Public Speaking: raccontare una storia per coinvolgere

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Hai mai notato quanto il public speaking abbia a che fare con la capacità di raccontare una storia?

Sto seguendo alcune persone che fanno parte di un team e devono preparare uno speech per presentarsi durante un evento aziendale per clienti e partner: ognuno di loro dovrà raccontare cosa fa in azienda e in che misura il proprio lavoro (“dietro le quinte”) è funzionale alla qualità del prodotto.  

Io parlo spesso in pubblico durante progetti di training come Mut-Azioni, workshop dedicati a copywriting e comunicazione digitale e presentazioni del mio ultimo libro, ma non avevo mai fatto consulenza su questi temi.

Ecco allora che ho dovuto sistematizzare le tante strategie che uso per costruire una presentazione efficace e quelle che mi sono utili per parlare in pubblico e ne è nata una lista di consigli utili che riassumo anche qui.

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Presentazioni: come prepararle in slide

  • L’audience è la base su cui costruire la tua presentazione: chi parteciperà all’evento, con quale obiettivo? Cosa sa già di te?
  • Obiettivi: quali sono gli obiettivi dell’evento? quali obiettivi il tuo speech?
  • Costruzione della sequenza dei contenuti: io per realizzare lo schema su cui costruire la mia presentazione, applico la tecnica “dello scalatore” di cui parla Giorgio Nardone nel suo Problem solving da tasca. Visualizzo l’obiettivo finale a cui voglio arrivare con il mio discorso e costruisco – a ritroso – il percorso per raggiungerlo.
  • Le slide sono solo una pezza emotiva: NON BISOGNA riempirle di troppi contenuti e NON DOBBIAMO leggerle, ma usarle solo come suggestione, ecco perché è importante che siano suggestive e non didascaliche. Se hai voglia di approfondire qualche strategia per costruire presentazioni efficaci e non noiose, ti consiglio la guida di No Template [in italiano] e il sito di Garr Reynolds [in inglese]. Garr Reynolds mette a disposizione anche parecchie dritte su come si parla in pubblico.
  • Costruisci una storia: quando prepari la bozza dei contenuti da presentare, ricordati che TU sei la GUIDA che conduce il tuo uditore (EROE) al raggiungimento di un obiettivo, lo devi guidare da un punto di partenza A fino a un punto di arrivo B, proprio come se tu fossi l’aiutante magico di Cappuccetto Rosso che deve sconfiggere il lupo e salvare la nonna.
  • Crea empatia: una presentazione deve contenere il giusto mix di dati (logici) e di messaggi emozionali, ecco perché è importante usare anche qualche aneddoto, farsi ispirare e ispirare con le citazioni e rivolgersi al proprio uditore facendo leva su un contesto culturale comune (anche pop).

Parlare in pubblico: qualche dritta per non morire di paura!

Parlare in pubblico è una vera e propria performance e per imparare a farlo bene, bisogna semplicemente, farlo! Per quanto mi riguarda, le prime volte che ho partecipato a un bar camp o ho dovuto presentare un mio progetto, non solo ero agitata, ma non riuscivo nemmeno ad articolare in maniera efficace le parole: oltre questo, spesso non riuscivo a essere chiara perché sentivo correre il tempo.

Ho imparato che:

  • Quando parli in pubblico devi credere, tu per primo, a quello che dici: se non ci metti passione, non puoi aspettarti che gli altri ti ascoltino con interesse.
  • Avere un ritmo personale è importante e il ritmo è fatto di stili verbali che si mischiano, si alternano e rompono gli schemi dell’atteso. Inserire all’interno del tuo speech qualcosa di inaspettato, è il modo migliore per incuriosire chi hai di fronte.
  • Sii orgoglioso di chi sei, sii te stesso e non cercare di imitare altri: ognuno di noi ha il suo stile retorico e per farlo emergere occorre cercare di essere naturali. Come? Non pensare MAI che hai davanti degli sconosciuti, prova a fare finta di essere in compagnia di un gruppo di “familiari” a cui devi raccontare il tuo lavoro durante una cena di compleanno della sorella della nonna. Spesso tra familiari non stretti si tiene uno stile formale ma rilassato che assomiglia molto al tipo di contesto che ti troverai davanti, parlando in pubblico.
  • Prenditi i tuoi tempi: fermarsi un attimo ti può essere utile per gestire al meglio contenuti e ritmo!
  • Non leggere le slide! I contenuti li hai tutti nella testa, li hai preparati, fanno parte del tuo bagaglio culturale: non farti tradire dalla sindrome dell’interrogazione, non sei più al Liceo. Se proprio vuoi ripassare qualcosa, fai una lista di 4 parole chiave, i 4 concetti che vuoi esprimere assolutamente e rimani concentrato su quelli, in modo che tutti entrino nel tuo discorso.
  • Ascolta la sala: sia che l’intervento preveda domande dal pubblico, sia che no, puoi ascoltare la sala con gli occhi, percependo l’energia del gruppo di persone che hai di fronte, studiando l’ambiente in cui ti trovi. Non serve essere Sherlock Holmes, te lo posso assicurare, per farti – in pochi secondi – un’idea abbastanza precisa del tipo di uditorio. Basta aguzzare i sensi e concentrarti sulla tua performance e sui suoi effetti.
  • Gesticola e dai forma alle parole con le mani. 
  • Prenditi 5 minuti, prima di partire, per dare sfogo a tutte le tue ansie: trova un angolino e pensa a ognuna delle tragedie che potrebbero capitare. “Mi cascano i pantaloni davanti a tutti, incomincio a tossire come non ci fosse domani, mi viene un attacco di diarrea fulminante.” Cinque minuti così, poi spegni  l’interruttore e focalizzati solo su quello che devi fare nei 10 minuti successivi.

E adesso: IN BOCCA AL LUPO!

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