Sulla scrittura autobiografica: suggerimenti per scrivere, idee, libri, ispirazioni. Dentro la scrittura autobiografica: alcuni contenuti scelti di narrazione autobiografica

parole

La teoria delle parole piene: un augurio per il 2017

L’augurio che faccio a me stessa, ma anche a te, per il 2017, è quello di sforzarmi di usare parole piene, parole che hanno significato e sono mie (e non di altri) e di lavorare su quelle vuote per cambiarle. Voglio accettare sempre il fatto che potrei non essere capita e il contesto in cui mi muovo. 2017 è un numero primo: un ottimo nuovo inizio per esercitarsi a migliorare!

Adesso ti racconto come è nata la mia teoria delle parole piene e come voglio applicarla. Continua a leggere

Facciamo uscire la creatività dalla tomba per lavorare e vivere meglio

C’era una volta la creatività.

Era il tempo in cui – bambini – a qualcuno piaceva disegnare come fa mia figlia che dice che da grande farà l’architetto.

Qualcuno leggeva tantissimo e scriveva delle storie e allora, nel libro di Piccole Donne, aveva trovato il suo destino: come Jo si sarebbe tagliata i lunghi capelli forse, ma prima o poi avrebbe guadagnato dai suoi libri. 

C’erano pittori, viaggiatori, scienziati straordinari, bambini che aggiustavano biciclette e inventavano pozioni, fotografi e reporter e scalatori di montagne altissime. 

Era bello dire “Da grande farò” e mettere le mani nelle cose, costruire mondi con i lego, fare vivere alle bambole avventure straordinarie: tutta quella creatività ci faceva sentire vivi, potenti, pieni di strade davanti a noi. Crescendo, i nostri desideri, le inclinazioni verso la creatività sono state il modo in cui abbiamo conosciuto il mondo, lo abbiamo sperimentato e ci hanno reso meno spaventati, nella scoperta di tutto quello che non potevamo dominare, come nei piccoli mondi infantili che ci eravamo costruiti. 

La tomba della nostra creatività

Poi però è arrivato il giorno – perché arriva per molte persone – in cui qualcosa si è spento: la parola creatività, un termine colorato, pieno di potenzialità, è diventata grigia, un vocabolo di pietra che ha smesso di appartenerci.

È arrivato il giorno in cui alla maggior parte di noi è venuta vergogna di quel tempo in cui avremmo voluto diventare architetti, scrittori, pittori, fumettisti, esploratori e scienziati. 

Probabilmente è successo quando ci hanno spiegato che “Con i libri non si mangia“, “Non perdere tempo con le tue fantasie e pensa a farti un futuro professionale!“, “Non sei abbastanza bravo a (…) figurati se potrai vivere della tua creatività!“. Probabilmente per qualcuno è stata roba di un attimo, un colpo secco e via, per altri si è trattata di una lunga agonia, una malattia che invade un pensiero e poi si estende a tutto il corpo, fin quando non si opta per un dignitoso suicidio assistito. 

La creatività è MORTA, o almeno così abbiamo voluto credere. 

Non le abbiamo più lasciato posto nella nostra vita, non le abbiamo concesso spazio, se non per portare fiori al sepolcro, nella memoria della nostra vita passata. 

Il lavoro: niente fantasia, niente creatività, tanto a cosa mi serve?. 

Il tempo libero: sono così distrutto dopo una giornata in ufficio che l’unica cosa che desidero è piazzarmi sul divano. Mi leggo un bel libro ma duro 5 minuti, prima di addormentarmi. 

La creatività ha a che fare con la percezione della nostra capacità di apprendere

Brené Brown in La forza della fragilità racconta che tra le interviste che ha fatto, molte delle persone che nella propria vita si sono sentite umiliate, hanno ricondotto questo sentimento a un evento specifico accaduto negli anni della scuola, durante il quale un professore o qualcuno di “autorevole” ha cambiato per sempre la percezione della loro capacità di apprendimento dicendo che non erano abbastanza bravi a scrivere, disegnare o suonare. L’autrice americana la chiama la “cicatrice della creatività”. 

A me è successo in I liceo: la mia professoressa di Italiano, al contrario dell’insegnante del ginnasio, mi disse che i miei temi valevano molto poco perché ci mettevo più fantasia che notizie e che per scrivere bene bisogna concentrarsi sulle notizie. Io avevo il mio stile personale, ogni volta che scrivevo qualcosa cercavo di sperimentare punti di vista diversi (anche nelle recensioni) e lei trovava questa mia ricerca un “vezzo” di cui dovevo ripulirmi. Al ginnasio ho collezionato molti 9 e alcuni 10 che si sono trasformati in un 5 (o sufficiente stentato) al liceo, uccidendo ogni mia velleità scrittoria per molto tempo. 

Eppure, se ci pensi, il fatto che qualcuno non abbia riconosciuto i nostri meriti non li rende meno validi: è anche quello un punto di vista. 

Il fatto che qualcuno non riconosca i nostri meriti creativi non dovrebbe rendere meno bello fare ciò che amiamo. 

Perché poi, che cos’è la creatività se non la realizzazione fisica di qualcosa che è dentro la nostra mente? 

A un certo punto bisogna ripulirsi dello stereotipo secondo cui della creatività (o dell’aspirazione alla creatività) ci si debba vergognare.

A un certo punto bisogna smettere di raccontarsi come persone “mediocri” o che non hanno tempo per certe sciocchezze. 

La creatività: uno strumento per le persone e le aziende

Hai mai provato a usare la carta e la penna per scrivere – di getto – quello che senti rispetto a un contesto professionale o a una situazione relazionale?

schermata-2016-11-17-alle-13-04-29Hai mai provato a lavorare con le mappe mentali e i colori? 

Ti sei mai concesso una passeggiata, alla fine di una riunione di lavoro, per lasciare che le gambe dettassero il ritmo dei pensieri e facessero emergere quelli più importanti? 

Le persone che incontro in azienda o durante i miei workshop hanno tutte in comune una cosa: desiderano imparare, desiderano mettersi in gioco ma fanno molta fatica a farlo “liberamente”. Sia che parli di comunicazione e scrittura per web e social media, sia che parli di scrittura autobiografica, molti temono di “non essere all’altezza”, di non avere niente da dire o peggio che il corporate storytelling debba essere per forza un racconto piatto, istituzionale, lontano dall’emozione. 

La creatività e la sua tomba. L’emozione e la sua negazione. 

Ecco, personalmente sono convinta che se ognuno di noi si immergesse, ogni tanto, nel bambino creativo che è stato, tutto questo ne avrebbe un grande vantaggio per la vita personale ma anche per la propria realizzazione professionale. 

Facciamo uscire la creatività dalla tomba, lasciamo che prenda aria e torni a vivere: non serve avere un libro sugli scaffali di una libreria per decidere di cominciare a scrivere e a comunicare. Non dobbiamo essere dei manager rampanti per decidere che possiamo valorizzare al massimo le nostre passioni anche in contesti professionali. 

La creatività è democratica, facciamo in modo che lo siano anche i nostri pensieri. 

Io posso testimoniare come non sia mai troppo tardi (a me è successo a 40 anni) per capire come la creatività può diventare un potente strumento per stare bene e lavorare.

Basta portare fiori su una tomba, scoperchiala, guarda come si è trasformata la tua creatività, fai pace con la percezione di te e ricomincia a giocare! A casa e in ufficio.  

 

 

La scrittura autobiografica per raccontarsi professionalmente

scrittura_mano

La maggior parte delle persone si è disabituata a scrivere: eppure ogni giorno scrive qualcosa su un social network e manda mail a clienti e amici.

Si scrive in maniera distratta, di rado ci concentriamo sulla scelta delle parole e molto spesso non teniamo traccia del filo rosso che lega ciò che pensiamo con ciò che pubblichiamo online e con quello che ci rappresenta come persone e professionisti.

Ecco un mio articolo sulla relazione tra scrittura autobiografica e personal branding: sono però convinta che di scrittura autobiografica non abbiano bisogno solo i singoli ma anche le Organizzazioni, in quanto collettività narrantiContinua a leggere

Il personal branding ha bisogno di scrittura autobiografica

Personal Branding

Luigi Centenaro, che lo ha portato in Italia, definisce il personal branding così:

Fare Personal Branding significa utilizzare le tecniche del Branding per le persone. In termini concreti significa impostare una strategia per individuare o definire i nostri punti di forza e comunicare in maniera efficace cosa sappiamo fare, come lo sappiamo fare e perché gli altri dovrebbero sceglierci.

Il web ha consentito a molti professionisti di praticarlo e di ottenere risultati efficaci per il proprio lavoro, trovando un posizionamento e un’autorevolezza di settore che ne ha rafforzato il mercato.

Dal Branding al Personal Storytelling

Io ho scelto di praticare il mio personal branding attraverso quello che in Narrarsi online chiamo personal storytelling.

Ho scelto il blog e i social media, ho scelto la scrittura per comunicare. Continua a leggere

Cambia la tua narrazione, cambierai tu: sul lavoro, nella vita

L’idea di Mut-Azioni è nata a settembre: moltissime persone mi scrivevano dopo avere letto “102 chili sull’anima” per chiedermi come fosse stato possibile cambiare così profondamente e per capire in che modo ero riuscita a trasformare una dieta in qualcosa che mi stava aiutando a realizzare tanti obiettivi professionali.

Domani si terrà la prima edizione del mio workshop Mut-Azioni, grazie alla collaborazione con Work Wide Women e per questo 8 marzo, l’appuntamento è dedicato alle donne con un focus sulla relazione tra cambiamento personale e evoluzione professionale e la cornice d’eccellenza dove si tiene il corso è Google Italia (Google, non a caso, si è confermato per 3 anni di seguito il miglior posto di lavoro).  Continua a leggere

Se vuoi scrivere, leggi

libreria cremaglieraLibri, articoli, post di altri

Se vuoi scrivere, leggi. Questa è l’unica cosa che davvero conta, sia che tu voglia gestire un blog, sia che tu voglia iniziare il romanzo della vita.

La scrittura è alla base di qualsiasi attività umana: anche le storie che diventano video virali online partono da un processo di costruzione legato alla scrittura. La scrittura è anche alla base del cambiamento, personale, professionale, aziendale. Come ci narriamo, le PAROLE che scegliamo per raccontarci a noi stessi e agli altri, sono il punto di partenza per qualsiasi crisi, evoluzione, scelta.

Ma per avere abbastanza PAROLE per scrivere, per mutare, per prendere decisioni che ci portino ad essere quello che vogliamo, dobbiamo leggere.

Non esiste scrittura senza lettura. E anche se ultimamente va molto di moda il sapere verticale, tecnico, la specializzazione e il posizionamento tematico, ricordati di essere un lettore onnivoro, qualunque sia il tuo lavoro, specialmente se lavori con la comunicazione web.

Fai il Social Media Manager?

Non escludere dalla tua biblioteca I dialoghi socratici di Platone, ti accorgerai che hanno molto a che fare con il tuo lavoro, ma soprattutto con il fondamento del tuo approccio al mondo.

Se vuoi scrivere, leggi. Leggi anche i libri di cui non ti hanno parlato bene, leggi scrittori che sperimentano, coltiva il dubbio, la curiosità e l’umiltà.

Se vuoi scrivere, leggi.

Credo che uno scrittore debba abbandonarsi al piacere di sognare, di scrivere, anche se ciò fosse imprudente. Però, chissà che la massima felicità non sia la lettura (…) si vantino altri delle pagine che hanno scritto; quanto a me, m’inorgogliscono quelle che ho letto. La mia lettura è molto più importante della mia scrittura. Questo è un assioma.

Jorge Luis Borges, Sognare e scrivere

Leggi e rileggi quello che scrivi tu

Se vuoi scrivere leggi e rileggi: quello che scrivono gli altri, quello che scrivi tu.

Se non sei uno scrittore professionale ma ti occupi, – per esempio – dei contenuti del tuo sito aziendale, è davvero importante per te sviluppare una strategia per scrivere nel modo più efficace possibile, con chiarezza di intenti, spiegando con le parole del mondo, al mondo, quello che fai.

E ogni strategia di scrittura non può prescindere dalla lettura di quello che scrivi. Leggi ad alta voce, rileggi più volte e poi sottrai peso alla tua pagina. 

E se non sai da dove iniziare, se hai bisogno di un modello da declinare alla tua azienda o al tuo sito, contattami per un percorso di consulenza e formazione.

Contattami

Hai domande, lavori o altro da sottopormi? Mandami una richiesta con questo form.

"*" indica i campi obbligatori

Nome*
Privacy*
Questo campo serve per la convalida e dovrebbe essere lasciato inalterato.

 

 

Dedicato a tutte quelle che si sentono inadeguate nella vita e sul lavoro

Cara amica,

oggi mi rivolgo a te. Ti sembra di non essere mai abbastanza, come donna, come professionista, sul lavoro e nella tua vita privata?

Hai raggiunto un’età in cui ti raccontano che non cambierai MAI e che se sei fuori forma fisicamente, se ti impappini quando parli, se al lavoro non riesci mai a mettere in chiaro quello che vuoi, le tue idee e i tuoi progetti, devi ACCONTENTARTI?

Ovunque vai, senti sempre una voce, dentro di te che ti dice che tanto non ce la farai, che è quasi inutile provare?

Ti piacerebbe trasformare il tuo SOGNO professionale in OBIETTIVO ma non sai da che parte iniziare per farlo?

Inizia da te, inizia ad ACCOGLIERE IL CAMBIAMENTO e a MUTARE il tuo modo di raccontarti a te stessa e agli altri e trasforma il SOGNO in micro obiettivi da realizzarewriting-1170146_1920

Io ogni giorno mi SFORZO per questo, ogni giorno mi impegno per sconfiggere quel senso di inadeguatezza e per raggiungere gli OBIETTIVI professionali che fino a qualche tempo fa erano solo sogni.

Nel 2014 ho perso 42 chili: ero obesa e con un approccio di MUTAZIONE dei miei pensieri limitanti, ho raggiunto il primo traguardo, ovvero dimagrire e recuperare il corpo che SENTIVO mi apparteneva. Questa esperienza – che tuttora porto avanti nel quotidiano, attraverso una strategia che ho sviluppato e che ha a che fare con la disciplina, ma soprattutto con il modo in cui mi narro a me stessa e agli altri – continua e ho imparato alcune cose che mi sono state necessarie e che voglio condividere con te.

Oggi sono più FOCALIZZATA sul lavoro, sugli OBIETTIVI e affronto il quotidiano con uno sguardo al CAMBIAMENTO che è generativo e infatti ho scritto un libro che sta andando molto bene e sto finalmente ottenendo degli ottimi risultati professionali.

Ho deciso di trasformare la mia strategia in un workshop per condividerla e diffonderla, perché credo che se ce l’ho fatta io, puoi farcela anche tu e voglio aiutarti a riuscirci.

Il workshop è piaciuto a Work Wide Women e a Google Italia e quest’anno lo terrò a Milano, l’8 marzo 2016.

Iscriviti e vieni a fare un po’ di “allenamento” al cambiamento con me.

Ci sono ancora dei posti e ti aspetto.

Oltre al workshop, ti regaliamo il mio libro 102 chili sull’anima, personalizzato per l’occasione e sto preparando una lista di 102 motivi per cambiare che sarà tua al termine del seminario. 

Ti aspetto a Milano: per quest’occasione il costo è di soli 50 € + IVA per l’intero pacchetto di 4 ore.

[porta carta e penna per lavorare con me!] 

Scrivere testi efficaci per promuovere la tua attività

hands-423794_1920

Oggi voglio raccontare una storia che ha a che fare con il matrimonio possibile tra scrittura creativa, scrivere online e web marketing: attività che devono sostenersi a vicenda. In questo post avevo dato qualche consiglio per trovare il tuo stile di scrittura  online, oggi mi concentro sulla struttura di un articolo perché sia cliccato e letto e su come scegliere le parole per scrivere un contenuto che funzioni.

Ieri sono stata da una cliente per la quale ho progettato un percorso di digital coaching  e che gestisce un’attività legata al benessere della persona: la sua idea nasce da un sogno, quello di aiutare le donne a sentirsi bene nel proprio corpo e quindi di favorirne la bellezza esteriore, ma solo quando davvero connessa con la consapevolezza interiore.

Mi ha chiesto di aiutarla a comunicare questo messaggio online, perché si è resa conto che finora si è concentrata su campagne di web marketing (invio di newsletter con promozioni, segnalazione sui social media e post sul proprio blog) ma sente che non rappresentano davvero il core business della sua attività. Continua a leggere

102 motivi per essere felice

Il 18 giugno 2015 ho presentato, in anteprima, a Bologna il mio libro 102 chili sull’anima, la storia di una donna e della sua muta per uscire dall’obesità.

Sono successe molte cose nel frattempo.  Continua a leggere

Perché correre fa bene a un libero professionista?

Da poco meno di un anno ho iniziato a correre.

L’ho fatto mentre stavo perdendo peso per ritrovare il mio equilibrio, l’ho fatto perché con un corpo in cambiamento avevo bisogno di inserire nel mio nuovo stile di vita un momento tutto per me di sport. Non avevo mai corso in vita mia e dunque ho dovuto imparare, da zero, a farlo in maniera efficace e adeguata al mio corpo e alle mie potenzialità. La corsa si è rivelata un’ottima scuola di vita e ho imparato moltissime cose, anche come professionista. Continua a leggere