesto – progetto, promozione, contenuti e implementazione sul cms che gestirà il tutto – in 20 giorni.

Dapprima gli avrei spaccato la sua bella faccina.
Poi avrei preso un aereo per il Guatemala solo andata.
Alla fine ho deciso di fottermene.

Se ha deciso di ipotecare il mio tempo saprà quello che fa.
Per la prima volta in una vita di ansiosa cronica ho fatto spallucce.
Io ora ho altre priorità.
Se pensa che questo sia il modo migliore di lavorare che vada; sarà lui a dover correre.
La sottoscritta farà quel che può.

Anche perché quando hai una pupetta frollosa che comincia a interagire con il mondo e di conseguenza passa molte ore sveglia, le giornate sembrano molto, molto corte.
Le 12 ore passano in un lampo e la notte i tuoi occhi cisposi devono lottare con il sonno, di fronte alla creatura che non dorme, piagnucola o – nella migliore delle ipotesi – puppa per 1 ora, perché si addormenta attaccata al tuo capezzolo ogni due per tre.

E allora guardi affranta la tua casa polverosa, con i gatti che rincorrono le “balle di pelo” che si formano in ogni angolo.
Loro si divertono. Tu ti senti una casalinga fallimentare.

Cerchi di non pensare ai piatti di 3 giorni nel lavello, che tutte le volte che hai provato a mettertici lei ha cominciato a gnolare.
Ti concentri sperando che il tuo bagno abbia la funzione autopulente, come quella dell’autogrill, ma purtroppo l’unico risultato che ottieni è sentirti sempre più sciatta e disordinata.

Per non parlare del pigiama che – nelle mattine del quotidiano – ti rimane addosso fino all’una. Fin quando lei – sfinita – non crolla nel suo lettino e tu hai cinque minuti per farti una doccia e guardarti allo specchio.

Fino a quando il pianto dell’aquilotto non ti rimanda alla realtà e non ti resta che prendere il marsupio, infilarci dentro il rapace e correre fuori all’aria.
Sperando che il dondolio la faccia riaddormentare.

E in quei momenti è davvero confortante pensare che qualcuno ha deciso che in 2o giorni produrrai una comunicazione efficace, farai felice un cliente (importante, tra l’altro!) e il tuo compare di lavoro potrà dirti “hai visto, ce l’abbiamo fatta!”.
In quei momenti il pensiero stupendo del tuo lavoro che ami è davvero un ottima scappatoia alla noia.

Perché diciamoci la verità, poltrire sul divano – magari con un buon libro – o poter andare in centro a fare shopping senza orari e orologi è veramente una gran noia.

E noi di casa Panzallaria aborriamo la noia e il fancazzismo. Siamo gente di questo millennio; che cresce figli, guadagna poco e lavora tanto.
Per la gloria.

Quella dei nostri collaboratori cazzoni.
Che – da uomini di altri tempi – non conoscono la gioia di allattare e sanno bene che un neonato non dà per nulla da fare.
Come diceva qualcuno: “così piccoli dormono e mangiano, giusto????”

Vado a lavorare
ave et salve

Lavoro e gravidanza

Alterno momenti di assoluta tranquillità – rispetto al mio lavoro di libera professionista – a momenti in cui mi piglia il panico.

Il caldo non aiuta a rimanere lucidi.

Mi sono messa in proprio, con tanto entusiasmo e poi ho scoperto che covavo Frollino.
Tutto insieme.

E’ letteralmente iniziata una nuova vita. Ma fare la free lance non è facile: procacciarsi clienti che di solito fanno la lima sul compenso, seguire progetti che inizialmente sembrano fattibili nel giro di qualche settimana e poi si trasformano in robe elefantiache che vedi i soldi dopo 4 mesi, pensare a qualche simpatico corso di formazione da proporre, trovare altri liberi professionisti con cui lavorare, che facciano quello che non sai fare tu. Perché non è bello dire di no.

Ci sono giorni di pura esaltazione, giorni in cui temo di non avere fatto bene a lasciare il mio lavoro all’ufficietto…certo, c’erano tanti problemi, certo regnava la confusione politica ed era difficilissimo lavorare bene, certo io sognavo di provarci, a lavorare così, ma di sicuro, allora, avevo uno stipendio fisso.

Ora che tra sei mesi arriva Frollino, che ci sono mille acquisti da fare, che io sarò molto più impegnata di prima, ora – a volte – ho proprio una fottuta paura.

Per fortuna Tino è il grand uomo che è; mi riempie di discorsi tipo “datti un anno, sei brava e devi provarci, per un anno ce la facciamo con il mio stipendio, tu prova a veder come va e se mai ne riparliamo dopo che Frollino è cresciuto un po’ e siamo in grado di capire come ci organizzeremo”.

Mi rassicura con la sua voce calma, con la sua erre rotante, con la sua amabile logorrea.
Mi spiega accuratamente come faremo a vivere, come faremo a star bene anche se per un po’ io non guadagno gran che.

Mi prende la mano, mi guarda negli occhi come Sandokan a Marianna e mi sussurra paroline dolci del tipo “ora devi stare serena, pensa a Frollino che è la cosa più importante di tutte e stai serena. Vedrai che ce la faremo. In fondo io ora guadagno 500 € più di prima…”

Si. E’ vero. Io però ne guadagno almeno 400 in meno…

E’ vero, frollino è la cosa più importante di tutte, devo pensare alla nostra famiglia, alla sua serenità, devo avere fiducia che il lavoro andrà perché sto seminando.

Ma ho lo stesso paura.
Ho paura di diventare una di quelle mamme frustrate che passa la giornata tra gorgogli e pannolini e poi alla sera se la prende con il proprio compagno che torna dal lavoro stanco ma pieno di nuovi progetti.
Ho paura di sentirmi una cacchetta, di svegliarmi una mattina e ritrovarmi persa, troppo scollata dal mondo del lavoro.

Diciamo la verità: ho paura di diventare come mia madre…
frase orribile che non avrei voluto dire
frase che mi spaventa più dell’idea stessa di diventare così.

Poi: guardo la foto di Frollino all’ecografia, ammiro allo specchio il mio accenno di pancia da 15 settimane, guardo Tino che mi guarda innamorato mentre sbaciucchia il mio ombelico, guardo alle scelte lavorative prese, che ho meditato e di cui – in fondo – sono molto fiera e penso “fanculo paura” e anche un po’ “fanculo spettro della mamma”.

Io sono io, non voglio fasciarmi la testa prima di romperla, non voglio far tragedie su cose che – sono certa – si risolveranno…abbiamo una casa (certo stiamo pagando il mutuo, ma tra 5 anni è estinto, ditemi chi se lo può permettere a 33 anni…), Tino ha un ottimo lavoro, io faccio quello che mi piace, ci amiamo, presto avremo un figlio, due gatti, una libreria nuova, un cielo da guardare in tre, centinaia di libri da leggere a Frollino, un parco meraviglioso sotto casa, un futuro pieno di sacrifici e aspettative davanti….cazz.. Panzallaria, cosa vuoi di più??????

E poi nemmeno Paperon de Paperoni è diventato ricco e famoso da un giorno all’altro e ha fatto la sua gavetta in Klontide a raccogliere oro. Credi che lui ci andasse in vacanza???

Insomma, per fortuna sono ancora piena di una sana e imbecille inconsapevolezza, che riesce a infondermi ottimismo anche quando la gente normale ha paura…

E se mi guardo indietro, oltre agli sbagli, alle cadute libere e gli sbuccioni, c’è anche una vita carina che amo, scelte che ho fatto col cuore e con la mente e caparbia che mi ha fatto crescere.

Perché non dovrebbe essere così anche il futuro????